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L’Assenza

17 dicembre 2008 Lascia un commento

Nei primi giorni di Maggio 2006 cominciarono ad uscire, pubblicate dai vari giornali, alcune delle intercettazioni telefoniche disposte dalla procura di Torino, che aveva poi archiviato l’indagine.
Il 5 Maggio i dirigenti della Juventus si difendono in una conferenza stampa convocata subito dopo l’uscita delle prime intercettazioni.
Il 12 Maggio si dimette l’intero Consiglio di Amministrazione della Juventus.
Luciano Moggi si dimette il 14 Maggio al termine della partita Reggina-Juventus, ultima di campionato, giocata sul campo neutro di Bari.
Da questo momento la Juventus rimane senza dirigenza.
Intanto sui media (giornali, radio, tv) vengono proposte e riproposte le intercettazioni. Intercettazioni che non riguardano solo la Juve. Vengono intercettati molti dirigenti di società e della FIGC. Le altre società coinvolte dalle indagini sono la Fiorentina, la Lazio ed il Milan (più in là sarà coinvolta nelle indagini anche la Reggina).
Le dirigenze e i proprietari di queste società intervengono sui media per manifestare la propria innocenza.

Il 13 Maggio interviene il proprietario della Fiorentina Diego della Valle: “La Fiorentina è stata vittima“.

Il 13 Maggio interviene il vicepresidente del Milan Adriano Galliani: “Non abbiamo fatto nulla“.
Successivamente il 24 Maggio il legale del Milan, avv. Cantamessa, dichiara che “Il ruolo del Milan è quello di vittima e perciò per il Milan non ci sono state, non ci sono e non ci saranno conseguenze“. Il 23 giugno è la volta del presidente del Milan, Silvio Berlusconi, che dichiaraIl Milan è assolutamente estraneo allo scandalo, penalmente e moralmente. Il risultato dimostra che non c’è stato nessun favore da parte arbitrale. Adriano Galliani è la persona più onesta e trasparente con cui ho lavorato.
Il 4 Luglio interviene nuovamente Galliani che in un comunicato dichiara “L’Ac Milan si ribella alla campagna di stampa organizzata nei suoi confronti e ispirata da motivi che non attengono esclusivamente al diritto-dovere di informazione“, e ancora “La finalità di questa disinformazione è manifesta. Si intende trasferire il processo e le relative valutazioni alla piazza, sforzandosi di generare parallelamente un concerto di suggestioni maliziose in chi deve indagare e in chi deve decidere“.

Il 18 Maggio il presidente della Lazio Lotito invia un messaggio alla Consob in cui scrive che “ne’ la società ne’ alcun suo rappresentante hanno mai posto in essere comportamenti finalizzati ad alterare le competizioni sportive, ottenere favoritismi non dovuti o decisioni arbitrali illecite”, inoltre “non vi sono i presupposti che possano determinare la sanzione sportiva della retrocessione della Lazio in serie B“.
Successivamente, il 31 Maggio dopo l’interrogatorio a Napoli il presidente della Lazio Lotito dichiara che “Saremo in grado di dimostrare che quello che ci imputano sono cose non in linea con la realtà“.

Per quanto riguarda la Juventus, dopo la conferenza stampa, della ormai ex dirigenza, convocata subito dopo l’uscita delle intercettazioni, non si hanno più interventi di quel tipo.
Nei 34 giorni tra le dimissioni del vecchio CdA e il varo del nuovo CdA si nota l’Assenza di dirigenti e proprietari della Juventus.
Non si hanno notizie di interventi simili a quelli dei dirigenti e/o proprietari delle altre società coinvolte nelle indagini.

Il 14 Giugno, dopo 34 giorni dalle dimissioni del precedente CdA, si insedia il nuovo CdA.
Durante questi 34 giorni viene portata avanti dai media, indisturbati, la campagna sull’esistenza di un “Sistema Juve”.
Il giorno dopo, il 15 Giugno, due settimane prima dell’inizio dei processi sportivi, il Corriere dello Sport titola “La Juve accetta la B“.

Intanto il 29 Giugno parte il processo sportivo davanti alla CAF che condannerà la Juve alla retrocessione in serie B, e alla revoca di due scudetti.
Sentenza poi sostanzialmente confermata (con una riduzione nei punti di penalizzazione) dalla Corte Federale.
Il 27 Luglio intervistato da Repubblica il giudice della Corte Federale Mario Serio dichiara riguardo alla sentenza della Corte Federale “Abbiamo cercato di interpretare un sentimento collettivo. Abbiamo ascoltato la gente comune e provato a metterci sulla lunghezza d’onda“.

Quel sentimento collettivo creato dai giornali durante quei giorni.
Quei giorni in cui si è notata l’Assenza della Juventus.