Archivio

Posts Tagged ‘Bergamo’

“Se hai un dubbio pensa a chi è più dietro”

27 settembre 2011 Lascia un commento

Nuova intercettazione portata alla luce dai consulenti di Luciano Moggi. La telefonata è tra l’allora designatore arbitrale Bergamo e l’arbitro Rodomonti, ed avviene appena poche ore prima della partita Inter-Juventus. Il designatore dice all’arbitro che nel dubbio “pensa a chi è più dietro piuttosto che chi è davanti

Bergamo – Stai preparando bene la partita?

Rodomonti – Sì, sì, sì…

Bergamo – Hai visto qualcosa oggi mentre ti riposavi?

Rodomonti – No, ho visto quasi niente…

Bergamo – Però, mi raccomando… Hai faticato tanto per arrivare lì… Per ritornarci, e quindi io mi aspetti, credimi, che tu non sbagli niente.

Rodomonti – Mi fa immensamente piacere quello che hai detto, perché è la verità.

Bergamo – Oltretutto, c’è una differenza di 15 punti tra le due squadre, capito? Quindi anche psicologicamente preparatici bene.

Rodomonti – Va’ bene, tranquillo…

Bergamo – Le fatiche che hai durato non le devi mettere in discussione, fa la tua partita, non ce n’è per nessuno, e, se ti dico proprio la mia, in questo momento, se hai un dubbio, pensa a chi è più dietro piuttosto che chi è davanti, dammi retta!

Rodomonti – Va bene, parola d’onore, va bene, sta tranquillo.

Bergamo – È una cosa che rimane tra me e te… Arrivare lassù lo sai quanto sia faticoso, e ritornare giù sarebbe per te proprio stupido. Fa la persona intelligente!

Rodomonti – Perfetto, ho capito tutto!

Bergamo – La cosa rimane tra me e te, come mi auguro.

Rodomonti – Vai tranquillo… No, no, tranquillo, io non parlo mai con gli altri di me.

Bergamo – Io ci conto, perché è soltanto una scelta per te, credimi, devi pensare a te stesso in questo momento.

“È il peggiore errore dell’anno, qui ci crocifiggono tutti”

Dopo la partita Lazio-Fiorentina del 22 maggio 2005 in cui si verificò un grave errore arbitrale il designatore Bergamo chiama l’arbitro della partita Rosetti

Bergamo: “Roby…”.

Rosetti: “Uè…”.

Bergamo: “Ma che casino ragazzi! È incredibile…guarda. Ma dio santo ragazzi…ma vai a parlare con Giannichedda? Uno ti fa un fallo e te vai a parlare con quell’altro…eri talmente imbambolato che io non ti riconoscevo nemmeno…credimi. C’è questo episodio, te fai qualche passo e poi vai a parlare con Giannichedda? Io non lo so ragazzi a volte…boh”.

Rosetti: “Che ti devo dire…”.

Bergamo: “Non lo so dimmelo te… se non me lo dici te”.

Rosetti: “Eh…non l’ho visto…non l’ho visto”.

Bergamo: “Dio santo… mai hai tutti che ti protestano e un dubbio ti potrà venire…no?”.

Rosetti: “Eh si… infatti mi viene il dubbio e guardo subito Pisacreta (uno dei due guardalinee), questo faccio…”.

Bergamo: “E lui non l’ha vista, Pisacreta…evidentemente”.

Rosetti: “E poi arriva Giannichedda e mi fa lui (Zauri, n.d.r.) ‘l’ha presa con la testa’…”.

Bergamo: “Giannichedda, ma che ci combina Giannnichedda, Roby? Il fallo non l’ha mica fatto lui. Te lì eri nel pallone… non lo so… eravamo al ventesimo…boh…non eri vivace…e poi dico vai a parlare con Zauri! Aggredisci lui…aggredisci lui vedi se riesci a tirare fuori qualche cosa da lui. Ma che cazzo ci combina Giannichedda, scusami io non lo so: questo è il peggiore errore dell’anno…”.

Rosetti: “È clamoroso?”.

Bergamo: “È clamoroso, questo è il peggiore errore dell’anno che ti devo dire: quello è rigore e anche espulsione. Questo (Zauri, n.d.r.) va col braccio aperto e lo tira fuori è incredibile…”.

Rosetti: “Ufff…ma vaffanculo va…”.

Bergamo: “Ma poi non hai avuto una reazione… uno va, fa, si muove…te fai dei passi molli, vai verso Zauri che si allontana poi viene Giannichedda dice che ha colpito di testa ed è finita li… aldilà del non vedere… che eri anche in buona posizione evidentemente era una situazione difficile, ma non hai avuto quella reazione che dovevi avere. Minimo vai ad aggredire quello che dice che ha colpito di testa o no? Minimo ci vai a parlare, vedi come reagisce, se è imbarazzato se ti dà un aiuto, un conforto… e invece parli con quello che non ci combinava niente non lo so veramente. Qui ci crocifiggono tutti uno insieme all’altro è inspiegabile. Sai te vai lì, Giannichedda dice che è quello che ha fatto il fallo, dice ‘testà ma tu…vabbè: l’arbitro non ha visto e il giocatore è un imbroglione… ma scusa… uno fa il fallo e te vai a parlare con quell’altro…”.

Rosetti: “Cosa ti devo dire…”.

Bergamo: “E che mi devi dire… è un casino, è un casino. Il primo tempo poi, come al solito, Papadopulo (l’allenatore della Lazio, ndr) sembrava il padrone del vapore… e allora è inutile parlare delle cose se poi andate in campo e le cose non le fate. Dimmi quante volte si è parlato di Papadopulo e Papadopulo ha continuato a stare tutto il primo tempo lì, al limite dell’area tecnica a contatto con i giocatori. Banti va beh’… è Luca Banti (il quarto uomo di Lazio-Fiorentina, ndr), ma te sei Roberto Rosetti. ma se noi dobbiamo far diventare gli allenatori eroi, vabbè fate voi… tanto che cazzo me ne frega ci andate voi in campo la domenica. Ma, Dio santo, ci sono allenatori che sono già nell’occhio del ciclone…arrivano in campo quelli come te che non riescono a dirgli: ‘Guardi, stia per lo meno al bordo…’ non dico buttalo fuori ma perchè deve stare al limite dell’area tecnica a contatto con i giocatori io non capisco. Luca è un coglione e ha fatto una partita ma te ne hai fatte cento… va be è un gran frittata, va bè… va bè ci sentiamo ciao”.

Rosetti: “Ciao, ciao”.

“Oh meno male che non ho scritto di Totti”

È il 24 novembre del 2004 i due designatori Bergamo e Pairetto si sentono telefonicamente. I due parlano della partita Roma-Palermo 1-1 e del comportamento del quarto uomo Ayroldi.
Bergamo informa Pairetto che Ayroldi in quella partita si è comportato male. Il giocatore della Roma Totti al termine della partita ha insultato l’arbitro Trefoloni. Ayroldi ha sentito gli insulti, che invece erano sfuggiti a Trefoloni. Ayroldi però non ha scritto nulla nel suo referto.
E nel successivo allenamento con gli arbitri Ayroldi si è lasciato sfuggire il fatto che aveva sentito gli insulti di Totti ma non li aveva scritti nel referto “oh meno male che non ho scritto di Totti… te lo immagini…. giocavano con la Juve, metti caso che lo squalificavano e perdevano davano la colpa che non c’era Totti“.
I due designatori non sembrano però arrabbiati con Ayroldi perché non ha segnalato nel suo referto gli insulti di Totti all’arbitro, ma piuttosto perché ha raccontato questo episodio ad estranei e non si è consultato prima con l’arbitro e poi con i designatori.
Bergamo riferisce di aver parlato con Matteo (Trefoloni) dicendogli che al prossimo raduno arbitrale avrebbero parlato di questo episodio “perché anche se lui una volta si prende un’iniziativa di questo tipo la devi concordare con noi, non con se stesso, e nemmeno può parlarne con te in allenamento e in presenza di arbitri“. “Ma parlarne in presenza di altri, capito?“, continua Bergamo.
Pairetto risponde “è da sciocchi“. Bergamo replica “E poi nello spogliatoio mentre c’è l’osservatore, e allora vuol dire che proprio hai la testa di un uccellino, perché se no non ti ritroveresti, te ti succede una cosa così prendi l’arbitro in disparte e dici guarda è successo questo questo e quello, cosa faccio lo scrivo o no?“.

La settimana successiva si sarebbe disputata la partita Juventus-Roma. Ayroldi non segnalò gli insulti del capitano della Roma all’arbitro nel suo referto e Totti ha potuto giocare quella partita.

Pairetto: «Poi c’è anche Ayroldi che deve uscire».

Bergamo: «Ma Ayroldi…».

Pairetto: «È andato in B, Paolo».

Bergamo: «Però Ayroldi si è comportato male eh?».

Pairetto: «Sì?».

Bergamo: «Ho saputo in Roma, Roma, Roma, Roma… (Roma-Palermo 1-1, ndr) era il quarto. È successo questo, che alla fine della partita Totti l’ha mandato a cagare e lui avrebbe dovuto scrivere che l’ha mandato… Ma di brutto… No che ha mandato lui, che ha mandato a cagare».

Pairetto: «L’arbitro».

Bergamo: «Trefoloni, Trefoloni. E nello spogliat… Mi senti?».

Pairetto: «Sì, sì».

Bergamo: «E nello spogliatoio ha detto lui che se doveva scrivere… cioè che doveva scrivere questa cosa, allora, insomma ha fatto un discorso non chiaro. Ed è stato ascoltato non da Matteo. Quando sono arrivati il giovedì all’allenamento questo cretino di Ayroldi, in allenamento, parlando con un altro arbitro e Matteo, parlando con Matteo ma con gli altri che sentivano, ha detto “oh, meno male eh, che non ho scritto di Totti perché poi ripensandoci, te lo immagini, giocavano con la Juventus e metti caso lo squalificavano e perdevano poi davano la colpa che non c’era Totti”. Matteo gli ha detto: “ma che cazzo dici? Io guarda che di questa storia la sai te, non la so io…” E cosa… Dice no, sì, ma perché lui aveva detto che l’ha mandato a cagare. Gli ho detto guarda… praticamente, lui, giustamente Matteo non ne ha voluto parlare perché mi ha detto dice “guarda una cosa così, detta oltretutto mentre ci sono gli altri, eh dice è una bruciatura per lui, per me, dice, ma credimi che io questa cosa non, assolutamente non avevo sentito niente”. Gli ho detto: “guarda, noi non ne vogliamo parlare pubblicamente perché se no andiamo a continuare a far casino, però con Ayroldi ci parleremo io e Gigi al prossimo raduno perché la dobbiamo chiarire con lui perché anche se lui una volta si prende un’iniziativa di questo tipo la devi concordare con noi, non con se stesso, e nemmeno può parlarne con te in allenamento e in presenza di arbitri“. Ma, dice, fate voi, dice, io volevo informati della cosa perché è andata esattamente così. A me mi sembra un, un piuttosto gravuccia, perché le cose sai fin tanto che si sanno le decidiamo e le affrontiamo, ma che lui, di sua iniziativa, che poi magari io considero che è un ingenuo, che è un ragazzo…»

Pairetto: «È proprio un coglioncello».

Bergamo: «Ecco. È un coglioncione, no un coglioncello».

Pairetto: «Perché lui non è un…».

Bergamo: «Non è un malizioso».

Pairetto: «No, non è un malizioso, infatti è per quello che io dico è proprio un coglione, ma Dio (…)».

Bergamo: «Ma parlarne in presenza di altri, capito?».

Pairetto: «È proprio da sciocchi».

Bergamo: «E poi nello spogliatoio mentre c’è l’osservatore, e allora vuol dire che proprio hai la testa di un uccellino, perché se no non ti ritroveresti, te ti succede una cosa così prendi l’arbitro in disparte e dici guarda è successo questo questo e quello, cosa faccio lo scrivo o no?».

Pairetto: «Appunto. E per lo meno pensare a chi gioca la settimana dopo o meno, se no».

Bergamo: «Ma perché magari lui gli è venuto in mente dopo».

Pairetto: «Magari gli è venuto in mente dopo, sì, sì, non ci ha nemmeno pensato subito, certo».

Bergamo: «Guarda, io son convinto, ci metterei la mano sul fuoco».

Pairetto: «Anch’io, anch’io».

Bergamo: «Che lui non ci ha nemmeno pensato che la partita dopo era quella di Juventus o no, ma ci scommetterei le palle. Ma è questo il discorso, ma ora lui non è più un arbitro che può essere ingenuo così perché se no veramente, hai capito, insomma ci crea problemi e non ce li risolve, ora se questa cosa la vogliamo far passare la facciamo passare…».

Pairetto: «No, però bisogna dirglielo, potremo fare… No, sai perché mi dispiace? Perché è sempre stato sfigato le ultime due volte è uscito tutte e due le volte in B che era inserito in quella di A, ti ricordi?».

Bergamo: «Sì, sì. Ah, ma figurati, te poi lo sai che mai una volta che abbiamo trovato un disaccordo su Ayroldi».

Pairetto: «No no no. Se decidiamo di non metterlo, zero, eh? Proprio zero. Non è un problema».

Bergamo: «Ma io ti ripeto non voglio penalizzarlo, però bisogna parlarci».

Pairetto: «No, no. Dirglielo io son d’accordo con te, dirglielo sì, perché mi  dispiaceva perché sfigato le ultime due volte però ripeto, se decidiamo di metterlo in B, fargli saltare non è… non è un problema, anzi. Certo non litighiamo su Ayroldi».

Bergamo: No, no anche perché… Ma figurati tanto poi non ce ne abbiamo da… Ecco andiamo avanti scusa così. Ah, aspetta, poi ce ne avevo un’altra da raccontarti. Di Mazzoleni. (…).

Pairetto: Dattilo lo possiamo togliere, eh Paolo? Anche perché bisognerà poi riproporlo in A la prossima.

Bergamo: Eh, sai però… Dunque Dattilo ha fatto B, B, poi il turno di A e B fermo, coppa Italia.

Pairetto: Ci mettiamo Romeo al posto di Dattilo?

Bergamo: Romeo quante ne ha fatte? Vediamo un po’.

Pairetto: Romeo ne ha fatte 7.

Bergamo: Sette, Romeo è uno di quelli che poi un giorno o l’altro dobbiamo prendere il toro per le corna.

Pairetto: Sì, sì.

Bergamo: Questo o lo mandi a casa o lo mandi in A, eh?

Pairetto: Io sarei più per la prima ipotesi, mandarlo a casa. Onestamente.

Bergamo: E non dà tanta affidabilità.

Pairetto: No, Romeo in A mi fa cagare veramente, ti giuro.

Bergamo: Sì.

Pairetto: Mi fa cagare sotto proprio dalla paura.

Bergamo: Dattilo è un arbitro da recuperare, però questo è da non perdere…

L’invito a cena

È il 3 gennaio 2005 il designatore Bergamo chiama il presidente dell’Inter Facchetti per invitarlo a cena a casa sua “Si mangia una cosa insieme… si mangia un po’ di pesce… una cosina tra amici

Bergamo: Senti Giacinto posso permettermi una confidenza?

Facchetti: Sì.

Bergamo: Se hai piacere, mercoledì sera se non hai impegni con la squadra, perché non vieni a cena a casa mia? Con chi vuoi tu naturalmente, se sei con un’altra persona fidata, non lo so…

Facchetti: Sì sì, come no..

Bergamo: Tu di solito con chi ti muovi?

Facchetti: No, da solo, da solo, da solo… se vuoi che venga con qualcun altro.

Bergamo: Se vuoi venire con la fidanzata, non lo so…

Facchetti: (ride) No, sono lì da solo io…

Bergamo: Se c’è anche il dottor Moratti… non lo so..

Facchetti: Ma non credo che venga…

Bergamo: Io avevo piacere se venivi te, insomma.

Facchetti: D’accordo.

Bergamo: Si mangia una cosa insieme… si mangia un po’ di pesce… una cosina tra amici.

“Digli al mister di stare tranquillo”

15 aprile 2010 1 commento

È il 20 febbraio 2005, il presidente dell’Inter Facchetti chiama il designatore Bergamo. I due discutono dell’arbitro, Racalbuto, che arbitrerà la prossima partita dell’inter. Bergamo chiede a Facchetti di dire all’allenatore Mancini di stare tranquillo, e in ogni caso lui ha già parlato sia con l’arbitro che con gli assistenti. Facchetti dice a Bergamo che ha litigato con Racalbuto. Ma Bergamo lo tranqullizza, dicendogli che ha già parlato con Racalbuto e ci parlerà di nuovo: “Ci ho già parlato e ci riparlo nel pomeriggio. Lo so mi ricordo tutto, so dei precedenti, di quando sei andato negli spogliatoi. Ma ci parlo io, vedrai che lo trovi rasserenato“.

Facchetti: Buongiorno Paolo.

Bergamo: Buongiorno non ci siamo più sentiti, è andata bene a Palermo!!! (…).

Facchetti: Adesso viene Racalbuto…

Bergamo: Digli al mister di stare tranquillo, perché lui ha un carattere, guarda, che se io potessi me lo toglierei di torno, però lo lasciano tranquillo, fa la sua partita, credimi. Io ci ho già parlato, con gli assistenti.

Facchetti: Perché con Racalbuto ho litigato io, con Racalbuto…

Bergamo: Ci ho già parlato e ci riparlo nel pomeriggio. Lo so mi ricordo tutto, so dei precedenti, di quando sei andato negli spogliatoi. Ma ci parlo io, vedrai che lo trovi rasserenato.

Facchetti: Va bè.

Bergamo: In bocca al lupo Giacinto.

Moratti ha un regalino per te

14 aprile 2010 1 commento

È il 23 dicembre del 2004 il designatore Paolo Bergamo chiama l’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti. Facchetti dice a Bergamo che Moratti aveva un regalino per lui “In ufficio, no no a Milano se ti capita di venire giù perchè aveva là un regalino da darti“. Bergamo replica dicendo che avrebbe piacere di incontrare sia Facchetti che Moratti. Dice poi che vorrebbe aiutare i due a raddrizzare la situazione (dell’inter) “È una situazione che vorrei proprio anch’io aiutarvi a raddrizzare…perchè insomma la squadra non merita la posizione che ha…

Facchetti: “Se tu chiami Moratti…son stato là anche ieri da lui …abbiamo parlato”.

Bergamo: “Io non ho più il suo numero, se tu me lo dai… infatti ricordi…ne avevamo parlato”.

Facchetti: “Sì dai perchè voleva…se passi di qui un giorno…”.

Bergamo: “Ma dov’è è a Forte?”

Facchetti: “In ufficio, no no a Milano se ti capita di venire giù perchè aveva là un regalino da darti“.

Bergamo: “Volevo sentirlo anche così anzi avevo piacere anche di incontrarlo, di incontrarvi, insomma per fare così qualche riflessione insieme”.

Facchetti: “E va bene”.

Bergamo: “È una situazione che vorrei proprio anch’io aiutarvi a raddrizzare…perchè insomma la squadra non merita la posizione che ha…“.

Facchetti: “Sono stati dodici pareggi incredibili…“.

Perché l’intercettazione non c’è?

Nell’udienza di oggi al processo di Napoli uno degli avvocati di Luciano Moggi, l’avv. Trofino ha interrogato il colonnello dei carabinieri Auricchio in merito ad una intercettazione tra l’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti e il designatore Paolo Bergamo. L’avv. Trofino chiede al colonnello Auricchio come mai l’intercettazione tra Facchetti e Bergamo in cui Facchetti sembra indicare a Bergamo come comporre la griglia arbitrale (“Metti dentro …“) non sia stata inserita nelle informative dei carabinieri. Auricchio risponde dicendo che “Non è stata ritenuta valida dal punto di vista investigativo“…

Trofino: Moggi da 4 anni viene accusato di aver fatto le griglie, mentre si diverte solo a fare il rompicapo con Bergamo. poi si trova la telefonata di Facchetti in cui si dice mettimi Collina e non la trascrive. Perché?

Auricchio: Quella telefonata è stata registrata e trascritta

Trofino: Non è stata mai trascritta

Auricchio: Sì

Trofino: E dove?

Auricchio: Sì non è contenuta nelle informative ma è stata trascritta

Trofino: E perché non è contenuta nelle informative?

Auricchio: Non è stata ritenuta valida dal punto di vista investigativo

Evidentemente, considerato che nessuna intercettazione di Facchetti o di Moratti è stata inserita nelle informative, Auricchio e i suoi colleghi ritenevano non valide dal punto di vista investigativo le telefonate di Facchetti e di Moratti.

Bergamo a Facchetti: “Mamma mia cosa ho sofferto!”

È il 10 gennaio 2005, viene intercettata una telefonata tra Giacinto Facchetti e il designatore arbitrale Paolo Bergamo.
I due discutono della rocambolesca vittoria dell’inter sulla sampdoria. In svantaggio per 2-0 fino a pochi minuti dalla fine l’inter riesce a capovolgere il risultato e a vincere per 3-2 con due gol nei minuti di recupero.

Bergamo: Giacinto!

Facchetti: Paolo allora vedi che abbiamo recuperato?

Bergamo: Storico eh storico ieri, mamma mia cosa ho sofferto, non te lo puoi immaginare… guarda che ormai la partita sembrava compromessa, c’è stata una reazione incredibile.

Facchetti: Sull’uno a zero speravo almeno nel pareggio fino alla fine, ma sul 2-0 non speravo più a niente.

Bergamo: Mamma mia ma poi goals bellissimi .

Facchetti: Sì sì sì .

Bergamo: Puliti tranquilli.. è stato bravo Bertini sul 2-2 sul contrasto, quel contrasto tra difensore e Martins, che non era niente eh? Bada bene a volte però magari può essere ingannato perchè questo cade in maniera plateale.

Facchetti: Devo dire che ho predisposto la tua… (incomprensibile) ed in campo sia andato tutto bene.

Bergamo: Sì sì sì ha detto bene.

Facchetti: È stato bravo anche Papi e Puglisi mi sono piaciuti.

Bergamo: Specialmente Puglisi ha fatto bene.

Nella telefonata si parla inoltre di tessere messe a disposizione da Facchetti a Bergamo, con l’accordo che passerà Bergamo in sede a ritirarle. Inoltre, Bergamo chiede del materiale sportivo dell’Inter a Facchetti. Infine, i due concordano la designazione della terna arbitrale per Bologna-Inter di Coppa Italia di 3 giorni dopo e terminata 3-1 per i nerazzurri.

Bergamo: Senti domenica, ehm mercoledì, avevo intenzione di mandarti come assistenti, siccome a Bologna non è una partita scontata secondo me avevo intenzione di metterti Geminiani e Niccolai che sono 2 toscani bravi eh?

Facchetti: Bene, Geminiani non l’abbiamo più.

Bergamo: No no e appunto te lo volevo mandare domenica, si scusa mercoledì c’è questa Coppa Italia che ci interessa ancora e quindi facciamo ..e poi ti mando un giovane, siccome volevamo rimettere in pista Gabriele e Palanca (dopo il caso scommesse che aveva portato alla loro sospensione il luglio del 2004 ndr), avevo intenzione di mandarti Gabriele.

Facchetti: Va bene

Bergamo: Non è un problema per voi… perchè sta facendo bene.

Facchetti: No no va bene poi io mi fido di te… sei tu…

Bergamo: Stai tranquillo stai tranquillo e complimenti per ieri.

Facchetti: Grazie grazie.

Chi fa disinformazione?

Non appena le prime “nuove” intercettazioni, quelle scoperte da Moggi e dai suoi collaboratori, sono state divulgate è intervenuta, non ufficialmente, la procura di Napoli che ha definito la rivelazione di quelle telefonate “disinformazione allo stato puro“.
Bisogna ricordare che la procura di Napoli, tramite uno dei suoi pm Giuseppe Narducci, era arrivata addirittura a negare l’esistenza di queste intercettazioni con delle dichiarazioni che, per come sono state platealmente smentite, entreranno a far parte della storia giudiziaria di questo paese

Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo…“.

balle smentite dai fatti” (riferendosi all’esistenza di un sistema generalizzato in cui erano tutti a parlare con tutti, ndr)

I cellulari erano intercettati 24 ore su 24: le evidenze dei fatti dicono che non e’ vero che ogni dirigente telefonava a Bergamo, a Pairetto, a Mazzino o a Lanese: le persone che hanno stabilito un rapporto con questi si chiamano Moggi, Giraudo, Foti, Lotito, Andrea Della Valle e Diego Della Valle

Alcuni altri, e tra questi molti giornalisti ed alcuni giornali, sono arrivati a sostenere che si, le telefonate dei dirigenti interisti c’erano (del resto ormai era impossibile continuare a negare) ma la differenza con le telefonate intercettate di Moggi era il contenuto che non era dello stesso tenore.

Chiunque può farsi una propria idea se queste erano telefonate “normali” o no. In questo sito ve ne sono almeno 15, per ora. Tra queste da segnalare questa intercettazione tra Mazzei e Facchetti in cui si assiste al seguente scambio di battute in riferimento alla composizione di una griglia arbitrale

Mazzei: il problema è quello, l’unica cosa ora si … devono studiare una griglia dove le possibilità sono più alte per lui

Facchetti: Ma si .. mettono … mettono .. mettono De Santis che ha già fatto la Juve domenica e non può … mettono Rosetti che è di Torino …

Mazzei: ma devono lasciare un campo aperto di almeno un 50% per quello che è scritto nel regolamento mi sembra..

Facchetti: come?

Mazzei: devono lasciare un campo di probabilità almeno di un 50% da quello che ho capito per il regolamento

Facchetti: ah

Mazzei: eh capito? perché non possono forzare … con le preclusioni, almeno un 50% di possibilità mi sembra eh, che è scritto sul regolamento .. dopo ne parlo con Bergamo

Da segnalare inoltre l’intercettazione di una telefonata in cui Facchetti chiama l’arbitro De Santis.

È stato anche detto da alcuni giornali che Moratti aveva ammesso l’esistenza di telefonate con il designatore Bergamo in una intervista del 31 agosto del 2006 al Magazine del Corriere della Sera

Moggi dice che con Bergamo ci parlava anche Facchetti…
“Non c’è niente di male a parlare con Bergamo. La differenza sta nelle cose che si dicono”.

Meno rapporti si hanno con i designatori e meglio è.
“Sono loro che chiamano per sapere se tutto va bene”.

Lei ha mai telefonato a un designatore?
“No. Ma posso aver ricevuto da loro qualche telefonata in cui mi chiedono opinioni”.

Quindi non è da escludere che un giorno vengano fuori delle telefonate in cui c’è anche lei…
“Solo telefonate ‘normali’ senza alcun interesse”.

Moggi dice che se avessero intercettato anche gli altri si sarebbero scoperte le stesse cose.
“Ma mica intercettavano Moggi. Intercettavano Bergamo. Evidentemente la Juve c’entrava e l’Inter no”.

Innanzitutto è da osservare che di telefonate tra Moratti e Bergamo ne è uscita più di una, e altre forse ne usciranno. È da osservare anche che Moratti non riferì di questi colloqui con il designatore arbitrale ne’ durante la fase delle indagini sportive ne’ durante i processi sportivi.
E anche nell’intervista qui citata Moratti non è chiaro su queste telefonate tra lui e Bergamo. Infatti alla domanda “Lei ha mai telefonato ad un designatore?”

Lei ha mai telefonato a un designatore?

“No. Ma posso aver ricevuto da loro qualche telefonata in cui mi chiedono opinioni“.

Moratti non risponde in modo chiaro, ad esempio “Ho ricevuto alcune telefonate da Bergamo”, ma dice “posso aver ricevuto qualche telefonata”.
Non era sicuro di aver ricevuto telefonate da Bergamo? Non le ricordava? Perché dunque non disse in modo chiaro “Si, è vero, Bergamo mi chiamava”?

Moratti comunque dice di non aver mai chiamato lui Bergamo.
In questa intercettazione tra Moratti e Bergamo Moratti manifesta a Bergamo il desiderio di incontrarlo

Moratti: Senta, io ci tenevo ad incontrarla…

Bergamo: Anch’io, perché ci tenevo per farle una confidenza…

Quindi non gli telefonava ma ci teneva ad incontrarlo.
In quest’altra intercettazione, sempre tra Moratti e Bergamo, Moratti dice a Bergamo “Sa che volevo chiamarla ieri sera…”

Bergamo: Presidente Moratti

Moratti: Chi parla?

Bergamo: Buona sera sono Bergamo…

Moratti: Ohii Come sta?

Bergamo: Mamma mia presidente … due chili .. due chili in meno

Moratti: Sa che volevo chiamarla ieri sera perché poi sono andato dal ragazzo …

Quindi diciamo che, anche se Moratti non ha mai chiamato Bergamo, almeno una volta ha manifestato l’intenzione di volerlo chiamare. L’audio della telefonata è disponibile a questa pagina, e si può anche notare il tono molto confidenziale della telefonata.

Moratti afferma anche che nelle telefonate che riceveva Bergamo gli chiedeva qualche opinione.
In questa intercettazione Bergamo, dopo aver detto a Moratti di aver parlato con Facchetti “per confermare questo clima di cordialità che naturalmente è una cosa che sappiamo io e lei“, dice a Moratti di aver pensato di mandare l’arbitro Gabriele ad arbitrare la prossima partita di Coppa Italia dell’Inter contro il Bologna.
Non si sa se questo genere di comunicazione è stata fatta da Bergamo anche ai dirigenti del Bologna.

Bergamo: Mi sono sentito con Facchetti, Presidente, per confermare questo clima di cordialità che naturalmente è una cosa che sappiamo io e lei, però il gruppo ha molto apprezzato il lavoro che noi abbiamo fatto nei confronti di Gabriele e Palanca e quindi ho pensato di farli rientrare in Coppa Italia, uno viene a fare l’Inter e uno fa il Milan.

Moratti: Va bene…

Bergamo: Volevamo dargli un’immagine buona…

Moratti: Sì, sì…

In seguito al clamore suscitato dalla divulgazione di intercettazioni che per la procura di Napoli non dovevano nemmeno esistere la stessa procura di Napoli, non ufficialmente, fa sapere che queste intercettazioni sarebbero già state vagliate e ritenute penalmente non rilevanti e per questo non trascritte, ed inoltre “la trascrizione e il deposito agli atti delle chiamate di Facchetti sarebbero la dimostrazione che non vi è stata alcuna intenzione di tenere fuori dall’inchiesta l’Inter”.
Per testimoniare quanto sopra vengono diffuse alcune telefonate di Facchetti contenute nel rapporto dei carabinieri del marzo 2007.

Ora, si devono fare alcune considerazioni.
Si dice che queste intercettazioni erano state vagliate dagli inquirenti e non erano state trascritte perché ritenute penalmente non rilevanti. Una motivazione alquanto bizzarra.
Perché lo stesso metro di giudizio non è stato utilizzato nei confronti degli indagati? Nei confronti dei quali invece sono state trascritte e diffuse telefonate prive di qualsiasi rilievo penale?
Citiamo ad esempio l’intercettazione di una telefonata tra il figlio di Luciano Moggi ed una nota presentatrice Tv di Sky in cui il figlio di Moggi offre alla suddetta presentatrice un viaggio a Parigi. Questa intercettazione è stata trascritta e diffusa agli organi di stampa che l’anno pubblicata.
Perché quindi questa telefonata è stata trascritta mentre la telefonata in cui Facchetti parlava con Mazzei su come comporre la griglia arbitrale non è stata trascritta?

E poi siamo sicuri che queste telefonate sono prive di rilievo penale? Perché una telefonata in cui Moggi e Bergamo discutono su una griglia arbitrale viene ritenuta penalmente rilevante mentre una telefonata in cui Facchetti discute con Mazzei su come comporre la griglia arbitrale non viene ritenuta penalmente rilevante? La differenza sta forse nei protagonisti? Se la telefonata la fa Moggi allora è penalmente rilevante, se la fa Facchetti non è penalmente rilevante?

E ancora. La procura di Napoli e i Carabinieri di Roma hanno compiuto grandi sforzi per cercare di dimostrare, senza per altro riuscirci, che Moggi si sentisse telefonicamente, tramite le schede svizzere, con alcuni arbitri. Sono state effettuate perizie, super perizie, ecc. quando poi ci si ritrova la telefonata intercettata tra un dirigente di società, Facchetti, e un arbitro in attività, De Santis. Senza bisogno di chissà che sforzi. Senza bisogno di perizie, super perizie.
Sarebbe sufficiente trascrivere la telefonata e metterla nelle informative per la procura.
E invece non viene fatto.
Perché?
Se Moggi si sente telefonicamente con un arbitro è penalmente rilevante, mentre se Facchetti si sente telefonicamente con un arbitro non è penalmente rilevante?

La procura di Napoli fa sapere, informalmente, che le telefonate di Facchetti sono state trascritte (ma non erano penalmente irrilevanti?) sono state inserite nel rapporto dei carabinieri del marzo 2007. E questo sarebbe la prova che “non vi è stata alcuna intenzione di tenere fuori dall’inchiesta l’Inter”.
E vengono diffuse alcune di queste intercettazioni che vedono protagonista Facchetti, le si possono leggere ad esempio sul sito della gazzetta, di solito ben informata sulle posizioni della procura di Napoli.

Come si potrà facilmente notare le parti di intercettazioni pubblicate sono per l’appunto parti di intercettazioni, non complete quindi, e non sono certo quelle che più scalpore hanno destato.
Stranamente infatti non vengono pubblicate le intercettazioni di Facchetti con De Santis, o di Facchetti con Mazzei. Intercettazioni ben più pesanti di queste pubblicate.
Come si potrà notare le date delle telefonate intercettate si riferiscono al settembre del 2004.
Ed è strano, perché le intercettazioni disposte dalla procura di Napoli partono da ottobre 2004 e arrivano a giugno 2005.
Le intercettazioni che la procura di Napoli, non ufficialmente, asserisce essere presenti nel rapporto del Carabinieri di Roma del 2007, e che sono state diffuse dalla stampa, altro non sono che le intercettazioni disposte dalla Procura di Torino ed effettuate dalla Questura di Torino.
Non sono, ripetiamo, non sono le intercettazioni disposte dalla procura di Napoli.
Come confermano i legali di Luciano Moggi

Le intercettazioni che abbiamo scoperto tra le 171mila effettuate su disposizione della Procura di Napoli e di cui stiamo parlando in questi giorni, non figurano in alcuna informativa dei carabinieri“. Così afferma l’avvocato Maurilio Prioreschi, difensore dell’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi. “Le telefonate a cui fanno riferimento gli inquirenti, secondo alcuni organi di stampa, – ha continuato il penalista – sono invece quelle effettuate dalla Questura di Torino e disposte dalla Procura di Torino, regolarmente trascritte e note da anni, tanto è vero che riportano la data del settembre 2004“. Prioreschi ha poi aggiunto: “Le intercettazioni di Napoli, per calciopoli, sono iniziate alla fine dell’ottobre 2004 e proseguite fino a giugno del 2005. Questa, non la nostra, è disinformazione allo stato puro“.

A questo punto è giusto chiedersi: chi è che davvero fa disinformazione?
E perché?

“Vedrai che fa una bella partita vedrai”

Il 27 gennaio del 2005 viene intercettata una telefonata tra Giacinto Facchetti e il designatore Paolo Bergamo. Inizialmente discutono della partita Chievo-Inter, terminata 1-1, in cui era stato annullato un gol a Christian Vieri per fuorigioco. L’arbitro di quella partita era Paparesta. Bergamo difende comunque Paparesta “era preparato a farla bene, proprio su tutto…“.
Quindi il discorso finisce sulla partita, di Coppa Italia, che si disputerà in serata tra Atalanta e Inter, che si concluderà con la vittoria a Bergamo dell’Inter per 1-0. La partita sarà arbitrata da Palanca. Bergamo tranquillizza Facchetti sull’arbitro Palanca “Vedrai che fa una bella partita vedrai

Bergamo: Giacinto!

Facchetti: Ciao Paolo

Bergamo: Come stai?

Facchetti: Bene ti avevo chiamato ieri..

Bergamo: Ieri.. mi dispiace..

Facchetti: Eh ma forse quando c’era la partita in corso..

Bergamo: Ah ieri sera sì, ieri e oggi ci siamo dedicati alla Coppa Italia sì..

Facchetti: Eh niente volevo salutarti poi ho visto domenica, io non lo sapevo che il Presidente Moratti il giorno dopo aveva tirato fuori stà storia dell’arbitro..

Bergamo: No, ma non ti preoccupare Giacinto, il Presidente quando ha voglia di parlare lo fa..

Facchetti: Sì sì, ma era stato Ricci a sbagliare, Paparesta ha preso la decisione su questo..

Bergamo: Ma sai qui quando si lamenta il Presidente ha sempre ragione, l’importante è che non dia alibi ai giocatori..

Facchetti: Sì sì no no infatti..

Bergamo: Capito? Perché Paparesta cosa doveva fare? Lì ha sbagliato Ricci e..

Facchetti: Infatti lui ha guardato di là quindi..

Bergamo: Anzi Paparesta ha fatto una buona partita, purtroppo era preparato a farla bene, proprio su tutto… il massimo..

Facchetti: Niente, stasera abbiamo Palanca..

Bergamo: Vedrai che fa una bella partita vedrai, vedrai che fa una bella partita.. vedrai..

Facchetti: Siamo tutti a Bergamo!