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Palazzi accusa: Facchetti, fu illecito sportivo

Sono state rese note le motivazioni che hanno portato il procuratore federale Stefano Palazzi ad archiviare, per prescrizione, la posizione di Moratti, Facchetti e dell’Inter.
Per Palazzi l’Inter, come il suo allora presidente Facchetti, fu colpevole di illecito sportivo. Mentre per Moratti viene ravvisata la violazione dell’art. 1 (lealtà sportiva) del codice di giustizia sportiva.

Questo Ufficio ritiene che le condotte fossero certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale FC, mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale

è emersa l’esistenza di una rete consolidata di rapporti, di natura non regolamentare, diretti ad alterare i principi di terzietà, imparzialità e indipendenza del settore arbitrale, instaurati, in particolare fra i designatori arbitrali Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto (ma anche, sia pur in forma minore, con altri esponenti del settore arbitrale) ed il Presidente dell’Inter, Giacinto Facchetti“.

Dalle carte in esame e, in particolare, dalle conversazioni oggetto di intercettazione telefonica, emerge l’esistenza di una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo

La suddetta finalità veniva perseguita sostanzialmente attraverso una frequente corrispondenza telefonica fra i soggetti menzionati, alla base della quale vi era un consolidato rapporto di amicizia, come evidenziato dal tenore particolarmente confidenziale delle conversazioni in atti

assume una portata decisiva la circostanza che le conversazioni citate intervengono spesso in prossimità delle gare che dovrà disputare l’Inter e che oggetto delle stesse sono proprio gli arbitri e gli assistenti impegnati con tale squadra

In relazione a tali gare il presidente Facchetti si pone quale interlocutore privilegiato nei confronti dei designatori arbitrali, parlando con essi delle griglie arbitrali delle gare che riguardano la propria squadra nonchè della stessa designazione della terna arbitrale ed interagendo con i designatori nelle procedure che conducono alla stessa individuazione dei nominativi degli arbitri da inserire in griglia e degli assistenti chiamati ad assistere i primi“.

Comunque informato della circostanza che il Facchetti avesse contatti con i designatori, come emerge dalle telefonate commentate, nel corso delle quali è lo stesso Bergamo che rappresenta tale circostanza al suo interlocutore. (…) Ne consegue che la condotta del tesserato in esame, Moratti, in considerazione dei temi trattati con il designatore e della frequenza dei contatti intercorsi, appare in violazione dell’art. 1 CGS vigente all’epoca dei fatti, sotto i molteplici profili indicati

In alcuni casi emerge anche l’assicurazione da parte dell’interlocutore di intervento diretto sul singolo direttore di gara, come rivelato da alcune rassicurazioni che il designatore arbitrale rivolge al proprio interlocutore, in cui si precisa che l’arbitro verrà ‘predisposto a svolgere una buona gara’ o, con eguale significato, che è stato ‘preparato a svolgere una bella gara’; o ancora, affermazioni del designatore volte a tranquillizzare il presidente Facchetti sulla prestazione dell’arbitro, nel senso che gli avrebbe parlato direttamente lui o che già gli aveva parlato“.

In un caso, addirittura, il designatore arbitrale, nel tentativo di tranquillizzare il proprio interlocutore e sedare le preoccupazioni di quest’ultimo sulle tradizioni negative della propria squadra con un determinato arbitro, afferma che quest’ultimo è stato avvertito e che sicuramente lo score dell’lnter sotto la sua direzione registrerà una vittoria in più in conseguenza della successiva gara di campionato

Tale capacità di interlocuzione in alcuni casi diventa una vera e propria manifestazione di consenso preventivo alla designazione di un arbitro e rappresenta un forte potere di condizionamento sui designatori arbitrali, fondato su rapporti di particolare amicizia e confidenza che il Presidente Facchetti può vantare nei confronti degli stessi designatori e che trovano la loro concretizzazione espressiva nella effettuazione anche di una cena privata con Bergamo e nello scambio di numerosi favori e cortesie (elargizione di biglietti e tessere per le gare dell’Internazionale, di gadget e borsoni contenenti materiale sportivo della squadra milanese, etc…) e non meglio precisati ‘regalini’“.

“Presidente, mi riconosci?”

&EGrave; il 14 marzo 2005, il Direttore Generale della Juventus Luciano Moggi chiama il Presidente dell’Inter Massimo Moratti.

Moggi: “Presidente, mi riconosci?”

Moratti: “Uee, come va?”

Moggi: “Mannaggia, non mi ci sentiamo più”

Moratti: “Eh, eh…cosa le ha detto Campedelli ieri sera?”

Moggi: “Ieri sera…era una cosa impossibile. Ho riguardato la televisione: l’assistente sta in linea col giocatore che tira, a dieci metri dalla porta…”

Moratti: “Non la beccherà mai”

Moggi: “Avrebbe sbagliato se fosse stato in linea con la porta…non può andare alla velocità del pallone…che poi il secondo passo ha dato la sensazione a tutti quanti che fosse fuori…”

Moratti: “L’ho vista dopo…da fuori non dava la sensazione, da dietro si capisce…ma cazzo, devi riprenderla”

Moggi: “Adesso ci vogliono i sensori dietro le porte”

Moratti: “Sì, che poi per evitare queste rotture di coglioni che tutti la mettono sul piano…vedi che ti devo fare i complimenti, ho visto giocare da Dio Del Piero ieri sera”

Moggi: “Ieri sera ha giocato bene”

Moratti: “Primo tempo…per uno che piace il calcio…avevi voglia di vedere come toccava il pallone per vedere quello che faceva, era proprio bravo”

Moggi: “La squadra era sulle gambe”

Moratti: “Il Milan le ha vinte tutte…ma cazzo anche quella di ieri!”

Moggi: “Il Milan deve essere protetto da qualche santo”

Moratti: “Incredibile”

Moggi: “Senta, ma noi non ci vediamo mai…una volta ci dobbiamo vedere”

Moratti: “Possiamo farlo benissimo..”

Moggi: “Anche in settimana, per farci una chiaccherata, un tempo ci portava fortuna”

Moratti: “Sì si eh eh”

Moggi: “La chiamo mercoledì in mattinata…giovedì o venerdì quando ha tempo”

Moratti: “Tenga conto che martedì ho una partita del cazzo”

Moggi: “Lo so…mercoledì mi dà un colpo di telefono”

Moratti: “Va bene, troviamo un posto e ci possiamo vedere”

Moggi: “In bocca al lupo per domani, arrivederci”

Moratti: “Grazie, arrivederci”

L’audio di questa telefonata è disponibile a questa pagina.

I calorosi saluti

Uno è il pm Narducci, che ha fatto partire l’indagine su alcune società di calcio, in particolare sulla Juventus di Moggi e Giraudo. L’altro è il presidente dell’Inter Moratti, che dopo le condanne (scaturite da quell’indagine) che hanno messo fuori gioco Juventus e Milan ha potuto vincere diversi “tituli”.
I due si sono incontrati ieri alla presentazione del libro “I Mondiali della Vergogna” (edito da Edizioni Alegre, una casa editrice vicina a Sinistra Critica), come scrive repubblica.
Alla presentazione del libro era presente anche il capitano dell’Inter Zanetti.
Alla fine della presentazione, come scrive repubblica, il pm Narducci e il presidente dell’Inter Moratti si sono scambiati dei calorosi saluti.

Tavaroli: “Me lo chiese Moratti”

Tuttosport riporta oggi alcune dichiarazioni rilasciate da Giuliano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza prima della Pirelli e poi di Telecom Italia.

Alla fine del 2002 mi incontrai con Moratti e Facchetti. Il presidente nerazzurro mi disse che era stato avvicinato da un arbitro (Nucini), che gli aveva raccontato che De Santis era a capo di una combriccola facente capo a Moggi. Nucini si disse disposto a raccontare tutto dietro l’ottenimento di un posto all’interno della società. Facchetti successivamente mi chiese di fare verifiche su quanto detto da Nucini, in particolar modo su De Santis. Feci le mie indagini per vedere se i numeri che avevo a disposizione erano effettivamente quelli di persone appartenenti al mondo del calcio, e prospettai a Facchetti due ipotesi: o presentarsi in Procura e denunciare quanto aveva affermato Nucini o collaborare come fonte confidenziale. Ma mi risulta che l’Inter successivamente ha presentato un solo esposto in Procura, che poi non ha confermato

In seguito alle dichiarazioni di Tavaroli la FIGC aprì una inchiesta nel 2007. L’inchiesta fu archiviata perché i fatti di cui riferiva Tavaroli erano prescritti.

Moratti ha un regalino per te

14 aprile 2010 1 commento

È il 23 dicembre del 2004 il designatore Paolo Bergamo chiama l’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti. Facchetti dice a Bergamo che Moratti aveva un regalino per lui “In ufficio, no no a Milano se ti capita di venire giù perchè aveva là un regalino da darti“. Bergamo replica dicendo che avrebbe piacere di incontrare sia Facchetti che Moratti. Dice poi che vorrebbe aiutare i due a raddrizzare la situazione (dell’inter) “È una situazione che vorrei proprio anch’io aiutarvi a raddrizzare…perchè insomma la squadra non merita la posizione che ha…

Facchetti: “Se tu chiami Moratti…son stato là anche ieri da lui …abbiamo parlato”.

Bergamo: “Io non ho più il suo numero, se tu me lo dai… infatti ricordi…ne avevamo parlato”.

Facchetti: “Sì dai perchè voleva…se passi di qui un giorno…”.

Bergamo: “Ma dov’è è a Forte?”

Facchetti: “In ufficio, no no a Milano se ti capita di venire giù perchè aveva là un regalino da darti“.

Bergamo: “Volevo sentirlo anche così anzi avevo piacere anche di incontrarlo, di incontrarvi, insomma per fare così qualche riflessione insieme”.

Facchetti: “E va bene”.

Bergamo: “È una situazione che vorrei proprio anch’io aiutarvi a raddrizzare…perchè insomma la squadra non merita la posizione che ha…“.

Facchetti: “Sono stati dodici pareggi incredibili…“.

Chi fa disinformazione?

Non appena le prime “nuove” intercettazioni, quelle scoperte da Moggi e dai suoi collaboratori, sono state divulgate è intervenuta, non ufficialmente, la procura di Napoli che ha definito la rivelazione di quelle telefonate “disinformazione allo stato puro“.
Bisogna ricordare che la procura di Napoli, tramite uno dei suoi pm Giuseppe Narducci, era arrivata addirittura a negare l’esistenza di queste intercettazioni con delle dichiarazioni che, per come sono state platealmente smentite, entreranno a far parte della storia giudiziaria di questo paese

Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo…“.

balle smentite dai fatti” (riferendosi all’esistenza di un sistema generalizzato in cui erano tutti a parlare con tutti, ndr)

I cellulari erano intercettati 24 ore su 24: le evidenze dei fatti dicono che non e’ vero che ogni dirigente telefonava a Bergamo, a Pairetto, a Mazzino o a Lanese: le persone che hanno stabilito un rapporto con questi si chiamano Moggi, Giraudo, Foti, Lotito, Andrea Della Valle e Diego Della Valle

Alcuni altri, e tra questi molti giornalisti ed alcuni giornali, sono arrivati a sostenere che si, le telefonate dei dirigenti interisti c’erano (del resto ormai era impossibile continuare a negare) ma la differenza con le telefonate intercettate di Moggi era il contenuto che non era dello stesso tenore.

Chiunque può farsi una propria idea se queste erano telefonate “normali” o no. In questo sito ve ne sono almeno 15, per ora. Tra queste da segnalare questa intercettazione tra Mazzei e Facchetti in cui si assiste al seguente scambio di battute in riferimento alla composizione di una griglia arbitrale

Mazzei: il problema è quello, l’unica cosa ora si … devono studiare una griglia dove le possibilità sono più alte per lui

Facchetti: Ma si .. mettono … mettono .. mettono De Santis che ha già fatto la Juve domenica e non può … mettono Rosetti che è di Torino …

Mazzei: ma devono lasciare un campo aperto di almeno un 50% per quello che è scritto nel regolamento mi sembra..

Facchetti: come?

Mazzei: devono lasciare un campo di probabilità almeno di un 50% da quello che ho capito per il regolamento

Facchetti: ah

Mazzei: eh capito? perché non possono forzare … con le preclusioni, almeno un 50% di possibilità mi sembra eh, che è scritto sul regolamento .. dopo ne parlo con Bergamo

Da segnalare inoltre l’intercettazione di una telefonata in cui Facchetti chiama l’arbitro De Santis.

È stato anche detto da alcuni giornali che Moratti aveva ammesso l’esistenza di telefonate con il designatore Bergamo in una intervista del 31 agosto del 2006 al Magazine del Corriere della Sera

Moggi dice che con Bergamo ci parlava anche Facchetti…
“Non c’è niente di male a parlare con Bergamo. La differenza sta nelle cose che si dicono”.

Meno rapporti si hanno con i designatori e meglio è.
“Sono loro che chiamano per sapere se tutto va bene”.

Lei ha mai telefonato a un designatore?
“No. Ma posso aver ricevuto da loro qualche telefonata in cui mi chiedono opinioni”.

Quindi non è da escludere che un giorno vengano fuori delle telefonate in cui c’è anche lei…
“Solo telefonate ‘normali’ senza alcun interesse”.

Moggi dice che se avessero intercettato anche gli altri si sarebbero scoperte le stesse cose.
“Ma mica intercettavano Moggi. Intercettavano Bergamo. Evidentemente la Juve c’entrava e l’Inter no”.

Innanzitutto è da osservare che di telefonate tra Moratti e Bergamo ne è uscita più di una, e altre forse ne usciranno. È da osservare anche che Moratti non riferì di questi colloqui con il designatore arbitrale ne’ durante la fase delle indagini sportive ne’ durante i processi sportivi.
E anche nell’intervista qui citata Moratti non è chiaro su queste telefonate tra lui e Bergamo. Infatti alla domanda “Lei ha mai telefonato ad un designatore?”

Lei ha mai telefonato a un designatore?

“No. Ma posso aver ricevuto da loro qualche telefonata in cui mi chiedono opinioni“.

Moratti non risponde in modo chiaro, ad esempio “Ho ricevuto alcune telefonate da Bergamo”, ma dice “posso aver ricevuto qualche telefonata”.
Non era sicuro di aver ricevuto telefonate da Bergamo? Non le ricordava? Perché dunque non disse in modo chiaro “Si, è vero, Bergamo mi chiamava”?

Moratti comunque dice di non aver mai chiamato lui Bergamo.
In questa intercettazione tra Moratti e Bergamo Moratti manifesta a Bergamo il desiderio di incontrarlo

Moratti: Senta, io ci tenevo ad incontrarla…

Bergamo: Anch’io, perché ci tenevo per farle una confidenza…

Quindi non gli telefonava ma ci teneva ad incontrarlo.
In quest’altra intercettazione, sempre tra Moratti e Bergamo, Moratti dice a Bergamo “Sa che volevo chiamarla ieri sera…”

Bergamo: Presidente Moratti

Moratti: Chi parla?

Bergamo: Buona sera sono Bergamo…

Moratti: Ohii Come sta?

Bergamo: Mamma mia presidente … due chili .. due chili in meno

Moratti: Sa che volevo chiamarla ieri sera perché poi sono andato dal ragazzo …

Quindi diciamo che, anche se Moratti non ha mai chiamato Bergamo, almeno una volta ha manifestato l’intenzione di volerlo chiamare. L’audio della telefonata è disponibile a questa pagina, e si può anche notare il tono molto confidenziale della telefonata.

Moratti afferma anche che nelle telefonate che riceveva Bergamo gli chiedeva qualche opinione.
In questa intercettazione Bergamo, dopo aver detto a Moratti di aver parlato con Facchetti “per confermare questo clima di cordialità che naturalmente è una cosa che sappiamo io e lei“, dice a Moratti di aver pensato di mandare l’arbitro Gabriele ad arbitrare la prossima partita di Coppa Italia dell’Inter contro il Bologna.
Non si sa se questo genere di comunicazione è stata fatta da Bergamo anche ai dirigenti del Bologna.

Bergamo: Mi sono sentito con Facchetti, Presidente, per confermare questo clima di cordialità che naturalmente è una cosa che sappiamo io e lei, però il gruppo ha molto apprezzato il lavoro che noi abbiamo fatto nei confronti di Gabriele e Palanca e quindi ho pensato di farli rientrare in Coppa Italia, uno viene a fare l’Inter e uno fa il Milan.

Moratti: Va bene…

Bergamo: Volevamo dargli un’immagine buona…

Moratti: Sì, sì…

In seguito al clamore suscitato dalla divulgazione di intercettazioni che per la procura di Napoli non dovevano nemmeno esistere la stessa procura di Napoli, non ufficialmente, fa sapere che queste intercettazioni sarebbero già state vagliate e ritenute penalmente non rilevanti e per questo non trascritte, ed inoltre “la trascrizione e il deposito agli atti delle chiamate di Facchetti sarebbero la dimostrazione che non vi è stata alcuna intenzione di tenere fuori dall’inchiesta l’Inter”.
Per testimoniare quanto sopra vengono diffuse alcune telefonate di Facchetti contenute nel rapporto dei carabinieri del marzo 2007.

Ora, si devono fare alcune considerazioni.
Si dice che queste intercettazioni erano state vagliate dagli inquirenti e non erano state trascritte perché ritenute penalmente non rilevanti. Una motivazione alquanto bizzarra.
Perché lo stesso metro di giudizio non è stato utilizzato nei confronti degli indagati? Nei confronti dei quali invece sono state trascritte e diffuse telefonate prive di qualsiasi rilievo penale?
Citiamo ad esempio l’intercettazione di una telefonata tra il figlio di Luciano Moggi ed una nota presentatrice Tv di Sky in cui il figlio di Moggi offre alla suddetta presentatrice un viaggio a Parigi. Questa intercettazione è stata trascritta e diffusa agli organi di stampa che l’anno pubblicata.
Perché quindi questa telefonata è stata trascritta mentre la telefonata in cui Facchetti parlava con Mazzei su come comporre la griglia arbitrale non è stata trascritta?

E poi siamo sicuri che queste telefonate sono prive di rilievo penale? Perché una telefonata in cui Moggi e Bergamo discutono su una griglia arbitrale viene ritenuta penalmente rilevante mentre una telefonata in cui Facchetti discute con Mazzei su come comporre la griglia arbitrale non viene ritenuta penalmente rilevante? La differenza sta forse nei protagonisti? Se la telefonata la fa Moggi allora è penalmente rilevante, se la fa Facchetti non è penalmente rilevante?

E ancora. La procura di Napoli e i Carabinieri di Roma hanno compiuto grandi sforzi per cercare di dimostrare, senza per altro riuscirci, che Moggi si sentisse telefonicamente, tramite le schede svizzere, con alcuni arbitri. Sono state effettuate perizie, super perizie, ecc. quando poi ci si ritrova la telefonata intercettata tra un dirigente di società, Facchetti, e un arbitro in attività, De Santis. Senza bisogno di chissà che sforzi. Senza bisogno di perizie, super perizie.
Sarebbe sufficiente trascrivere la telefonata e metterla nelle informative per la procura.
E invece non viene fatto.
Perché?
Se Moggi si sente telefonicamente con un arbitro è penalmente rilevante, mentre se Facchetti si sente telefonicamente con un arbitro non è penalmente rilevante?

La procura di Napoli fa sapere, informalmente, che le telefonate di Facchetti sono state trascritte (ma non erano penalmente irrilevanti?) sono state inserite nel rapporto dei carabinieri del marzo 2007. E questo sarebbe la prova che “non vi è stata alcuna intenzione di tenere fuori dall’inchiesta l’Inter”.
E vengono diffuse alcune di queste intercettazioni che vedono protagonista Facchetti, le si possono leggere ad esempio sul sito della gazzetta, di solito ben informata sulle posizioni della procura di Napoli.

Come si potrà facilmente notare le parti di intercettazioni pubblicate sono per l’appunto parti di intercettazioni, non complete quindi, e non sono certo quelle che più scalpore hanno destato.
Stranamente infatti non vengono pubblicate le intercettazioni di Facchetti con De Santis, o di Facchetti con Mazzei. Intercettazioni ben più pesanti di queste pubblicate.
Come si potrà notare le date delle telefonate intercettate si riferiscono al settembre del 2004.
Ed è strano, perché le intercettazioni disposte dalla procura di Napoli partono da ottobre 2004 e arrivano a giugno 2005.
Le intercettazioni che la procura di Napoli, non ufficialmente, asserisce essere presenti nel rapporto del Carabinieri di Roma del 2007, e che sono state diffuse dalla stampa, altro non sono che le intercettazioni disposte dalla Procura di Torino ed effettuate dalla Questura di Torino.
Non sono, ripetiamo, non sono le intercettazioni disposte dalla procura di Napoli.
Come confermano i legali di Luciano Moggi

Le intercettazioni che abbiamo scoperto tra le 171mila effettuate su disposizione della Procura di Napoli e di cui stiamo parlando in questi giorni, non figurano in alcuna informativa dei carabinieri“. Così afferma l’avvocato Maurilio Prioreschi, difensore dell’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi. “Le telefonate a cui fanno riferimento gli inquirenti, secondo alcuni organi di stampa, – ha continuato il penalista – sono invece quelle effettuate dalla Questura di Torino e disposte dalla Procura di Torino, regolarmente trascritte e note da anni, tanto è vero che riportano la data del settembre 2004“. Prioreschi ha poi aggiunto: “Le intercettazioni di Napoli, per calciopoli, sono iniziate alla fine dell’ottobre 2004 e proseguite fino a giugno del 2005. Questa, non la nostra, è disinformazione allo stato puro“.

A questo punto è giusto chiedersi: chi è che davvero fa disinformazione?
E perché?

Quei pedinamenti archiviati dalla Figc

In una intervista a Tuttosport l’avv. Morescanti, che difende tra gli altri l’ex arbitro De Santis, parla dei pedinamenti di una serie di arbitri, assistenti e dirigenti

l fatto che molte intercettazioni siano state escluse dall’inchiesta fa indubbiamente pensare. Più o meno come pensai quando mi accorsi che l’ufficio indagini della Figc era in possesso di atti processuali nei quali si diceva che molti arbitri furono pedinati per ordine di Moratti e da quegli atti non nacque nulla

Ci spieghi meglio.

«Si tratta di documenti che arrivarono a Francesco Saverio Borrelli nell’aprile del 2007 quando il pm era a capo dell’ufficio indagini della Figc. Erano atti del processo Telecom che la Procura di Milano aveva trasmesso a Borrelli. Lo venni a sapere quando, quegli stessi documenti, li richiesi e in seguito li acquisii io stessa, che in quel processo rappresentavo molti degli ex arbitri pedinati ».

Pedinati da chi?

«Secondo quanto deposto dagli allora indagati ora imputati Giuliano Tavaroli ed Emanuele Cipriani fu lo stesso Massimo Moratti a ordinare il pedinamento di una serie di arbitri, assistenti e dirigenti fra cui De Santis e Ceniccola, l’ex designatore Bergamo, l’ex dg del Messina Fabiani. Secondo quanto riportato negli atti, il patron interista chiese di verificare i movimenti degli arbitri, sospettando che ci fosse qualcuno o qualcosa che poteva controllarli o che, in qualche modo, potesse danneggiare l’Inter».

E questi controlli come avvennero?

«Attraverso pedinamenti, controlli dei conti bancari e dei tabulati telefonici. In pratica venivano verificate tutte le telefonate partite o arrivate alle utenze dei “pedinati” per capire con chi parlavano. E chi pedinava, per evitare di essere intercettato a sua volta, faceva uso di schede telefoniche svizzere».

Chi pagò quelle indagini?

«Secondo quanto affermato da Tavaroli e da Cipriani le fatture furono saldate dalla Pirelli, perché Moratti e l’Inter non dovevano assolutamente comparire».

“Mercoledì lo andrò a trovare prima della partita…”

3 aprile 2010 1 commento

Altra intercettazione di quelle prima scoparse e ora riapparse. La telefonata è del gennaio 2005 e precede una partita di Coppa Italia tra Bologna e Inter. Al telefono l’allora designatore arbitrale Bergamo e Moratti.

Bergamo rivela a Moratti che ha intenzione di inviare (di designare) l’arbitro Gabriele ad arbitrare la prossima partita di Coppa Italia dell’Inter (mentre invierà Palanca ad arbitrare il Milan), accompagnato da due assistenti “molto bravi”. E di essersi sentito con Facchetti “per confermare questo clima di cordialità che naturalmente è una cosa che sappiamo io e lei“.

Moratti dice a Bergamo che andrà a salutare l’arbitro Gabriele prima della partita. “Un saluto, vedrà, lo riempirà di gioia” risponde Bergamo.

Bergamo: Mi sono sentito con Facchetti, Presidente, per confermare questo clima di cordialità che naturalmente è una cosa che sappiamo io e lei, però il gruppo ha molto apprezzato il lavoro che noi abbiamo fatto nei confronti di Gabriele e Palanca e quindi ho pensato di farli rientrare in Coppa Italia, uno viene a fare l’Inter e uno fa il Milan.
Moratti: Va bene…
Bergamo: Volevamo dargli un’immagine buona…
Moratti: Sì, sì…
Bergamo: Mi ha detto Facchetti sì sì sono d’accordo…
Moratti: Va bene, mercoledì lo andrò a trovare prima della partita…
Bergamo: Questo gli farà piacere…
Moratti: Vado a salutarlo…
Bergamo: Visto che lì non c’è sorteggio, ma c’è designazione, a voi ho mandato Gabriele, l’ho fatto accompagnare bene da due assistenti molto bravi.
Moratti: No, no, Gabriele è sempre stato un buon arbitro, molto regolare, non ho mai avuto contestazioni…
Bergamo: Un saluto, vedrà, lo riempirà di gioia.
Moratti: La ringrazio, mercoledì sono giù se ce n’è bisogno, lo vado a trovare prima della partita…

L’audio di questa telefonata è disponibile a questa pagina, ed anche a questa pagina.

Narducci: “Non ci sono mai telefonate fra Bergamo o Pairetto con Moratti o Sensi”

3 aprile 2010 5 commenti

Dopo la rivelazione del contenuto di alcune telefonate intercettate nel 2004/2005 tra alcuni dirigenti dell’Inter (e di altre società) e l’allora designatore arbitrale Paolo Bergamo interviene, anche se non ufficialmente, la procura di Napoli.
Quelle intercettazioni erano state disposte proprio dai due pm napoletani Beatrice e Narducci, e nonostante fossero state effettuate di loro, inspiegabilmente, non si è mai trovato traccia ne’ nell’inchiesta penale ne’ nell’inchiesta sportiva.
Solo nelle ultime settimane sono state individuate e rivelate dagli avvocati di Luciano Moggi.
In seguito alla rivelazione di queste intercettazioni, di cui finora addirittura si era arrivati a negare perfino l’esistenza, interviene, anche se non ufficialmente, la procura di Napoli.

Fonti della procura riferiscono che

NAPOLI – Gli inquirenti della Procura di Napoli, che hanno istruito il processo su Calciopoli, intervengono dopo la pubblicazione di intercettazioni telefoniche tra l’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo e il presidente dell’Inter Massimo Moratti: “Il significato attribuito alle telefonate non trascritte , tra le 171mila intercettate nel corso dell’indagine di Calciopoli, rappresenta ‘un’opera di disinformazione allo stato puro” fanno sapere dalla Procura. “Il reato – dicono fonti interne – non e’ parlare al telefono, ma e’ reato quando si stipulano accordi illeciti. Le vittime non possono essere trasformate in autori del reato”.

Queste intercettazioni sono state, fin dall’inizio di farsopoli, oggetto di vivace polemica. L’ex designatore Paolo Bergamo ha infatti sempre sostenuto di aver sempre parlato al telefono con tutti i dirigenti, e anzi si meravigliava del fatto che le telefonate che faceva con gli altri dirigenti delle altre società, come ad esempio l’inter e la roma, non comparissero ne’ nell’inchiesta sportiva, ne’ in quella penale. Chiedendosi che fine avevano fatto quelle telefonate.

Ci sono le intercettazioni che parlano…

«Appunto. Il giallo o, se vuole, il mistero è proprio questo. Io parlavo con tutti i dirigenti e con tutte le società. Ripeto e sottolineo: tutte. Perciò mi chiedo: come mai agli atti ci sono soltanto le telefonate con qualcuno? Perché mancano tutte le altre?».

Quali?

«Con le figure istituzionali tutte. Con il vice presidente Abete, durante le Olimpiadi di Atene, abbiamo parlato per ore. Era assolutamente normale».

Chi era il telefonatore più insistente?

«Giacinto Facchetti. Parlarne mi addolora per l’amicizia che ci legava dagli anni sessanta e per la prematura scomparsa, ma la sua società, l’Inter, si lamentava più di tutte».

E di cosa?

«Facchetti era sempre scontento ed io lo capivo perché l’Inter faticava a vincere. Sospettava di tutto, molti arbitri non gli erano graditi, le griglie non gli piacevano, Juve e Milan gli facevano paura».

L’esistenza di quelle telefonate, tra Bergamo e i dirigenti delle altre società (tra cui Moratti e Facchetti), era stata addirittura negata: quelle telefonate non esistevano.
Il Pubblico Ministero Giuseppe Narducci, uno dei due titolari di quella inchiesta, nel corso della sua requisitoria davanti al gup di Napoli Eduardo De Gregorio smentì decisamente l’esistenza di telefonate tra Bergamo o Pairetto e Moratti o Sensi

Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo…”.

Per Narducci le tesi sull’esistenza di un sistema generalizzato in cui erano tutti a parlare con tutti erano ”balle smentite dai fatti”.

Non solo, ma Narducci si è spinto anche più in la, dicendo

I cellulari erano intercettati 24 ore su 24: le evidenze dei fatti dicono che non e’ vero che ogni dirigente telefonava a Bergamo, a Pairetto, a Mazzino o a Lanese: le persone che hanno stabilito un rapporto con questi si chiamano Moggi, Giraudo, Foti, Lotito, Andrea Della Valle e Diego Della Valle

Non è vero che ogni dirigente telefonata a Bergamo e Pairetto“, ”balle smentite dai fatti”, “…non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi…“. Questo è quanto affermava davati al gup il pm titolare dell’inchiesta Giuseppe Narducci.

E invece era vero, non erano balle. Bergamo non mentiva quando diceva che parlava con tutti, e quelle telefonate esistevano veramente. Ed erano state effettivamente intercettate quelle telefonate. Potevano essere ascoltate e trascritte dalla procura.
Solo che, inspiegabilmente, non comparivano ne’ nell’inchiesta penale, ne’ nell’inchiesta sportiva.
E solo una attenta analisi effettuata dai difensori di Luciano Moggi ha permesso di scoprire queste telefonate, telefonate di cui si era arrivati perfino a negare l’esistenza.

Che poi il fatto che dirigenti di altre società si sentissero con i designatori arbitrali in realtà era già stato reso noto.
Ma da un’altra inchiesta.
L’inchiesta della procura di Torino, che era partita prima di quella della procura di Napoli.
Nel corso di quella inchiesta erano stati messi sotto controllo i telefoni di alcuni dirigenti della Juventus e dell’allora designatore arbitrale Pairetto.

Tra le telefonate intercettate ve ne erano due tra l’allora designatore arbitrale Pairetto e l’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti.
Il contenuto di questa intercettazione fu pubblicato dal Corriere della Sera nel maggio del 2006, all’inizio di farsopoli.

Nella telefonata, del 15 settembre 2004, Pairetto riferisce a Facchetti che per la partita di Champions League Valencia-Inter era stato messo l’arbitro Meier

Pairetto: «e te lo dico subito perchè avevo fatto mettere Meier appunto perchè è un arbitro molto…»

Facchetti: «sì perchè a Valencia»

Pairetto: «affidabile, no no lì a Valencia è un ambientino…bello tosto, anche se ieri è stato un bel risultato, lui è stato bravo».

Facchetti: «sì sì buono abbiamo sofferto fino all’ultimo perchè un gol solo non si sa mai».

poi il discorso si sposta su alcune tessere che Pairetto deve ritirare, i due si mettono d’accordo su chi deve andare a ritirare le tessere.

Quindi, che altri dirigenti di altre società si sentivano telefonicamente con i designatori arbitrali era già stato dimostrato. Fin dal 2006.
Eppure nonostante la pubblicazione di questa intercettazione, nonostante le altre intercettazioni ottenute nell’inchiesta di Napoli ne’ la giustizia sportiva, ne’ la procura di Napoli, decisero di approfondire e di verificare la posizione di altri dirigenti e di altre società.

A questo punto forse dovremmo veramente cercare di capire chi è che ha fatto disinformazione. E magari capirne il perché.

“Senta, io ci tenevo ad incontrarla…”

2 aprile 2010 1 commento

Intercettazione Bergamo-Moratti del dicembre 2004. Una delle intercettazioni effettuate nel 2006 ma “trovate” solo qualche giorno fa. Nella conversazione intercettata l’allora patron dell’Inter Massimo Moratti manifesta all’allora designatore arbitrale Paolo Bergamo il desiderio di incontrarlo. Anche Bergamo ci tiene ad incontrarsi con Moratti “… per farle una confidenza …”.

Moratti: È andata abbastanza bene fino adesso, non c’è stata polemica o casini…
Bergamo: Per fortuna sì, ma si può e si deve fare meglio…
Moratti: Senta, io ci tenevo ad incontrarla…
Bergamo: Anch’io, perché ci tenevo per farle una confidenza…
Moratti: Quando Lei aveva un minuto quando passa da Milano…
Bergamo: Lei verrà a Livorno a vedere la gara o la vedrà come?
Moratti: Non lo so, io evito sempre di venire fuori casa…
Bergamo: La settimana successiva…
Moratti: Io sono qua, io sono da quelle parti a Forte eh… sentiamoci un giorno prima del Livorno, se lei ci ha tempo, o due giorni prima…
Bergamo: Ci mancherebbe… io sono a Coverciano che riuniamo gli arbitri…
Moratti: Se vengo su, Lei mi dice ci troviamo qui o…