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Palazzi accusa: Facchetti, fu illecito sportivo

Sono state rese note le motivazioni che hanno portato il procuratore federale Stefano Palazzi ad archiviare, per prescrizione, la posizione di Moratti, Facchetti e dell’Inter.
Per Palazzi l’Inter, come il suo allora presidente Facchetti, fu colpevole di illecito sportivo. Mentre per Moratti viene ravvisata la violazione dell’art. 1 (lealtà sportiva) del codice di giustizia sportiva.

Questo Ufficio ritiene che le condotte fossero certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale FC, mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale

è emersa l’esistenza di una rete consolidata di rapporti, di natura non regolamentare, diretti ad alterare i principi di terzietà, imparzialità e indipendenza del settore arbitrale, instaurati, in particolare fra i designatori arbitrali Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto (ma anche, sia pur in forma minore, con altri esponenti del settore arbitrale) ed il Presidente dell’Inter, Giacinto Facchetti“.

Dalle carte in esame e, in particolare, dalle conversazioni oggetto di intercettazione telefonica, emerge l’esistenza di una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo

La suddetta finalità veniva perseguita sostanzialmente attraverso una frequente corrispondenza telefonica fra i soggetti menzionati, alla base della quale vi era un consolidato rapporto di amicizia, come evidenziato dal tenore particolarmente confidenziale delle conversazioni in atti

assume una portata decisiva la circostanza che le conversazioni citate intervengono spesso in prossimità delle gare che dovrà disputare l’Inter e che oggetto delle stesse sono proprio gli arbitri e gli assistenti impegnati con tale squadra

In relazione a tali gare il presidente Facchetti si pone quale interlocutore privilegiato nei confronti dei designatori arbitrali, parlando con essi delle griglie arbitrali delle gare che riguardano la propria squadra nonchè della stessa designazione della terna arbitrale ed interagendo con i designatori nelle procedure che conducono alla stessa individuazione dei nominativi degli arbitri da inserire in griglia e degli assistenti chiamati ad assistere i primi“.

Comunque informato della circostanza che il Facchetti avesse contatti con i designatori, come emerge dalle telefonate commentate, nel corso delle quali è lo stesso Bergamo che rappresenta tale circostanza al suo interlocutore. (…) Ne consegue che la condotta del tesserato in esame, Moratti, in considerazione dei temi trattati con il designatore e della frequenza dei contatti intercorsi, appare in violazione dell’art. 1 CGS vigente all’epoca dei fatti, sotto i molteplici profili indicati

In alcuni casi emerge anche l’assicurazione da parte dell’interlocutore di intervento diretto sul singolo direttore di gara, come rivelato da alcune rassicurazioni che il designatore arbitrale rivolge al proprio interlocutore, in cui si precisa che l’arbitro verrà ‘predisposto a svolgere una buona gara’ o, con eguale significato, che è stato ‘preparato a svolgere una bella gara’; o ancora, affermazioni del designatore volte a tranquillizzare il presidente Facchetti sulla prestazione dell’arbitro, nel senso che gli avrebbe parlato direttamente lui o che già gli aveva parlato“.

In un caso, addirittura, il designatore arbitrale, nel tentativo di tranquillizzare il proprio interlocutore e sedare le preoccupazioni di quest’ultimo sulle tradizioni negative della propria squadra con un determinato arbitro, afferma che quest’ultimo è stato avvertito e che sicuramente lo score dell’lnter sotto la sua direzione registrerà una vittoria in più in conseguenza della successiva gara di campionato

Tale capacità di interlocuzione in alcuni casi diventa una vera e propria manifestazione di consenso preventivo alla designazione di un arbitro e rappresenta un forte potere di condizionamento sui designatori arbitrali, fondato su rapporti di particolare amicizia e confidenza che il Presidente Facchetti può vantare nei confronti degli stessi designatori e che trovano la loro concretizzazione espressiva nella effettuazione anche di una cena privata con Bergamo e nello scambio di numerosi favori e cortesie (elargizione di biglietti e tessere per le gare dell’Internazionale, di gadget e borsoni contenenti materiale sportivo della squadra milanese, etc…) e non meglio precisati ‘regalini’“.

Nuove intercettazioni sui vertici FIGC in arrivo?

In una intervista Nicola Penta, il collaboratore di Moggi che si sta occupando di ascoltare le decine di migliaia di intercettazioni non trascritte dagli inquirenti, lascia intendere che starebbero per essere rivelate delle intercettazioni che vedono come protagonisti degli altissimi dirigenti della FIGC.

Non resta che aspettare.

Categorie:Farsopoli, Intercettazioni Tag:

Calciopoli bis, Abete: “Nessuna urgenza di sentenze”

12 aprile 2010 1 commento

Intervenendo nella trasmissione radiofonica Radio anch’io il Presidente della FICG Abete parla delle nuove intercettazioni e si dimostra estremamente garantista, a differenza di quanto fu fatto nei processi sportivi del 2006.

“Nella sua completa autonomia il procuratore Palazzi valuterà con il suo ufficio le risultanze dell’udienza di Napoli. C’è un fascicolo aperto che contiene documenti usciti finora e domani a Napoli saranno ufficializzati nell’udienza: dopo è ovvio che Palazzi valuterà se aprire un’inchiesta dal punto di vista operativo. C’è una grande attenzione su questo argomento, ma la centralità degli organismi sportivi c’è stata quando occorreva iscrivere le squadre al campionato, alle competizioni sportive. Non si pensi che giustizia sportiva e Figc debbano dare giudizi in ore o minuti, insomma non va trascinata la Figc in urgenze che non ci sono.

“La Figc ha due piani di intervento: uno della procura per accertare situazioni, l’altro di politica sportiva della federazione che accetterà che vengano prese in esame le ulteriori intercettazioni portate. C’è un’esplosione passionale sul versante delle valutazioni, noi però non siamo un soggetto di parte, dobbiamo tutelare la trasparenza.”

Da ricordare che i processi sportivi del 2006, che dopo il commissariamento videro Abete diventare presidente della FIGC, furono svolti nel giro di qualche settimana.
Processi sportivi che portarono a pesanti condanne. E che furono svolti a “passo di carica” e con estrema urgenza.
Evidentemente in alcuni casi c’è fretta e in altri no. Bisognerebbe però capire perché.

Moggi: “Se la Figc non riapre il Processo Sportivo li denuncio”

In una intervista a Repubblica l’ex dg della Juventus Luciano Moggi parla degli ultimi sviluppi di Farsopoli. Dopo aver detto che le nuove telefonate uscite in questi giorni non erano dello stesso tenore delle sue telefonate, nel senso che lui certe cose non le ha mai dette e non le ha mai fatte “Io dico una cosa: confrontiamo le mie telefonate con quelle degli altri. Io certe cose non le ho mai dette, non ho chiamate con gli arbitri. Guardi che dicevano altri e vedrà cosa ho fatto io e cosa hanno fatto questi signori…” afferma che intenderà denunciare la FIGC se questa non dovesse riaprire il processo sportivo “se non si muovono li denuncio per omissione d´atti d’ufficio. Devono riaprire il processo sportivo, altro che storie“. E sul fatto che la FIGC potesse avere le intercettazioni uscite in questi giorni dice “Può darsi che le avessero. Ora di sicuro“.

Ma perché oggi Luciano Moggi è più agguerrito che mai?

«Sa per chi lo faccio? Lo faccio per gli arbitri…».

Scusi, Moggi: ma se lei era il capo della Cupola, gli arbitri erano tutti a sua disposizione e adesso scatena questo nuovo putiferio di intercettazioni per loro…

«Sì, perché gli arbitri non hanno colpa, e qualcuno ci ha rimesso pure la salute».

Mentre le colpe ormai si sa di chi sono…

«Macché cupola e cupola. Dicevano che Paolo Bergamo era nostro sodale, ma quando mai? Lasciamo stare: guardi che sta succedendo in questi giorni, quanta gente che parlava…».

Le intercettazioni nuove riguardano l’Inter con Facchetti e Moratti, mentre quelle di Galliani, Meani, Collina, Cellino sono roba vecchia.

«Io dico una cosa: confrontiamo le mie telefonate con quelle degli altri. Io certe cose non le ho mai dette, non ho chiamate con gli arbitri. Guardi che dicevano altri e vedrà cosa ho fatto io e cosa hanno fatto questi signori… La Juve è stata fregata, e ha pagato. Ora tocca ad altri… Questa la verità che sta venendo fuori, mi fa piacere che qualcuno cominci a farsi un’altra idea di tutti questi anni».

Ma c´è chi sostiene che anche queste nuove intercettazioni saranno ininfluenti per il processo di Calciopoli.

«Non lo so. Lo vedremo martedì».

È vero che in aula ne svelerete altre, fra cui una dove Facchetti diceva a Bergamo di lasciar perdere col sorteggio arbitrale?

«Non so. Quelle che sono uscite adesso bastano e avanzano».

E se non verranno accolte dai giudici?

«Che facciamo, andiamo a casa? Vedremo in aula».

In Federcalcio secondo lei le avevano queste intercettazioni che riguardano l’Inter?

«Può darsi che le avessero. Ora di sicuro. E se non si muovono li denuncio per omissione d’atti d’ufficio. Devono riaprire il processo sportivo, altro che storie».

Che pensa che succederà martedì a Napoli?

«Cose divertenti. Il bello, mi creda, viene solo adesso. Io ho aspettato tanti anni ma sapevo che certe cose c´erano, e che prima o poi sarebbero venute a galla. Arrivederci a martedì».

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Oriali, la condanna? devo tutto a Franco Baldini

23 marzo 2010 3 commenti

Gabriele Oriali, dirigente dell’inter torna a parlare della sua condanna in relazione al falso passaporto di Recoba in una intervista al quotidiano La Stampa.
Oriali patteggiò una condanna a sei mesi di reclusione per i reati di concorso in falso e ricettazione in relazione al falso passaporto dell’allora giocatore dell’Inter Alvaro Recoba e per la patente, sempre intestata a Recoba, che risultò essere falsa ed essere stata rubata negli uffici della Motorizzazione civile di Latina.

Nell’intervista Oriali tira in ballo l’ex dirigente della a.s. Roma Franco Baldini che, a dire di Oriali, gli avrebbe detto che le carte erano in regola salvo poi lasciarlo solo

Passaportopoli, dossier Recoba: in che misura la condanna a sei mesi di reclusione e il relativo patteggiamento l’hanno segnata?

«È una grave macchia, lo so, ma ha presente il signore che compare sempre al fianco di Fabio Capello? Sì, Franco Baldini. Ecco, devo tutto a lui. Mi disse che c’era questa possibilità eccetera eccetera, e che le carte erano in regola. Salvo poi lasciarmi nella cacca».

Oriali conclude poi l’intervista rivelando di essere Juventino-fin-da-bambino

Per chi tifava, da ragazzo?

«Per la Juventus».

Anche la roma fu al centro di indagini, e processi, sia sportivi che penali per presunti passaporti falsi di alcuni suoi giocatori.
È il famoso scandalo chiamato “passaportopoli“.

I processi sportivi si chiusero con pene molto miti, l’Inter fu condannata a pagare una multa di 2 miliardi di lire, la roma una multa di 1.5 miliardi di lire, il Milan una multa di 1 miliardo di lire. Inoltre furono squalificati i giocatori. Tra questi Alvaro Recoba, dell’Inter, squalificato per 1 anno. Fábio Júnior, Gustavo Bartelt, giocatori della Roma, anch’essi squalificati per 1 anno, e Dida (Milan) squalificato per 1 anno.

Squalificati anche i dirigenti. Un anno di squalifica a Gabriele Oriali, dirigente dell’Inter, 9 mesi di squalifica a Franco Baldini, dirigente della Roma.

A gennaio 2010 delle altre rivelazioni avevano coinvolto l’ex dirigente romanista Franco Baldini. Queste riguardavano “Calciopoli”.
In particolare si trattava di una intercettazione telefonica Tra l’allora vicepresidente della FIGC Innocenzo Mazzini e Franco Baldini.
Questa intercettazione non era stata inserita dall’accusa (Procura di Napoli e Carabinieri di Roma) negli atti del processo in corso a Napoli.
Nell’intercettazione, risalente al 2005, Baldini chiede a Innocenzo Mazzini di segnalare a Luciano Moggi Renzo Castagnini, suo amico, affinché fosse assunto dall’Arezzo Calcio, e gli indica la “ricompensa” per questo favore

“Forse se ti comporti bene, quando farò il ribaltone e tanto lo farò perché io vivo per quello, fare il ribaltone e buttare tutti di sotto dalla poltrona, io ti salverò. Forse”

e ancora

“Io mi sono sempre guardato bene dal fare il tuo nome. Ho parlato di Carraro, Galliani, Giraudo. Non t’ho mai nominato.”

Un anno circa dopo questa telefonata in cui Baldini rivelava di voler fare “il ribaltone” scoppia Farsopoli.

Nel corso di una udienza del processo GEA Luciano Moggi ha parlato, in una dichiarazione spontanea, ha parlato di Franco Baldini e di Attilio Auricchio, il maggiore dei Carabinieri di Roma che ha svolto le indagini per conto della Procura di Napoli, e ancora prima le indagini sulle false fidejussioni presentare dalla Roma per iscriversi al campionato (in quelle indagini la Roma fu considerata “parte lesa”)

“Il maggiore Attilio Auricchio dei carabinieri e Franco Baldini (ex ds della Roma) si dovrebbero vergognare. Dalle testimonianze di questi due la vicenda appare come una cosa macchina e predisposta. Non prove ma chiacchere”.

“Quando da me veniva qualcuno, come l’ex ds del Siena Nelson Ricci e mi diceva che Baldini gli aveva chiesto di testimoniare, a Roma, contro di noi, non gli davo peso. Ho considerato quelle delle chiacchere, cose a cui non dare peso”.

e ancora

“Il maggiore Auricchio e Baldini si conoscevano benissimo”

“Per più di un mese i due si sono visti, facevano riunioni segrete, Auricchio gli disse di fare una denuncia contro di me”

“La vicenda appare come una cosa macchinata e predisposta”