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Archive for the ‘Intercettazioni’ Category

“Se hai un dubbio pensa a chi è più dietro”

27 settembre 2011 Lascia un commento

Nuova intercettazione portata alla luce dai consulenti di Luciano Moggi. La telefonata è tra l’allora designatore arbitrale Bergamo e l’arbitro Rodomonti, ed avviene appena poche ore prima della partita Inter-Juventus. Il designatore dice all’arbitro che nel dubbio “pensa a chi è più dietro piuttosto che chi è davanti

Bergamo – Stai preparando bene la partita?

Rodomonti – Sì, sì, sì…

Bergamo – Hai visto qualcosa oggi mentre ti riposavi?

Rodomonti – No, ho visto quasi niente…

Bergamo – Però, mi raccomando… Hai faticato tanto per arrivare lì… Per ritornarci, e quindi io mi aspetti, credimi, che tu non sbagli niente.

Rodomonti – Mi fa immensamente piacere quello che hai detto, perché è la verità.

Bergamo – Oltretutto, c’è una differenza di 15 punti tra le due squadre, capito? Quindi anche psicologicamente preparatici bene.

Rodomonti – Va’ bene, tranquillo…

Bergamo – Le fatiche che hai durato non le devi mettere in discussione, fa la tua partita, non ce n’è per nessuno, e, se ti dico proprio la mia, in questo momento, se hai un dubbio, pensa a chi è più dietro piuttosto che chi è davanti, dammi retta!

Rodomonti – Va bene, parola d’onore, va bene, sta tranquillo.

Bergamo – È una cosa che rimane tra me e te… Arrivare lassù lo sai quanto sia faticoso, e ritornare giù sarebbe per te proprio stupido. Fa la persona intelligente!

Rodomonti – Perfetto, ho capito tutto!

Bergamo – La cosa rimane tra me e te, come mi auguro.

Rodomonti – Vai tranquillo… No, no, tranquillo, io non parlo mai con gli altri di me.

Bergamo – Io ci conto, perché è soltanto una scelta per te, credimi, devi pensare a te stesso in questo momento.

Galliani: “Auricchio ci deve spiegazioni”

15 luglio 2011 1 commento

Dopo la dura presa di posizione della Fiorentina sulle intercettazioni scomparse è la volta dell’amministratore delegato del Milan, Galliani, che oggi, in una intervista alla gazzetta, chiede spiegazioni.

Credo sia giunto il momento di svelenire il calcio italiano. Per riuscirci, però, occorre che il colonnello Auricchio ci spieghi perché nella sua indagine sono comparse soltanto determinate intercettazioni. E non altre. Se non avviene questo chiarimento, tutto rischia di rimanere com’è. Ben venga, dunque, l’idea della famiglia Della Valle di un tavolo di pacificazione, il Milan è pronto a parteciparvi e a dare la massima collaborazione. Prima, però, è fondamentale fare chiarezza sul punto delle trascrizioni. E’ una questione di buon senso perché quell’inchiesta ha riguardato soltanto determinati club. E gli effetti si sono visti anche nel processo sportivo che ha determinato delle pene. Convinciamoci, l’osservazione dei Della Valle sull’operato di Auricchio chiama in causa tutti. E i veleni non scompariranno se non giungerà una risposta su questo delicatissimo punto”.

Fiorentina: “Fare chiarezza su quanto successo nell’estate 2006”

Le “intercettazioni scomparse” su Farsopoli continuano a suscitare vivaci polemiche e grandi interrogativi. Questa volta è il turno della Fiorentina, che con un comunicato sul sito ufficiale chiede di fare chiarezza su quanto successo nell’estate del 2006.

Bisogna far chiarezza su quanto accaduto nell’estate del 2006 anche alla luce delle novità emerse dal processo di Napoli e dal supplemento di indagine svolto dal procuratore federale dottor Palazzi. È necessario che venga spiegato a tutti perchè migliaia di telefonate, utili nel loro insieme a precisare il quadro della situazione, siano state accantonate dagli inquirenti, in particolare dal colonnello Auricchio titolare dell’indagine”.

L’Af Fiorentina chiede con determinazione che il colonnello Auricchio, principale responsabile delle lacune e delle distorsioni emerse, spieghi immediatamente perchè allora vennero prese certe decisioni e chi era al corrente delle decisioni prese. E in particolare perchè venne selezionato il materiale probatorio a disposizione, ignorandone una parte consistente e rinunciando ad altri approfondimenti possibili e opportuni. È fondamentale anche sapere se i Pm Beatrice e Narducci fossero tenuti all’oscuro delle intercettazioni arbitrariamente considerate irrilevanti. E se i responsabili di allora del funzionamento della Federcalcio, il commissario straordinario Guido Rossi e gli organi di giustizia sportiva da lui nominati, fossero informati di una trasmissione solo parziale degli atti messi a loro disposizione”.

Attendiamo (con fiducia?) che qualcuno risponda alle domande poste.

Palazzi accusa: Facchetti, fu illecito sportivo

Sono state rese note le motivazioni che hanno portato il procuratore federale Stefano Palazzi ad archiviare, per prescrizione, la posizione di Moratti, Facchetti e dell’Inter.
Per Palazzi l’Inter, come il suo allora presidente Facchetti, fu colpevole di illecito sportivo. Mentre per Moratti viene ravvisata la violazione dell’art. 1 (lealtà sportiva) del codice di giustizia sportiva.

Questo Ufficio ritiene che le condotte fossero certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale FC, mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale

è emersa l’esistenza di una rete consolidata di rapporti, di natura non regolamentare, diretti ad alterare i principi di terzietà, imparzialità e indipendenza del settore arbitrale, instaurati, in particolare fra i designatori arbitrali Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto (ma anche, sia pur in forma minore, con altri esponenti del settore arbitrale) ed il Presidente dell’Inter, Giacinto Facchetti“.

Dalle carte in esame e, in particolare, dalle conversazioni oggetto di intercettazione telefonica, emerge l’esistenza di una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo

La suddetta finalità veniva perseguita sostanzialmente attraverso una frequente corrispondenza telefonica fra i soggetti menzionati, alla base della quale vi era un consolidato rapporto di amicizia, come evidenziato dal tenore particolarmente confidenziale delle conversazioni in atti

assume una portata decisiva la circostanza che le conversazioni citate intervengono spesso in prossimità delle gare che dovrà disputare l’Inter e che oggetto delle stesse sono proprio gli arbitri e gli assistenti impegnati con tale squadra

In relazione a tali gare il presidente Facchetti si pone quale interlocutore privilegiato nei confronti dei designatori arbitrali, parlando con essi delle griglie arbitrali delle gare che riguardano la propria squadra nonchè della stessa designazione della terna arbitrale ed interagendo con i designatori nelle procedure che conducono alla stessa individuazione dei nominativi degli arbitri da inserire in griglia e degli assistenti chiamati ad assistere i primi“.

Comunque informato della circostanza che il Facchetti avesse contatti con i designatori, come emerge dalle telefonate commentate, nel corso delle quali è lo stesso Bergamo che rappresenta tale circostanza al suo interlocutore. (…) Ne consegue che la condotta del tesserato in esame, Moratti, in considerazione dei temi trattati con il designatore e della frequenza dei contatti intercorsi, appare in violazione dell’art. 1 CGS vigente all’epoca dei fatti, sotto i molteplici profili indicati

In alcuni casi emerge anche l’assicurazione da parte dell’interlocutore di intervento diretto sul singolo direttore di gara, come rivelato da alcune rassicurazioni che il designatore arbitrale rivolge al proprio interlocutore, in cui si precisa che l’arbitro verrà ‘predisposto a svolgere una buona gara’ o, con eguale significato, che è stato ‘preparato a svolgere una bella gara’; o ancora, affermazioni del designatore volte a tranquillizzare il presidente Facchetti sulla prestazione dell’arbitro, nel senso che gli avrebbe parlato direttamente lui o che già gli aveva parlato“.

In un caso, addirittura, il designatore arbitrale, nel tentativo di tranquillizzare il proprio interlocutore e sedare le preoccupazioni di quest’ultimo sulle tradizioni negative della propria squadra con un determinato arbitro, afferma che quest’ultimo è stato avvertito e che sicuramente lo score dell’lnter sotto la sua direzione registrerà una vittoria in più in conseguenza della successiva gara di campionato

Tale capacità di interlocuzione in alcuni casi diventa una vera e propria manifestazione di consenso preventivo alla designazione di un arbitro e rappresenta un forte potere di condizionamento sui designatori arbitrali, fondato su rapporti di particolare amicizia e confidenza che il Presidente Facchetti può vantare nei confronti degli stessi designatori e che trovano la loro concretizzazione espressiva nella effettuazione anche di una cena privata con Bergamo e nello scambio di numerosi favori e cortesie (elargizione di biglietti e tessere per le gare dell’Internazionale, di gadget e borsoni contenenti materiale sportivo della squadra milanese, etc…) e non meglio precisati ‘regalini’“.

Nuove intercettazioni sui vertici FIGC in arrivo?

In una intervista Nicola Penta, il collaboratore di Moggi che si sta occupando di ascoltare le decine di migliaia di intercettazioni non trascritte dagli inquirenti, lascia intendere che starebbero per essere rivelate delle intercettazioni che vedono come protagonisti degli altissimi dirigenti della FIGC.

Non resta che aspettare.

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“Presidente, mi riconosci?”

&EGrave; il 14 marzo 2005, il Direttore Generale della Juventus Luciano Moggi chiama il Presidente dell’Inter Massimo Moratti.

Moggi: “Presidente, mi riconosci?”

Moratti: “Uee, come va?”

Moggi: “Mannaggia, non mi ci sentiamo più”

Moratti: “Eh, eh…cosa le ha detto Campedelli ieri sera?”

Moggi: “Ieri sera…era una cosa impossibile. Ho riguardato la televisione: l’assistente sta in linea col giocatore che tira, a dieci metri dalla porta…”

Moratti: “Non la beccherà mai”

Moggi: “Avrebbe sbagliato se fosse stato in linea con la porta…non può andare alla velocità del pallone…che poi il secondo passo ha dato la sensazione a tutti quanti che fosse fuori…”

Moratti: “L’ho vista dopo…da fuori non dava la sensazione, da dietro si capisce…ma cazzo, devi riprenderla”

Moggi: “Adesso ci vogliono i sensori dietro le porte”

Moratti: “Sì, che poi per evitare queste rotture di coglioni che tutti la mettono sul piano…vedi che ti devo fare i complimenti, ho visto giocare da Dio Del Piero ieri sera”

Moggi: “Ieri sera ha giocato bene”

Moratti: “Primo tempo…per uno che piace il calcio…avevi voglia di vedere come toccava il pallone per vedere quello che faceva, era proprio bravo”

Moggi: “La squadra era sulle gambe”

Moratti: “Il Milan le ha vinte tutte…ma cazzo anche quella di ieri!”

Moggi: “Il Milan deve essere protetto da qualche santo”

Moratti: “Incredibile”

Moggi: “Senta, ma noi non ci vediamo mai…una volta ci dobbiamo vedere”

Moratti: “Possiamo farlo benissimo..”

Moggi: “Anche in settimana, per farci una chiaccherata, un tempo ci portava fortuna”

Moratti: “Sì si eh eh”

Moggi: “La chiamo mercoledì in mattinata…giovedì o venerdì quando ha tempo”

Moratti: “Tenga conto che martedì ho una partita del cazzo”

Moggi: “Lo so…mercoledì mi dà un colpo di telefono”

Moratti: “Va bene, troviamo un posto e ci possiamo vedere”

Moggi: “In bocca al lupo per domani, arrivederci”

Moratti: “Grazie, arrivederci”

L’audio di questa telefonata è disponibile a questa pagina.

“È il peggiore errore dell’anno, qui ci crocifiggono tutti”

Dopo la partita Lazio-Fiorentina del 22 maggio 2005 in cui si verificò un grave errore arbitrale il designatore Bergamo chiama l’arbitro della partita Rosetti

Bergamo: “Roby…”.

Rosetti: “Uè…”.

Bergamo: “Ma che casino ragazzi! È incredibile…guarda. Ma dio santo ragazzi…ma vai a parlare con Giannichedda? Uno ti fa un fallo e te vai a parlare con quell’altro…eri talmente imbambolato che io non ti riconoscevo nemmeno…credimi. C’è questo episodio, te fai qualche passo e poi vai a parlare con Giannichedda? Io non lo so ragazzi a volte…boh”.

Rosetti: “Che ti devo dire…”.

Bergamo: “Non lo so dimmelo te… se non me lo dici te”.

Rosetti: “Eh…non l’ho visto…non l’ho visto”.

Bergamo: “Dio santo… mai hai tutti che ti protestano e un dubbio ti potrà venire…no?”.

Rosetti: “Eh si… infatti mi viene il dubbio e guardo subito Pisacreta (uno dei due guardalinee), questo faccio…”.

Bergamo: “E lui non l’ha vista, Pisacreta…evidentemente”.

Rosetti: “E poi arriva Giannichedda e mi fa lui (Zauri, n.d.r.) ‘l’ha presa con la testa’…”.

Bergamo: “Giannichedda, ma che ci combina Giannnichedda, Roby? Il fallo non l’ha mica fatto lui. Te lì eri nel pallone… non lo so… eravamo al ventesimo…boh…non eri vivace…e poi dico vai a parlare con Zauri! Aggredisci lui…aggredisci lui vedi se riesci a tirare fuori qualche cosa da lui. Ma che cazzo ci combina Giannichedda, scusami io non lo so: questo è il peggiore errore dell’anno…”.

Rosetti: “È clamoroso?”.

Bergamo: “È clamoroso, questo è il peggiore errore dell’anno che ti devo dire: quello è rigore e anche espulsione. Questo (Zauri, n.d.r.) va col braccio aperto e lo tira fuori è incredibile…”.

Rosetti: “Ufff…ma vaffanculo va…”.

Bergamo: “Ma poi non hai avuto una reazione… uno va, fa, si muove…te fai dei passi molli, vai verso Zauri che si allontana poi viene Giannichedda dice che ha colpito di testa ed è finita li… aldilà del non vedere… che eri anche in buona posizione evidentemente era una situazione difficile, ma non hai avuto quella reazione che dovevi avere. Minimo vai ad aggredire quello che dice che ha colpito di testa o no? Minimo ci vai a parlare, vedi come reagisce, se è imbarazzato se ti dà un aiuto, un conforto… e invece parli con quello che non ci combinava niente non lo so veramente. Qui ci crocifiggono tutti uno insieme all’altro è inspiegabile. Sai te vai lì, Giannichedda dice che è quello che ha fatto il fallo, dice ‘testà ma tu…vabbè: l’arbitro non ha visto e il giocatore è un imbroglione… ma scusa… uno fa il fallo e te vai a parlare con quell’altro…”.

Rosetti: “Cosa ti devo dire…”.

Bergamo: “E che mi devi dire… è un casino, è un casino. Il primo tempo poi, come al solito, Papadopulo (l’allenatore della Lazio, ndr) sembrava il padrone del vapore… e allora è inutile parlare delle cose se poi andate in campo e le cose non le fate. Dimmi quante volte si è parlato di Papadopulo e Papadopulo ha continuato a stare tutto il primo tempo lì, al limite dell’area tecnica a contatto con i giocatori. Banti va beh’… è Luca Banti (il quarto uomo di Lazio-Fiorentina, ndr), ma te sei Roberto Rosetti. ma se noi dobbiamo far diventare gli allenatori eroi, vabbè fate voi… tanto che cazzo me ne frega ci andate voi in campo la domenica. Ma, Dio santo, ci sono allenatori che sono già nell’occhio del ciclone…arrivano in campo quelli come te che non riescono a dirgli: ‘Guardi, stia per lo meno al bordo…’ non dico buttalo fuori ma perchè deve stare al limite dell’area tecnica a contatto con i giocatori io non capisco. Luca è un coglione e ha fatto una partita ma te ne hai fatte cento… va be è un gran frittata, va bè… va bè ci sentiamo ciao”.

Rosetti: “Ciao, ciao”.

“Facchetti all’inizio della partita è venuto nello spogliatoio ….”

Dopo la partita Cagliari-Inter (1-1) di Coppa Italia del 12 maggio 2005 l’arbitro Bertini, che ha arbitrato quella partita, chiama il designatore arbitrale Paolo Bergamo.
Bertini riferisce a Bergamo di come prima della partita il presidente dell’Inter Giacinto Facchetti sia andato nello spogliatoio dell’arbitro “Tra l’altro c’è stato Facchetti che all’inizio della partita è venuto dentro lo spogliatoio a salutare con quel fare sempre… ‘Sa, questa è la tredicesima partita, per ora siamo in perfetta parità, quattro perse, quattro vinte e quattro pareggiate, e per l’Inter non è che sia un grande score’ ha detto. Quindi l’abbiamo preparata in questo modo la partita“, “E non è stato piacevole, non è stato piacevole” continua Bertini. Bergamo dice a Bertini che con Facchetti parlerà lui. “Ma io ho l’impressione…Non so neanche l’interlocuzione più giusta quale possa essere… Questo veramente… a volte è imbarazzante… Una premessa del genere… ci siamo… ci siamo guardati tutti, prima della partita” replica Bertini.

Anche questa intercettazione, come moltissime altre non è stata presa in considerazione dagli inquirenti, i carabinieri di roma e i pm di napoli.

Bergamo: Pronto?

Bertini: Sei a letto Paolo, eh?

Bergamo: No… Allora?

Bertini: Comè andata? Che mi dici?

Bergamo: Ma io ho visto l’ultima mezz’ora perché mi avevano avvertito di questo… di questo fallo di mano che no… non era mica espulsione…oh…

Bertini: Quella non è espulsione…

Bergamo: No, non è mica una chiara occasione da goal.

Bertini: Poi si può fare una disquisizione di carattere tecnico su tutto, ma non si ha la… forse una mancata percezione di dove fosse come posizione, ma non può essere ritenuta un’occasione…

Bergamo: No… un’occasione di.. assolutamente.

Bertini: E’ stato quello che… l’unica cosa…

Bergamo: Protestavano un po’ quelli dell’Inter… sono un po’ insofferenti quando…

Bertini: Eh me ne son accorto. E’stata una remata dal primo minuto poi, dal primo minuto, non capisco, non capisco perché. Tra l’altro c’è stato Facchetti che all’inizio della partita è venuto dentro lo spogliatoio a salutare con quel fare sempre… ‘Sa, questa è la tredicesima partita, per ora siamo in perfetta parità, quattro perse, quattro vinte e quattro pareggiate, e per l’Inter non è che sia un grande score’ ha detto. Quindi l’abbiamo preparata in questo modo la partita.

Bergamo: Mmhh

Bertini: E non è stato piacevole, non è stato piacevole.

Bergamo: Bisogna che ci parli, sì… più tranquillo in campo. Ci avevo già parlato, gli avevo già detto, ma questo non capisce un cazzo…

Bertini: Ma io ho l’impressione…Non so neanche l’interlocuzione più giusta quale possa essere… Questo veramente… a volte è imbarazzante… Una premessa del genere… ci siamo… ci siamo guardati tutti, prima della partita.

Bergamo: Ascoltami, quando avrai buttato giù con me, chiama Gigi, che s’è accorto che m’hai già chiamato..

Bertini: Sì, sì, certo… e quindi… niente, insomma… questa situazione… te l’ho detto, appunto.

Bergamo: Grazie. Comunque la partita… un clima…

Bertini: Al di là di questo la partita è andata bene…

Bergamo: Per quella parte che si diceva ti ci penso io…

Bertini: Sì, perchè poi tra l’altro non ha neanche senso, non mi sembra di aver fatto… Anzi.. anzi! Va buo’…

Bergamo: Buonanotte, ci sentiamo.

Bertini: Ci sentiamo domani.

Bergamo: Ciao, grazie.

Bertini: Ciao, grazie.

Tavaroli: “Me lo chiese Moratti”

Tuttosport riporta oggi alcune dichiarazioni rilasciate da Giuliano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza prima della Pirelli e poi di Telecom Italia.

Alla fine del 2002 mi incontrai con Moratti e Facchetti. Il presidente nerazzurro mi disse che era stato avvicinato da un arbitro (Nucini), che gli aveva raccontato che De Santis era a capo di una combriccola facente capo a Moggi. Nucini si disse disposto a raccontare tutto dietro l’ottenimento di un posto all’interno della società. Facchetti successivamente mi chiese di fare verifiche su quanto detto da Nucini, in particolar modo su De Santis. Feci le mie indagini per vedere se i numeri che avevo a disposizione erano effettivamente quelli di persone appartenenti al mondo del calcio, e prospettai a Facchetti due ipotesi: o presentarsi in Procura e denunciare quanto aveva affermato Nucini o collaborare come fonte confidenziale. Ma mi risulta che l’Inter successivamente ha presentato un solo esposto in Procura, che poi non ha confermato

In seguito alle dichiarazioni di Tavaroli la FIGC aprì una inchiesta nel 2007. L’inchiesta fu archiviata perché i fatti di cui riferiva Tavaroli erano prescritti.

“Oh meno male che non ho scritto di Totti”

È il 24 novembre del 2004 i due designatori Bergamo e Pairetto si sentono telefonicamente. I due parlano della partita Roma-Palermo 1-1 e del comportamento del quarto uomo Ayroldi.
Bergamo informa Pairetto che Ayroldi in quella partita si è comportato male. Il giocatore della Roma Totti al termine della partita ha insultato l’arbitro Trefoloni. Ayroldi ha sentito gli insulti, che invece erano sfuggiti a Trefoloni. Ayroldi però non ha scritto nulla nel suo referto.
E nel successivo allenamento con gli arbitri Ayroldi si è lasciato sfuggire il fatto che aveva sentito gli insulti di Totti ma non li aveva scritti nel referto “oh meno male che non ho scritto di Totti… te lo immagini…. giocavano con la Juve, metti caso che lo squalificavano e perdevano davano la colpa che non c’era Totti“.
I due designatori non sembrano però arrabbiati con Ayroldi perché non ha segnalato nel suo referto gli insulti di Totti all’arbitro, ma piuttosto perché ha raccontato questo episodio ad estranei e non si è consultato prima con l’arbitro e poi con i designatori.
Bergamo riferisce di aver parlato con Matteo (Trefoloni) dicendogli che al prossimo raduno arbitrale avrebbero parlato di questo episodio “perché anche se lui una volta si prende un’iniziativa di questo tipo la devi concordare con noi, non con se stesso, e nemmeno può parlarne con te in allenamento e in presenza di arbitri“. “Ma parlarne in presenza di altri, capito?“, continua Bergamo.
Pairetto risponde “è da sciocchi“. Bergamo replica “E poi nello spogliatoio mentre c’è l’osservatore, e allora vuol dire che proprio hai la testa di un uccellino, perché se no non ti ritroveresti, te ti succede una cosa così prendi l’arbitro in disparte e dici guarda è successo questo questo e quello, cosa faccio lo scrivo o no?“.

La settimana successiva si sarebbe disputata la partita Juventus-Roma. Ayroldi non segnalò gli insulti del capitano della Roma all’arbitro nel suo referto e Totti ha potuto giocare quella partita.

Pairetto: «Poi c’è anche Ayroldi che deve uscire».

Bergamo: «Ma Ayroldi…».

Pairetto: «È andato in B, Paolo».

Bergamo: «Però Ayroldi si è comportato male eh?».

Pairetto: «Sì?».

Bergamo: «Ho saputo in Roma, Roma, Roma, Roma… (Roma-Palermo 1-1, ndr) era il quarto. È successo questo, che alla fine della partita Totti l’ha mandato a cagare e lui avrebbe dovuto scrivere che l’ha mandato… Ma di brutto… No che ha mandato lui, che ha mandato a cagare».

Pairetto: «L’arbitro».

Bergamo: «Trefoloni, Trefoloni. E nello spogliat… Mi senti?».

Pairetto: «Sì, sì».

Bergamo: «E nello spogliatoio ha detto lui che se doveva scrivere… cioè che doveva scrivere questa cosa, allora, insomma ha fatto un discorso non chiaro. Ed è stato ascoltato non da Matteo. Quando sono arrivati il giovedì all’allenamento questo cretino di Ayroldi, in allenamento, parlando con un altro arbitro e Matteo, parlando con Matteo ma con gli altri che sentivano, ha detto “oh, meno male eh, che non ho scritto di Totti perché poi ripensandoci, te lo immagini, giocavano con la Juventus e metti caso lo squalificavano e perdevano poi davano la colpa che non c’era Totti”. Matteo gli ha detto: “ma che cazzo dici? Io guarda che di questa storia la sai te, non la so io…” E cosa… Dice no, sì, ma perché lui aveva detto che l’ha mandato a cagare. Gli ho detto guarda… praticamente, lui, giustamente Matteo non ne ha voluto parlare perché mi ha detto dice “guarda una cosa così, detta oltretutto mentre ci sono gli altri, eh dice è una bruciatura per lui, per me, dice, ma credimi che io questa cosa non, assolutamente non avevo sentito niente”. Gli ho detto: “guarda, noi non ne vogliamo parlare pubblicamente perché se no andiamo a continuare a far casino, però con Ayroldi ci parleremo io e Gigi al prossimo raduno perché la dobbiamo chiarire con lui perché anche se lui una volta si prende un’iniziativa di questo tipo la devi concordare con noi, non con se stesso, e nemmeno può parlarne con te in allenamento e in presenza di arbitri“. Ma, dice, fate voi, dice, io volevo informati della cosa perché è andata esattamente così. A me mi sembra un, un piuttosto gravuccia, perché le cose sai fin tanto che si sanno le decidiamo e le affrontiamo, ma che lui, di sua iniziativa, che poi magari io considero che è un ingenuo, che è un ragazzo…»

Pairetto: «È proprio un coglioncello».

Bergamo: «Ecco. È un coglioncione, no un coglioncello».

Pairetto: «Perché lui non è un…».

Bergamo: «Non è un malizioso».

Pairetto: «No, non è un malizioso, infatti è per quello che io dico è proprio un coglione, ma Dio (…)».

Bergamo: «Ma parlarne in presenza di altri, capito?».

Pairetto: «È proprio da sciocchi».

Bergamo: «E poi nello spogliatoio mentre c’è l’osservatore, e allora vuol dire che proprio hai la testa di un uccellino, perché se no non ti ritroveresti, te ti succede una cosa così prendi l’arbitro in disparte e dici guarda è successo questo questo e quello, cosa faccio lo scrivo o no?».

Pairetto: «Appunto. E per lo meno pensare a chi gioca la settimana dopo o meno, se no».

Bergamo: «Ma perché magari lui gli è venuto in mente dopo».

Pairetto: «Magari gli è venuto in mente dopo, sì, sì, non ci ha nemmeno pensato subito, certo».

Bergamo: «Guarda, io son convinto, ci metterei la mano sul fuoco».

Pairetto: «Anch’io, anch’io».

Bergamo: «Che lui non ci ha nemmeno pensato che la partita dopo era quella di Juventus o no, ma ci scommetterei le palle. Ma è questo il discorso, ma ora lui non è più un arbitro che può essere ingenuo così perché se no veramente, hai capito, insomma ci crea problemi e non ce li risolve, ora se questa cosa la vogliamo far passare la facciamo passare…».

Pairetto: «No, però bisogna dirglielo, potremo fare… No, sai perché mi dispiace? Perché è sempre stato sfigato le ultime due volte è uscito tutte e due le volte in B che era inserito in quella di A, ti ricordi?».

Bergamo: «Sì, sì. Ah, ma figurati, te poi lo sai che mai una volta che abbiamo trovato un disaccordo su Ayroldi».

Pairetto: «No no no. Se decidiamo di non metterlo, zero, eh? Proprio zero. Non è un problema».

Bergamo: «Ma io ti ripeto non voglio penalizzarlo, però bisogna parlarci».

Pairetto: «No, no. Dirglielo io son d’accordo con te, dirglielo sì, perché mi  dispiaceva perché sfigato le ultime due volte però ripeto, se decidiamo di metterlo in B, fargli saltare non è… non è un problema, anzi. Certo non litighiamo su Ayroldi».

Bergamo: No, no anche perché… Ma figurati tanto poi non ce ne abbiamo da… Ecco andiamo avanti scusa così. Ah, aspetta, poi ce ne avevo un’altra da raccontarti. Di Mazzoleni. (…).

Pairetto: Dattilo lo possiamo togliere, eh Paolo? Anche perché bisognerà poi riproporlo in A la prossima.

Bergamo: Eh, sai però… Dunque Dattilo ha fatto B, B, poi il turno di A e B fermo, coppa Italia.

Pairetto: Ci mettiamo Romeo al posto di Dattilo?

Bergamo: Romeo quante ne ha fatte? Vediamo un po’.

Pairetto: Romeo ne ha fatte 7.

Bergamo: Sette, Romeo è uno di quelli che poi un giorno o l’altro dobbiamo prendere il toro per le corna.

Pairetto: Sì, sì.

Bergamo: Questo o lo mandi a casa o lo mandi in A, eh?

Pairetto: Io sarei più per la prima ipotesi, mandarlo a casa. Onestamente.

Bergamo: E non dà tanta affidabilità.

Pairetto: No, Romeo in A mi fa cagare veramente, ti giuro.

Bergamo: Sì.

Pairetto: Mi fa cagare sotto proprio dalla paura.

Bergamo: Dattilo è un arbitro da recuperare, però questo è da non perdere…