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Archive for aprile 2010

L’inter batte il barcellona

L’inter batte il barcellona per 3-1 nell’andata delle semifinali di Champions League. A portarsi in vantaggio per primo è stato il Barcellona con Pedro al 19′. L’inter pareggiava con Sneijder al 30′, passava in vantaggio con Maicon al 48′ e si portava sul 3-1 finale al 61′ con un goal di Milito in evidente posizione di fuorigioco

I catalani lamentano anche la mancata concessione di un calcio di rigore a loro favore.

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Tavaroli: “Me lo chiese Moratti”

Tuttosport riporta oggi alcune dichiarazioni rilasciate da Giuliano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza prima della Pirelli e poi di Telecom Italia.

Alla fine del 2002 mi incontrai con Moratti e Facchetti. Il presidente nerazzurro mi disse che era stato avvicinato da un arbitro (Nucini), che gli aveva raccontato che De Santis era a capo di una combriccola facente capo a Moggi. Nucini si disse disposto a raccontare tutto dietro l’ottenimento di un posto all’interno della società. Facchetti successivamente mi chiese di fare verifiche su quanto detto da Nucini, in particolar modo su De Santis. Feci le mie indagini per vedere se i numeri che avevo a disposizione erano effettivamente quelli di persone appartenenti al mondo del calcio, e prospettai a Facchetti due ipotesi: o presentarsi in Procura e denunciare quanto aveva affermato Nucini o collaborare come fonte confidenziale. Ma mi risulta che l’Inter successivamente ha presentato un solo esposto in Procura, che poi non ha confermato

In seguito alle dichiarazioni di Tavaroli la FIGC aprì una inchiesta nel 2007. L’inchiesta fu archiviata perché i fatti di cui riferiva Tavaroli erano prescritti.

Moggi: altri erano peggio della Juve

In una intervista alla trasmissione “Mattino Cinque” Luciano Moggi fa il punto sul processo in corso a Napoli.

Alla domanda se vi sono altri responsabili a livello di dirigenti anche in Federcalcio Moggi ha risposto

“È un punto interrogativo sul quale devono riflettere in parecchi. Perché queste cose non c’erano nel processo, non so se sono state messe da una parte volutamente. Comunque qualcuno ne dovrà rispondere dovrà chiarire queste cose perché sicuramente è un qualcosa che ha portato alla luce in maniera decisamente negativa la Juventus, mentre ci sono altri che facevano peggio della Juventus”.

Sul ruolo di Tavaroli in questa vicenda

“Esiste un interrogatorio di Tavaroli in cui lui dice al pm ‘mi ha chiamato Moratti in ufficio alla Saras, c’era Facchetti e mi hanno detto che Facchetti era un referente mio per queste determinate cose, abbiamo chiamato Cipriani ed è andata avanti la cosa. Quindi è tutto un insieme che ha fatto sì che la Juventus fosse la strega di un qualcosa, mentre facendo così qualcuno ha pensato si tolgono loro e noi facciamo quello che vogliamo. E in effetti tutto quello che è successo da quel momento ad oggi sta a testimoniarlo”

Per quanto riguarda John Elkann (a cui aveva inviato una lettera aperta qualche giorno fa)

“Io a Elkann ho detto quello che pensavo: che non ci ha difeso, ci ha messo all’indice di fronte a tutti non difendendoci”
“Sapevo già che non ci poteva difendere e non ci doveva difendere, perché nel 2004 aveva parlato con Blanc, in Africa, per dire che si sostituiva sia me sia Giraudo. Quindi nel 2004 sapeva già quello che doveva fare. L’ha fatto, beato lui. I risultati non gli danno ragione. In pratica i tifosi, e fanno male in certi casi a esagerare, certamente erano abituati a una squadra vincente. Adesso non c’è più quella squadra. E’ una squadra tutta da ricostruire grazie a John Elkann”

Sull’inter
“Quelli che hanno vinto quello scudetto sono in quelle intercettazioni. Era lo scudetto degli onesti? Mi trovino le intercettazioni di quando io ho parlato con gli arbitri. Venivano loro negli spogliatoi…”

“Volevano far fuori una società che dava fastidio a tutti con i propri dirigenti. Poi si è mischiata la morte dell’avvocato Agnelli e del dottor Agnelli (Umberto, ndr). Ergo, se non succedeva questa cosa qua…”

“Non c’è alcun colpevole, perché non sono reati quelli di interessarsi della propria società per fare in modo, senza denaro, anche perché noi non ne avevamo…”

“Oh meno male che non ho scritto di Totti”

È il 24 novembre del 2004 i due designatori Bergamo e Pairetto si sentono telefonicamente. I due parlano della partita Roma-Palermo 1-1 e del comportamento del quarto uomo Ayroldi.
Bergamo informa Pairetto che Ayroldi in quella partita si è comportato male. Il giocatore della Roma Totti al termine della partita ha insultato l’arbitro Trefoloni. Ayroldi ha sentito gli insulti, che invece erano sfuggiti a Trefoloni. Ayroldi però non ha scritto nulla nel suo referto.
E nel successivo allenamento con gli arbitri Ayroldi si è lasciato sfuggire il fatto che aveva sentito gli insulti di Totti ma non li aveva scritti nel referto “oh meno male che non ho scritto di Totti… te lo immagini…. giocavano con la Juve, metti caso che lo squalificavano e perdevano davano la colpa che non c’era Totti“.
I due designatori non sembrano però arrabbiati con Ayroldi perché non ha segnalato nel suo referto gli insulti di Totti all’arbitro, ma piuttosto perché ha raccontato questo episodio ad estranei e non si è consultato prima con l’arbitro e poi con i designatori.
Bergamo riferisce di aver parlato con Matteo (Trefoloni) dicendogli che al prossimo raduno arbitrale avrebbero parlato di questo episodio “perché anche se lui una volta si prende un’iniziativa di questo tipo la devi concordare con noi, non con se stesso, e nemmeno può parlarne con te in allenamento e in presenza di arbitri“. “Ma parlarne in presenza di altri, capito?“, continua Bergamo.
Pairetto risponde “è da sciocchi“. Bergamo replica “E poi nello spogliatoio mentre c’è l’osservatore, e allora vuol dire che proprio hai la testa di un uccellino, perché se no non ti ritroveresti, te ti succede una cosa così prendi l’arbitro in disparte e dici guarda è successo questo questo e quello, cosa faccio lo scrivo o no?“.

La settimana successiva si sarebbe disputata la partita Juventus-Roma. Ayroldi non segnalò gli insulti del capitano della Roma all’arbitro nel suo referto e Totti ha potuto giocare quella partita.

Pairetto: «Poi c’è anche Ayroldi che deve uscire».

Bergamo: «Ma Ayroldi…».

Pairetto: «È andato in B, Paolo».

Bergamo: «Però Ayroldi si è comportato male eh?».

Pairetto: «Sì?».

Bergamo: «Ho saputo in Roma, Roma, Roma, Roma… (Roma-Palermo 1-1, ndr) era il quarto. È successo questo, che alla fine della partita Totti l’ha mandato a cagare e lui avrebbe dovuto scrivere che l’ha mandato… Ma di brutto… No che ha mandato lui, che ha mandato a cagare».

Pairetto: «L’arbitro».

Bergamo: «Trefoloni, Trefoloni. E nello spogliat… Mi senti?».

Pairetto: «Sì, sì».

Bergamo: «E nello spogliatoio ha detto lui che se doveva scrivere… cioè che doveva scrivere questa cosa, allora, insomma ha fatto un discorso non chiaro. Ed è stato ascoltato non da Matteo. Quando sono arrivati il giovedì all’allenamento questo cretino di Ayroldi, in allenamento, parlando con un altro arbitro e Matteo, parlando con Matteo ma con gli altri che sentivano, ha detto “oh, meno male eh, che non ho scritto di Totti perché poi ripensandoci, te lo immagini, giocavano con la Juventus e metti caso lo squalificavano e perdevano poi davano la colpa che non c’era Totti”. Matteo gli ha detto: “ma che cazzo dici? Io guarda che di questa storia la sai te, non la so io…” E cosa… Dice no, sì, ma perché lui aveva detto che l’ha mandato a cagare. Gli ho detto guarda… praticamente, lui, giustamente Matteo non ne ha voluto parlare perché mi ha detto dice “guarda una cosa così, detta oltretutto mentre ci sono gli altri, eh dice è una bruciatura per lui, per me, dice, ma credimi che io questa cosa non, assolutamente non avevo sentito niente”. Gli ho detto: “guarda, noi non ne vogliamo parlare pubblicamente perché se no andiamo a continuare a far casino, però con Ayroldi ci parleremo io e Gigi al prossimo raduno perché la dobbiamo chiarire con lui perché anche se lui una volta si prende un’iniziativa di questo tipo la devi concordare con noi, non con se stesso, e nemmeno può parlarne con te in allenamento e in presenza di arbitri“. Ma, dice, fate voi, dice, io volevo informati della cosa perché è andata esattamente così. A me mi sembra un, un piuttosto gravuccia, perché le cose sai fin tanto che si sanno le decidiamo e le affrontiamo, ma che lui, di sua iniziativa, che poi magari io considero che è un ingenuo, che è un ragazzo…»

Pairetto: «È proprio un coglioncello».

Bergamo: «Ecco. È un coglioncione, no un coglioncello».

Pairetto: «Perché lui non è un…».

Bergamo: «Non è un malizioso».

Pairetto: «No, non è un malizioso, infatti è per quello che io dico è proprio un coglione, ma Dio (…)».

Bergamo: «Ma parlarne in presenza di altri, capito?».

Pairetto: «È proprio da sciocchi».

Bergamo: «E poi nello spogliatoio mentre c’è l’osservatore, e allora vuol dire che proprio hai la testa di un uccellino, perché se no non ti ritroveresti, te ti succede una cosa così prendi l’arbitro in disparte e dici guarda è successo questo questo e quello, cosa faccio lo scrivo o no?».

Pairetto: «Appunto. E per lo meno pensare a chi gioca la settimana dopo o meno, se no».

Bergamo: «Ma perché magari lui gli è venuto in mente dopo».

Pairetto: «Magari gli è venuto in mente dopo, sì, sì, non ci ha nemmeno pensato subito, certo».

Bergamo: «Guarda, io son convinto, ci metterei la mano sul fuoco».

Pairetto: «Anch’io, anch’io».

Bergamo: «Che lui non ci ha nemmeno pensato che la partita dopo era quella di Juventus o no, ma ci scommetterei le palle. Ma è questo il discorso, ma ora lui non è più un arbitro che può essere ingenuo così perché se no veramente, hai capito, insomma ci crea problemi e non ce li risolve, ora se questa cosa la vogliamo far passare la facciamo passare…».

Pairetto: «No, però bisogna dirglielo, potremo fare… No, sai perché mi dispiace? Perché è sempre stato sfigato le ultime due volte è uscito tutte e due le volte in B che era inserito in quella di A, ti ricordi?».

Bergamo: «Sì, sì. Ah, ma figurati, te poi lo sai che mai una volta che abbiamo trovato un disaccordo su Ayroldi».

Pairetto: «No no no. Se decidiamo di non metterlo, zero, eh? Proprio zero. Non è un problema».

Bergamo: «Ma io ti ripeto non voglio penalizzarlo, però bisogna parlarci».

Pairetto: «No, no. Dirglielo io son d’accordo con te, dirglielo sì, perché mi  dispiaceva perché sfigato le ultime due volte però ripeto, se decidiamo di metterlo in B, fargli saltare non è… non è un problema, anzi. Certo non litighiamo su Ayroldi».

Bergamo: No, no anche perché… Ma figurati tanto poi non ce ne abbiamo da… Ecco andiamo avanti scusa così. Ah, aspetta, poi ce ne avevo un’altra da raccontarti. Di Mazzoleni. (…).

Pairetto: Dattilo lo possiamo togliere, eh Paolo? Anche perché bisognerà poi riproporlo in A la prossima.

Bergamo: Eh, sai però… Dunque Dattilo ha fatto B, B, poi il turno di A e B fermo, coppa Italia.

Pairetto: Ci mettiamo Romeo al posto di Dattilo?

Bergamo: Romeo quante ne ha fatte? Vediamo un po’.

Pairetto: Romeo ne ha fatte 7.

Bergamo: Sette, Romeo è uno di quelli che poi un giorno o l’altro dobbiamo prendere il toro per le corna.

Pairetto: Sì, sì.

Bergamo: Questo o lo mandi a casa o lo mandi in A, eh?

Pairetto: Io sarei più per la prima ipotesi, mandarlo a casa. Onestamente.

Bergamo: E non dà tanta affidabilità.

Pairetto: No, Romeo in A mi fa cagare veramente, ti giuro.

Bergamo: Sì.

Pairetto: Mi fa cagare sotto proprio dalla paura.

Bergamo: Dattilo è un arbitro da recuperare, però questo è da non perdere…

“Lo sai che punto molto su di te”

È il 21 maggio 2005 il Vicepresidente della FIGC Innocenzo Mazzini chiama al telefono il DS della Roma Pradè. Mazzini si lamenta perché Pradè non gli risponde al telefono, Pradè replica “Ma chi è?“, “Sono Innocenzo Mazzini, sono il tuo Presidente” risponde Mazzini. “Mamma mia, ma come è possibile che non rispondo a te, ma scherzi? con quello che stai facendo per noi” replica Pradè.
I due cominciano a parlare della partita di campionato che si sarebbe svolta il giorno dopo, Atalanta-Roma. La partita è molto delicata ed importante per la Roma che sta lottando per non retrocedere in serie B.
Mazzini chiede a Pradè come vanno le cose, “Lo sai che punto molto su di te” è la risposta di Pradè, “Ma cazzo .. o che devo fare di più?” replica Mazzini.
Pradè manifesta l’intenzione a Mazzini, una volta passata la partita importantissima del giorno dopo, di incontrarlo insieme alla dottoressa Sensi (Rosella Sensi, figlia di Franco Sensi), “Certo. Si, tesoro mio” risponde Mazzini.
Pradè rivela a Mazzini di essere molto preoccupato per la importante partita del giorno dopo “E io sono molto preoccupato per domani eh“, preoccupazione condivisa dal Vicepresidente della FIGC “Si, anche io sono tanto preoccupato“, che sembra avere molto a cuore la sorte della Roma.
Mazzini dice che comunque un giocatore molto bravo dell’Atalanta è stato squalificato, Pradè replica dicendo che anche un altro giocatore dell’Atalanta, Natali, non giocherà.
Mancando questi due sono due pedine importanti eh“, fa notare Mazzini.
A bergamo probabilmente non ci sarà un bell’ambientino, “meno male che tu sei tutelato molto” dice Mazzini. “Perché c’è un grande arbitro“, prosegue.
Quanto grande?” chiede Pradè, “Grandissimo” risponde Mazzini.

Per la cronaca la Roma vincerà la partita per 1-0 e resterà in serie A.

L’audio di questa telefonata è disponibile a questa pagina.

Pradè: Si

Mazzini: Ma non rispondi più al telefono .. ti sei montato il capo anche te per una vittoria ora

Pradè: Ma chi è?

Mazzini: Sono Innocenzo Mazzini, sono il tuo Presidente

Pradè: Mamma mia, ma come è possibile che non rispondo a te, ma scherzi? con quello che stai facendo per noi. Non l’avevo sentito Innocenzo ce l’ho …

Mazzini: Ascoltami un po’ Come tu vai

Pradè: Che ce devi da … Lo sai che punto molto su di te

Mazzini: Ma cazzo .. o che devo fare di più?

Pradè: Niente. Devo passare domani e poi c’è un grande futuro

Mazzini: eh eh eh eh

Pradè: Anzi, se passata domani mi piacerebbe molto incontrarti e parlarti

Mazzini: Certo. Si, tesoro mio

Pradè: Anche la dottoressa Sensi, incontrarti

Mazzini: Si, si va bene. Però domani vabbé, grande eh

Pradè:E io sono molto preoccupato per domani eh

Mazzini: Si, anche io sono tanto preoccupato. Ma quegli emeriti cretini che tu hai in squadra hanno rivoglia, hanno entusiasmo o sono sempre sbracati?

Pradè: Sono sempre come .. la partita l’altro giorno l’abbiamo vinta perché quando c’è in campo francesco può succedere di tutto

Mazzini: Eh, ho capito, ho capito. Guarda che loro sono una squadra

Pradè: E lo so che loro sono una squadra

Mazzini: L’ho vista a Firenze l’han presa a pallate eh, come squadra, mi capisci?

Pradè: Grazie.. che me dai … me metti st’ansia addosso

Mazzini: No, perché ho visto che hanno il ragazzo bravo bravo sulla destra l’hanno squalificato mi sembra

Pradè: Hanno squalificato lui e non gioca nemmeno Natali

Mazzini: Bene, bene perché questo spilungone le ributta ..

Pradè: Motta

Mazzini: Capito?

Pradè: Eh è un buon giocatore

Mazzini: han chiesto Natali poi gli da la capocciata la ributtan su la palla eh

Pradè: si si

Mazzini: Mancando questi due sono due pedine importanti eh

Pradè: è vero, è vero

Mazzini: comunque troverai un ambientino … meno male che tu sei tutelato molto

Pradè: uhm

Mazzini: Perché c’è un grande arbitro

Pradè: eh

Mazzini: Poi sai…

Pradè: Quanto grande?

Mazzini: Grandissimo

Pradè: Vabbò

Mazzini: Per cui … mi raccomando a te determinazione, voglia, corsa, tutte cose che dovresti avere ma non lo so se tu ce l’hai

Pradè: Non ce l’ho

Mazzini: Però tienili insieme dai forza

Pradè: Vabbé, d’accordo, grazie

Mazzini: Ci sentiamo la prossima settimana a salvezza .. tocchiamoci le palle .. va bene?

Pradè: D’accordo. Un abbraccio

Mazzini: Ciao Amore

L’ammonizione contestata

15 aprile 2010 1 commento

È l’8 marzo 2005 Rino Foschi, all’epoca ds del Palermo, chiama il designatore Pairetto.

Foschi: Ho parlato poi ieri sera col mio presidente… gli ho detto mi raccomando, non facciamo storie, non facciamo niente perché bisogna stargli vicino a ’sta gente… Ma l’unica cosa è che lui si vuol scatenare, nel senso… scatenare, che io lo tengo fermo. Gigi ti dico la verità: è un discorso un po’ diverso dal discorso arbitrale, te lo dico. Perché fondamentalmente c’è chi sbaglia, c’è chi sbaglia perché niente è facile. Perché guarda tu domenica cosa è successo a… coso… Salvatore…

Pairetto: Racalbuto

Foschi: Sì Racalbuto…

Pairetto: Tra l’altro è l’assistente che l’ha…

Foschi: Ma dai Gigi, gli assistenti non possono mettere in confusione così. Io allora dico… Che chiedo con te, Gigi, che chiedo con te. Ma questi bisogna un po’ … un po’ proteggerli, perché gli assistenti debbono smetterla di… La partita di Livorno, Gigi, la partita di Livorno. C’è stato a una certo momento fuorigioco di Toni, viene spinto, la palla gli va (incomprensibile). L’arbitro, normalmente, ha fatto come ha fatto con Nesta a Milano, dai… Pensi: lo sanno loro che sono in diffida eccetera eccetera… che sono giocatori importanti… Io non so se l’ha fatto apposta o no, ha lasciato correre eccetera eccetera… Cavolo… gliel’ho detto: alzi la bandiera e me lo fai ammonire… una ammonizione ingiustissima. Allora io alla fine ho parlato con la massima se… tranquillità… Però Zamparini, ‘ste cose qua… Allora ti vengono anche dei sospetti. Per quale motivo hai alzato ‘sta bandiera, non era il caso, quello non era il caso…

Pairetto: Ascolta, vedi che se tu dici… Era Palermo-Livorno, no?

Foschi: Sì.

Pairetto: Pensa se era Palermo-Milan, Palermo-Inter o Palermo- Juventus, tutti avrebbero detto: ecco perché voleva penalizzare…

“Mi trovi i biglietti?”

È il 20 marzo 2005. Il designatore Pierluigi Pairetto telefona al presidente dell’Inter Facchetti per chiedere due biglietti per una partita dell’Inter.

Pairetto: Ascolta Giacinto ti ho telefonato per chiederti una co… se è possibile, senza problemi, eh? Mi ha chiesto una persona per stasera due biglietti, qualsiasi posto, dove vuoi, senza nessun problema, se ti è possibile…

Facchetti: Adesso arrivo in sede… perché ieri avevamo finito tutto..

Pairetto: Immagino, immagino…

Facchetti: Arrivo in sede e ti chiamo…

Pairetto: Ti dico: ma anche quelli di servizio, senza un posto a sedere, non lo so io, non c’è problema…

Facchetti: Va bene… Ti chiamo… ti chiamo dopo che arrivo in sede

Pairetto: Guarda, senza farti problemi, perché io capisco…. Comunque ripeto, Giacinto, veramente senza problemi…

Facchetti: Va bene… dopo arrivo in sede vedo cosa si può fare…

Pairetto: Ecco, se riesci, due, qualsiasi posto non c’è problema…

L’invito a cena

È il 3 gennaio 2005 il designatore Bergamo chiama il presidente dell’Inter Facchetti per invitarlo a cena a casa sua “Si mangia una cosa insieme… si mangia un po’ di pesce… una cosina tra amici

Bergamo: Senti Giacinto posso permettermi una confidenza?

Facchetti: Sì.

Bergamo: Se hai piacere, mercoledì sera se non hai impegni con la squadra, perché non vieni a cena a casa mia? Con chi vuoi tu naturalmente, se sei con un’altra persona fidata, non lo so…

Facchetti: Sì sì, come no..

Bergamo: Tu di solito con chi ti muovi?

Facchetti: No, da solo, da solo, da solo… se vuoi che venga con qualcun altro.

Bergamo: Se vuoi venire con la fidanzata, non lo so…

Facchetti: (ride) No, sono lì da solo io…

Bergamo: Se c’è anche il dottor Moratti… non lo so..

Facchetti: Ma non credo che venga…

Bergamo: Io avevo piacere se venivi te, insomma.

Facchetti: D’accordo.

Bergamo: Si mangia una cosa insieme… si mangia un po’ di pesce… una cosina tra amici.

“Digli al mister di stare tranquillo”

15 aprile 2010 1 commento

È il 20 febbraio 2005, il presidente dell’Inter Facchetti chiama il designatore Bergamo. I due discutono dell’arbitro, Racalbuto, che arbitrerà la prossima partita dell’inter. Bergamo chiede a Facchetti di dire all’allenatore Mancini di stare tranquillo, e in ogni caso lui ha già parlato sia con l’arbitro che con gli assistenti. Facchetti dice a Bergamo che ha litigato con Racalbuto. Ma Bergamo lo tranqullizza, dicendogli che ha già parlato con Racalbuto e ci parlerà di nuovo: “Ci ho già parlato e ci riparlo nel pomeriggio. Lo so mi ricordo tutto, so dei precedenti, di quando sei andato negli spogliatoi. Ma ci parlo io, vedrai che lo trovi rasserenato“.

Facchetti: Buongiorno Paolo.

Bergamo: Buongiorno non ci siamo più sentiti, è andata bene a Palermo!!! (…).

Facchetti: Adesso viene Racalbuto…

Bergamo: Digli al mister di stare tranquillo, perché lui ha un carattere, guarda, che se io potessi me lo toglierei di torno, però lo lasciano tranquillo, fa la sua partita, credimi. Io ci ho già parlato, con gli assistenti.

Facchetti: Perché con Racalbuto ho litigato io, con Racalbuto…

Bergamo: Ci ho già parlato e ci riparlo nel pomeriggio. Lo so mi ricordo tutto, so dei precedenti, di quando sei andato negli spogliatoi. Ma ci parlo io, vedrai che lo trovi rasserenato.

Facchetti: Va bè.

Bergamo: In bocca al lupo Giacinto.

Facchetti Jr: “Restituire lo scudetto del 2006? Sarebbe una mossa vincente”

Restituire lo scudetto 2006 «sarebbe un gesto molto eclatante ma che avrebbe il potere di far acquisire ancora più punti alla nostra storia».

È quanto sostiene Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto, ex presidente dell’Inter.
Secondo l’ANSA, che riferisce il pensiero della società nerazzurra, l’Inter non è orientata a restituire lo scudetto che le era stato assegnato.
Da ricordare che ne’ nella sentenza della CAF, ne’ nella sentenza della Corte Federale si faceva menzione di assegnare lo scudetto all’Inter.
Facchetti jr quindi ammette (e la cosa è confermata dalla intercettazioni rese pubbliche nei giorni scorsi) che il padre parlava con i designatori, anche se, sostiene Gianfelice Facchetti, il contenuto delle telefonate di Facchetti era diverso dal contenuto delle telefonate di Moggi, “faceva diversamente (da Moggi, ndr) perché il contenuto delle telefonate era differente”.
Non vi sono commenti, da parte di Facchetti jr., sulle telefonate di Facchetti con l’arbitro De Santis. Anche queste uscite nei giorni scorsi.