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Posts Tagged ‘Roma’

“L’arbitro fu pagato”

“La Roma diede a un intermediario 100 milioni destinati all’arbitro Vautrot è vero ed è un fatto vergognoso: però voglio ricordare che lo scandalo lo fece uscire Dino Viola per smascherare il colpevole e la Cupola del calcio”

Sono le parole di Riccardo Viola, figlio dell’allora presidente della Roma Dino. Il riferimento è al ritorno della semifinale di Coppa dei Campioni (allora si chiamava così) Roma-Dundee. All’andato il Dundee si era imposto per 2-0. Al ritorno, arbitro Vautrot, la roma vincerà per 3-0 e accederà in finale dove incontrerà il Liverpool. Finale che si giocherà proprio a Roma e che la Roma perderà poi ai calci di rigore.

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“Oh meno male che non ho scritto di Totti”

È il 24 novembre del 2004 i due designatori Bergamo e Pairetto si sentono telefonicamente. I due parlano della partita Roma-Palermo 1-1 e del comportamento del quarto uomo Ayroldi.
Bergamo informa Pairetto che Ayroldi in quella partita si è comportato male. Il giocatore della Roma Totti al termine della partita ha insultato l’arbitro Trefoloni. Ayroldi ha sentito gli insulti, che invece erano sfuggiti a Trefoloni. Ayroldi però non ha scritto nulla nel suo referto.
E nel successivo allenamento con gli arbitri Ayroldi si è lasciato sfuggire il fatto che aveva sentito gli insulti di Totti ma non li aveva scritti nel referto “oh meno male che non ho scritto di Totti… te lo immagini…. giocavano con la Juve, metti caso che lo squalificavano e perdevano davano la colpa che non c’era Totti“.
I due designatori non sembrano però arrabbiati con Ayroldi perché non ha segnalato nel suo referto gli insulti di Totti all’arbitro, ma piuttosto perché ha raccontato questo episodio ad estranei e non si è consultato prima con l’arbitro e poi con i designatori.
Bergamo riferisce di aver parlato con Matteo (Trefoloni) dicendogli che al prossimo raduno arbitrale avrebbero parlato di questo episodio “perché anche se lui una volta si prende un’iniziativa di questo tipo la devi concordare con noi, non con se stesso, e nemmeno può parlarne con te in allenamento e in presenza di arbitri“. “Ma parlarne in presenza di altri, capito?“, continua Bergamo.
Pairetto risponde “è da sciocchi“. Bergamo replica “E poi nello spogliatoio mentre c’è l’osservatore, e allora vuol dire che proprio hai la testa di un uccellino, perché se no non ti ritroveresti, te ti succede una cosa così prendi l’arbitro in disparte e dici guarda è successo questo questo e quello, cosa faccio lo scrivo o no?“.

La settimana successiva si sarebbe disputata la partita Juventus-Roma. Ayroldi non segnalò gli insulti del capitano della Roma all’arbitro nel suo referto e Totti ha potuto giocare quella partita.

Pairetto: «Poi c’è anche Ayroldi che deve uscire».

Bergamo: «Ma Ayroldi…».

Pairetto: «È andato in B, Paolo».

Bergamo: «Però Ayroldi si è comportato male eh?».

Pairetto: «Sì?».

Bergamo: «Ho saputo in Roma, Roma, Roma, Roma… (Roma-Palermo 1-1, ndr) era il quarto. È successo questo, che alla fine della partita Totti l’ha mandato a cagare e lui avrebbe dovuto scrivere che l’ha mandato… Ma di brutto… No che ha mandato lui, che ha mandato a cagare».

Pairetto: «L’arbitro».

Bergamo: «Trefoloni, Trefoloni. E nello spogliat… Mi senti?».

Pairetto: «Sì, sì».

Bergamo: «E nello spogliatoio ha detto lui che se doveva scrivere… cioè che doveva scrivere questa cosa, allora, insomma ha fatto un discorso non chiaro. Ed è stato ascoltato non da Matteo. Quando sono arrivati il giovedì all’allenamento questo cretino di Ayroldi, in allenamento, parlando con un altro arbitro e Matteo, parlando con Matteo ma con gli altri che sentivano, ha detto “oh, meno male eh, che non ho scritto di Totti perché poi ripensandoci, te lo immagini, giocavano con la Juventus e metti caso lo squalificavano e perdevano poi davano la colpa che non c’era Totti”. Matteo gli ha detto: “ma che cazzo dici? Io guarda che di questa storia la sai te, non la so io…” E cosa… Dice no, sì, ma perché lui aveva detto che l’ha mandato a cagare. Gli ho detto guarda… praticamente, lui, giustamente Matteo non ne ha voluto parlare perché mi ha detto dice “guarda una cosa così, detta oltretutto mentre ci sono gli altri, eh dice è una bruciatura per lui, per me, dice, ma credimi che io questa cosa non, assolutamente non avevo sentito niente”. Gli ho detto: “guarda, noi non ne vogliamo parlare pubblicamente perché se no andiamo a continuare a far casino, però con Ayroldi ci parleremo io e Gigi al prossimo raduno perché la dobbiamo chiarire con lui perché anche se lui una volta si prende un’iniziativa di questo tipo la devi concordare con noi, non con se stesso, e nemmeno può parlarne con te in allenamento e in presenza di arbitri“. Ma, dice, fate voi, dice, io volevo informati della cosa perché è andata esattamente così. A me mi sembra un, un piuttosto gravuccia, perché le cose sai fin tanto che si sanno le decidiamo e le affrontiamo, ma che lui, di sua iniziativa, che poi magari io considero che è un ingenuo, che è un ragazzo…»

Pairetto: «È proprio un coglioncello».

Bergamo: «Ecco. È un coglioncione, no un coglioncello».

Pairetto: «Perché lui non è un…».

Bergamo: «Non è un malizioso».

Pairetto: «No, non è un malizioso, infatti è per quello che io dico è proprio un coglione, ma Dio (…)».

Bergamo: «Ma parlarne in presenza di altri, capito?».

Pairetto: «È proprio da sciocchi».

Bergamo: «E poi nello spogliatoio mentre c’è l’osservatore, e allora vuol dire che proprio hai la testa di un uccellino, perché se no non ti ritroveresti, te ti succede una cosa così prendi l’arbitro in disparte e dici guarda è successo questo questo e quello, cosa faccio lo scrivo o no?».

Pairetto: «Appunto. E per lo meno pensare a chi gioca la settimana dopo o meno, se no».

Bergamo: «Ma perché magari lui gli è venuto in mente dopo».

Pairetto: «Magari gli è venuto in mente dopo, sì, sì, non ci ha nemmeno pensato subito, certo».

Bergamo: «Guarda, io son convinto, ci metterei la mano sul fuoco».

Pairetto: «Anch’io, anch’io».

Bergamo: «Che lui non ci ha nemmeno pensato che la partita dopo era quella di Juventus o no, ma ci scommetterei le palle. Ma è questo il discorso, ma ora lui non è più un arbitro che può essere ingenuo così perché se no veramente, hai capito, insomma ci crea problemi e non ce li risolve, ora se questa cosa la vogliamo far passare la facciamo passare…».

Pairetto: «No, però bisogna dirglielo, potremo fare… No, sai perché mi dispiace? Perché è sempre stato sfigato le ultime due volte è uscito tutte e due le volte in B che era inserito in quella di A, ti ricordi?».

Bergamo: «Sì, sì. Ah, ma figurati, te poi lo sai che mai una volta che abbiamo trovato un disaccordo su Ayroldi».

Pairetto: «No no no. Se decidiamo di non metterlo, zero, eh? Proprio zero. Non è un problema».

Bergamo: «Ma io ti ripeto non voglio penalizzarlo, però bisogna parlarci».

Pairetto: «No, no. Dirglielo io son d’accordo con te, dirglielo sì, perché mi  dispiaceva perché sfigato le ultime due volte però ripeto, se decidiamo di metterlo in B, fargli saltare non è… non è un problema, anzi. Certo non litighiamo su Ayroldi».

Bergamo: No, no anche perché… Ma figurati tanto poi non ce ne abbiamo da… Ecco andiamo avanti scusa così. Ah, aspetta, poi ce ne avevo un’altra da raccontarti. Di Mazzoleni. (…).

Pairetto: Dattilo lo possiamo togliere, eh Paolo? Anche perché bisognerà poi riproporlo in A la prossima.

Bergamo: Eh, sai però… Dunque Dattilo ha fatto B, B, poi il turno di A e B fermo, coppa Italia.

Pairetto: Ci mettiamo Romeo al posto di Dattilo?

Bergamo: Romeo quante ne ha fatte? Vediamo un po’.

Pairetto: Romeo ne ha fatte 7.

Bergamo: Sette, Romeo è uno di quelli che poi un giorno o l’altro dobbiamo prendere il toro per le corna.

Pairetto: Sì, sì.

Bergamo: Questo o lo mandi a casa o lo mandi in A, eh?

Pairetto: Io sarei più per la prima ipotesi, mandarlo a casa. Onestamente.

Bergamo: E non dà tanta affidabilità.

Pairetto: No, Romeo in A mi fa cagare veramente, ti giuro.

Bergamo: Sì.

Pairetto: Mi fa cagare sotto proprio dalla paura.

Bergamo: Dattilo è un arbitro da recuperare, però questo è da non perdere…

“Lo sai che punto molto su di te”

È il 21 maggio 2005 il Vicepresidente della FIGC Innocenzo Mazzini chiama al telefono il DS della Roma Pradè. Mazzini si lamenta perché Pradè non gli risponde al telefono, Pradè replica “Ma chi è?“, “Sono Innocenzo Mazzini, sono il tuo Presidente” risponde Mazzini. “Mamma mia, ma come è possibile che non rispondo a te, ma scherzi? con quello che stai facendo per noi” replica Pradè.
I due cominciano a parlare della partita di campionato che si sarebbe svolta il giorno dopo, Atalanta-Roma. La partita è molto delicata ed importante per la Roma che sta lottando per non retrocedere in serie B.
Mazzini chiede a Pradè come vanno le cose, “Lo sai che punto molto su di te” è la risposta di Pradè, “Ma cazzo .. o che devo fare di più?” replica Mazzini.
Pradè manifesta l’intenzione a Mazzini, una volta passata la partita importantissima del giorno dopo, di incontrarlo insieme alla dottoressa Sensi (Rosella Sensi, figlia di Franco Sensi), “Certo. Si, tesoro mio” risponde Mazzini.
Pradè rivela a Mazzini di essere molto preoccupato per la importante partita del giorno dopo “E io sono molto preoccupato per domani eh“, preoccupazione condivisa dal Vicepresidente della FIGC “Si, anche io sono tanto preoccupato“, che sembra avere molto a cuore la sorte della Roma.
Mazzini dice che comunque un giocatore molto bravo dell’Atalanta è stato squalificato, Pradè replica dicendo che anche un altro giocatore dell’Atalanta, Natali, non giocherà.
Mancando questi due sono due pedine importanti eh“, fa notare Mazzini.
A bergamo probabilmente non ci sarà un bell’ambientino, “meno male che tu sei tutelato molto” dice Mazzini. “Perché c’è un grande arbitro“, prosegue.
Quanto grande?” chiede Pradè, “Grandissimo” risponde Mazzini.

Per la cronaca la Roma vincerà la partita per 1-0 e resterà in serie A.

L’audio di questa telefonata è disponibile a questa pagina.

Pradè: Si

Mazzini: Ma non rispondi più al telefono .. ti sei montato il capo anche te per una vittoria ora

Pradè: Ma chi è?

Mazzini: Sono Innocenzo Mazzini, sono il tuo Presidente

Pradè: Mamma mia, ma come è possibile che non rispondo a te, ma scherzi? con quello che stai facendo per noi. Non l’avevo sentito Innocenzo ce l’ho …

Mazzini: Ascoltami un po’ Come tu vai

Pradè: Che ce devi da … Lo sai che punto molto su di te

Mazzini: Ma cazzo .. o che devo fare di più?

Pradè: Niente. Devo passare domani e poi c’è un grande futuro

Mazzini: eh eh eh eh

Pradè: Anzi, se passata domani mi piacerebbe molto incontrarti e parlarti

Mazzini: Certo. Si, tesoro mio

Pradè: Anche la dottoressa Sensi, incontrarti

Mazzini: Si, si va bene. Però domani vabbé, grande eh

Pradè:E io sono molto preoccupato per domani eh

Mazzini: Si, anche io sono tanto preoccupato. Ma quegli emeriti cretini che tu hai in squadra hanno rivoglia, hanno entusiasmo o sono sempre sbracati?

Pradè: Sono sempre come .. la partita l’altro giorno l’abbiamo vinta perché quando c’è in campo francesco può succedere di tutto

Mazzini: Eh, ho capito, ho capito. Guarda che loro sono una squadra

Pradè: E lo so che loro sono una squadra

Mazzini: L’ho vista a Firenze l’han presa a pallate eh, come squadra, mi capisci?

Pradè: Grazie.. che me dai … me metti st’ansia addosso

Mazzini: No, perché ho visto che hanno il ragazzo bravo bravo sulla destra l’hanno squalificato mi sembra

Pradè: Hanno squalificato lui e non gioca nemmeno Natali

Mazzini: Bene, bene perché questo spilungone le ributta ..

Pradè: Motta

Mazzini: Capito?

Pradè: Eh è un buon giocatore

Mazzini: han chiesto Natali poi gli da la capocciata la ributtan su la palla eh

Pradè: si si

Mazzini: Mancando questi due sono due pedine importanti eh

Pradè: è vero, è vero

Mazzini: comunque troverai un ambientino … meno male che tu sei tutelato molto

Pradè: uhm

Mazzini: Perché c’è un grande arbitro

Pradè: eh

Mazzini: Poi sai…

Pradè: Quanto grande?

Mazzini: Grandissimo

Pradè: Vabbò

Mazzini: Per cui … mi raccomando a te determinazione, voglia, corsa, tutte cose che dovresti avere ma non lo so se tu ce l’hai

Pradè: Non ce l’ho

Mazzini: Però tienili insieme dai forza

Pradè: Vabbé, d’accordo, grazie

Mazzini: Ci sentiamo la prossima settimana a salvezza .. tocchiamoci le palle .. va bene?

Pradè: D’accordo. Un abbraccio

Mazzini: Ciao Amore

L’amicizia Auricchio-Baldini

Interrogato oggi al processi di Napoli il colonnello Auricchio ha parlato della sua amicizia con l’ex ds della Roma Franco Baldini

Avv. Trofino: Aveva rapporti di amicizia con Baldini?

Auricchio: ho iniziato ad avere rapporti nell’estare 2003 per lo scandalo fidejussioni

Ricordiamo il “caso fidejussioni”: la Roma aveva presentato delle false fidejussioni per
potersi iscrivere al campionato di calcio di serie A. Quando le false fidejussioni furono scoperte fu avviata una indagine dalla giustizia ordinaria.
La Roma comunque, nonostante avesse presentato delle fidejussioni false per l’iscrizione,
non subì alcuna conseguenza.
Dal punto di vista sportivo l’allora presidente della FIGC Carraro riaprì i termini per le iscrizioni consentendo alla Roma di iscriversi nuovamente.
Dal punto di vista della giustizia ordinaria la Roma fu definita dagli
inquirenti, tra i quali figurava Auricchio, “parte lesa”.

I tifosi della roma: “A noi lo scudetto del 2006”

Lo scudetto del 2005/2006 vinto dalla Juventus e consegnato a tavolino all’Inter potrebbe cambiare maglia. I tifosi della Roma reclamano, anche loro a tavolino, quello scudetto. Spiegano i romanisti

L’Inter parlava con i designatori, la Roma no. Quindi quello scudetto spetta a noi

Oriali, la condanna? devo tutto a Franco Baldini

23 marzo 2010 3 commenti

Gabriele Oriali, dirigente dell’inter torna a parlare della sua condanna in relazione al falso passaporto di Recoba in una intervista al quotidiano La Stampa.
Oriali patteggiò una condanna a sei mesi di reclusione per i reati di concorso in falso e ricettazione in relazione al falso passaporto dell’allora giocatore dell’Inter Alvaro Recoba e per la patente, sempre intestata a Recoba, che risultò essere falsa ed essere stata rubata negli uffici della Motorizzazione civile di Latina.

Nell’intervista Oriali tira in ballo l’ex dirigente della a.s. Roma Franco Baldini che, a dire di Oriali, gli avrebbe detto che le carte erano in regola salvo poi lasciarlo solo

Passaportopoli, dossier Recoba: in che misura la condanna a sei mesi di reclusione e il relativo patteggiamento l’hanno segnata?

«È una grave macchia, lo so, ma ha presente il signore che compare sempre al fianco di Fabio Capello? Sì, Franco Baldini. Ecco, devo tutto a lui. Mi disse che c’era questa possibilità eccetera eccetera, e che le carte erano in regola. Salvo poi lasciarmi nella cacca».

Oriali conclude poi l’intervista rivelando di essere Juventino-fin-da-bambino

Per chi tifava, da ragazzo?

«Per la Juventus».

Anche la roma fu al centro di indagini, e processi, sia sportivi che penali per presunti passaporti falsi di alcuni suoi giocatori.
È il famoso scandalo chiamato “passaportopoli“.

I processi sportivi si chiusero con pene molto miti, l’Inter fu condannata a pagare una multa di 2 miliardi di lire, la roma una multa di 1.5 miliardi di lire, il Milan una multa di 1 miliardo di lire. Inoltre furono squalificati i giocatori. Tra questi Alvaro Recoba, dell’Inter, squalificato per 1 anno. Fábio Júnior, Gustavo Bartelt, giocatori della Roma, anch’essi squalificati per 1 anno, e Dida (Milan) squalificato per 1 anno.

Squalificati anche i dirigenti. Un anno di squalifica a Gabriele Oriali, dirigente dell’Inter, 9 mesi di squalifica a Franco Baldini, dirigente della Roma.

A gennaio 2010 delle altre rivelazioni avevano coinvolto l’ex dirigente romanista Franco Baldini. Queste riguardavano “Calciopoli”.
In particolare si trattava di una intercettazione telefonica Tra l’allora vicepresidente della FIGC Innocenzo Mazzini e Franco Baldini.
Questa intercettazione non era stata inserita dall’accusa (Procura di Napoli e Carabinieri di Roma) negli atti del processo in corso a Napoli.
Nell’intercettazione, risalente al 2005, Baldini chiede a Innocenzo Mazzini di segnalare a Luciano Moggi Renzo Castagnini, suo amico, affinché fosse assunto dall’Arezzo Calcio, e gli indica la “ricompensa” per questo favore

“Forse se ti comporti bene, quando farò il ribaltone e tanto lo farò perché io vivo per quello, fare il ribaltone e buttare tutti di sotto dalla poltrona, io ti salverò. Forse”

e ancora

“Io mi sono sempre guardato bene dal fare il tuo nome. Ho parlato di Carraro, Galliani, Giraudo. Non t’ho mai nominato.”

Un anno circa dopo questa telefonata in cui Baldini rivelava di voler fare “il ribaltone” scoppia Farsopoli.

Nel corso di una udienza del processo GEA Luciano Moggi ha parlato, in una dichiarazione spontanea, ha parlato di Franco Baldini e di Attilio Auricchio, il maggiore dei Carabinieri di Roma che ha svolto le indagini per conto della Procura di Napoli, e ancora prima le indagini sulle false fidejussioni presentare dalla Roma per iscriversi al campionato (in quelle indagini la Roma fu considerata “parte lesa”)

“Il maggiore Attilio Auricchio dei carabinieri e Franco Baldini (ex ds della Roma) si dovrebbero vergognare. Dalle testimonianze di questi due la vicenda appare come una cosa macchina e predisposta. Non prove ma chiacchere”.

“Quando da me veniva qualcuno, come l’ex ds del Siena Nelson Ricci e mi diceva che Baldini gli aveva chiesto di testimoniare, a Roma, contro di noi, non gli davo peso. Ho considerato quelle delle chiacchere, cose a cui non dare peso”.

e ancora

“Il maggiore Auricchio e Baldini si conoscevano benissimo”

“Per più di un mese i due si sono visti, facevano riunioni segrete, Auricchio gli disse di fare una denuncia contro di me”

“La vicenda appare come una cosa macchinata e predisposta”

Insulti all’arbitro, c’è chi può e chi non può?

13 settembre 2009 Lascia un commento

È molto arrabbiato Marco Giampaolo, tecnico del Siena, dopo la sconfitta in casa con la Roma, e se la prende con alcuni giocatori della roma colpevoli, a suo dire, di aver insultato l’arbitro per 90 minuti:

Certi grandi giocatori ci marciano: dico i Totti o i De Rossi. Da parte della Roma ci sono stati insulti all’arbitro per 90 minuti.

insulti che non sarebbero stati sanzionati

Un direttore di gara deve essere libero di arbitrare e non può essere insultato per 90 minuti. Se lo fa un mio giocatore viene subito ammonito, i grandi calciatori invece si permettono di farlo perché sanno di essere immuni da ogni provvedimento. Ma questo non deve accadere, la mia cultura sportiva è diversa: io insegno ai miei giocatori a non protestare e a mettersi subito a posto dopo un fallo, invece credo si debba ragionare sul malcostume cui abbiamo assistito oggi

e ancora

Totti vale Codrea e se insulta l’arbitro deve essere espulso

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Se la politica dà una mano alla roma

In una intervista al TG1 il capitano della roma totti dopo aver fatto sfoggio della sua consueta modestia

Il Pallone d’Oro? Se fossi andato in un’altra squadra ne avrei vinti a mani basse. Ma ho fatto una scelta di cuore che vale più del Pallone d’Oro.

si dichiara favorevole, anzi auspica speranzoso, un intervento della politica affinché dia una mano alla roma

Rosella a Palazzo Chigi? Se la politica ci dà una mano, ben venga; fa piacere a giocatori, tifosi e alla società. Speriamo non lo faccia solo a parole, ma con i fatti

Aiuto della politica che farebbe piacere a tutti, a tutti a trigoria ovviamente.
È molto probabile che la speranza di totti si traduca, ancora una volta, in realtà e che la politica accorra in soccorso della roma.
Se ciò accadesse, e noi crediamo che accadrà, non sarebbe certo la prima volta.
E possiamo anche immaginare il tipo di aiuto che la politica potrebbe dare alla roma.
Subito dopo l’aiuto ricevuto già vediamo er pupone che si lamenta degli aiuti ricevuti dalle squadre der norde, per dirla alla romana, e che impediscono alla maggica di vincere.
E anche questa ci sembra una scena già vista.

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Valorizzate Rosella

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Le Amnesie di Sandulli, la Condanna Etica e la Juve Simpatica

Continuano senza sosta le reazioni alla sentenza sul processo GEA.
È la volta di Piero Sandulli, presidente della Corte Federale della FIGC all’epoca delle sentenze sportive dell’estate 2006.
Intervistato da La Stampa sugli effetti che potrebbe avere una assoluzione di Moggi al processo di Napoli sulle sentenze sportive dell’estate 2006 Sandulli risponde

La Juventus fini in B a -17, la Fiorentina in A a -19, la Lazio in A a -11, il Milan in A a -8 e su molti presidenti e dirigenti di club si abbatterono pesanti pene. Se, da Napoli, il quadro dovesse uscire molto più ridimensionato, che conclusioni dovremmo tirare sullo scandalo mai visto nel nostro pallone?
«Nessuno se non quello di accettare con la massima serenità quelle che saranno le sentenze penali su tutta la vicenda. Ripeto: la giustizia sportiva ha tempi e norme di comportamento che in aule di tribunale non sportive possono anche non rappresentare un reato penale, ma ciò non toglie niente alle nostre sanzioni».

La Calciopoli così come è uscita dai gradi di giustizia sportiva non si tocca, dunque?
«Mi sembra ovvio. Le faccio un esempio concreto. Quando scoppiarono i casi scommesse degli anni Ottanta ci furono squadre, penso al Milan, che finirono in serie B. La giustizia ordinaria successivamente prese una strada diversa perché non emerse niente, ma i rossoneri furono retrocessi e in B andarono perché per chi vive nel mondo del calcio avevano fatto cose che non si possono fare».

Sandulli dice che esistono comportamenti che possono essere punibili per la giustizia sportiva e possono non essere punibili per la giustizia ordinaria.
Questo non è sempre vero.
Ad esempio all’illecito sportivo corrisponde il reato di frode sportiva in ambito penale.
È chiaro che se un tribunale ordinario riconosce che non c’è mai stata frode sportiva questo non può che significare che non c’è mai stato alcun illecito sportivo.

Sandulli, a conferma della sua tesi, dice che anche nel calcioscommesse degli anni 80 ci furono sentenze diverse tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria. Allora la giustizia sportiva condannò calciatori, dirigenti e società mentre la giustizia ordinaria assolse tutti.
Sandulli dimentica però di dire perché la giustizia ordinaria assolse tutti.
La giustizia ordinaria assolse tutti i condannati dalla giustizia sportiva perché non c’era una legge dello Stato che vietava quei comportamenti. Ecco il motivo della differenza di valutazione di allora tra la giustizia sportiva e la giustizia ordinaria.
Non c’era una legge, ma adesso quella legge c’è. Per la precisione c’è dal 1989.
Ed è la legge che ha introdotto la “frode sportiva”, la legge n° 401 del 1989.
Quindi adesso quei comportamenti di allora, qualora un tribunale ordinario ne ravvisasse la sussistenza, verrebbero puniti anche dalla giustizia ordinaria.
Quindi non è completamente esatto dire che la giustizia sportiva è diversa da quella ordinaria e che un comportamento sanzionato dalla giustizia sportiva non è sanzionato dalla giustizia ordinaria.

Se dal processo che si terrà a Napoli dovesse emergere che non ci fu mai frode sportiva, quella sentenza non potrebbe non avere effetti sulle sentenze sportive dell’estate 2006.
Di più, smentirebbe quelle sentenze.

Intervistato anche da Tuttosport spiega le sentenze sportive dell’estate 2006.

Punim­mo la violazione di norme interne, nel 2006. In fondo anche noi, nella nostra sentenza evidenziammo soprattutto cattive abitudi­ni, mica illeciti classici. Si doveva far capire che quello che c’era nelle intercettazioni non si fa. E’ stata una condanna etica. Il proces­so penale valuta altre cose.

Condannare una società alla retrocessione, revocare due scudetti, uno dei quali donato alla società terza classificata (a più di 10 punti di distanza), e produrre danni per centinaia di milioni di euro.
Tutto questo non per degli illeciti, ma per delle cattive abitudini?
Interessante poi sapere che quella è stata la prima, e certamente l’ultima, condanna etica nel mondo del calcio.
Non si hanno infatti notizie di condanne etiche per altri comportamenti come, tra gli altri, i passaporti falsi (addirittura le patenti di guida false), i bilanci falsi, le fidejussioni false, il regalare rolex ad arbitri, guardalinee e dirigenti federali, iscriversi al campionato grazie a bilanci falsi.
Per questi comportamenti non c’è mai stata alcuna condanna etica.
Peccato che Sandulli non ne abbia spiegato il motivo, e peccato che l’intervistatore non l’abbia chiesto.

Quei comportamenti stravolgevano il con­cetto decoubertiniano

Perché presentare false fidejussioni, iscriversi al campionato grazie a bilanci falsi, regalare rolex ad arbitri e guardalinee sono tutti comportamenti in linea con il con­cetto decoubertiniano?

Se a Napoli non arriva la condanna?
«Non so se è penalmente rilevante quel ti­po di frequentazione di Moggi, ma è violazione dell’articolo 1. E l’illecito associativo che non esisteva, era una falla nel sistema giuridico, è stato da noi introdotto. Ai tifosi ripeto che per me la giustizia penale e quel­la sportivo sono cose diverse»

Violazione dell’articolo 1? Le sentenze a carico della Juve e di Moggi sono state emesse per la presunta violazione dell’articolo 6 (illecito sportivo).
Tanto più che non è mai successo nella storia del calcio che a società e dirigenti siano state comminate pene così pesanti solo per delle violazioni dell’articolo 1.
Interessante quindi sapere da Sandulli che quelle cose andavano valutate come violazione dell’articolo 1 e non dell’articolo 6.
Altrettanto interessante sapere che la CAF prima e la Corte Federale poi hanno introdotto un “reato sportivo” che non esisteva prima: l’illecito associativo.
Una “legge sportiva” ad hoc, ad personam, per poter condannare Moggi e la Juventus.
Juventus che adesso è più simpatica

«Io, a distanza di due anni, rivedo la Ju­ve lottare per il vertice: sono il patrimonio culturale del calcio italiano e anche più sim­patici ora»

e di questo potranno essere contenti gli attuali proprietari e dirigenti della Juve che hanno sempre indicato la simpatia come uno dei principali, se non l’unico, obiettivo da raggiungere.

Quanto ai tifosi, credo che oggi pen­sino che non c’è quel qualcosa sotto di cui si chiacchierava, esacerbandosi, nei bar dai tempi dei centimetri di Turone

A questa pia illusione di Sandulli ha risposto qualche giorno fa la vedova dell’ex presidente della roma franco sensi che riferendosi al campionato 2007/2008, vinto dall’inter nell’anno del suo centenario, ha dichiarato

«La Roma meritava lo scudetto. Ma c’era un centenario da onorare e da rispettare, però. Così è stato»

Concetto confermato qualche giorno dopo dal capitano della roma totti

Ha ragione Maria Sensi. L’anno scorso i nerazzurri non meritavano lo scudetto. Meritavamo di vincere noi e che invece a causa di qualche “piccolo episodio” (lo scudetto, ndr) è andato all’Inter

Chiudiamo infine ricordando le parole proprio di Sandulli in una intervista di qualche tempo fa rilasciata a il romanista e ripresa dal Corriere della Sera in riferimento al campionato 2004/2005, quello oggetto di indagine.

«Non ci sono stati illeciti. Il campionato (2004/2005, ndr) era regolare»
«Il campionato 2004/2005 non è stato falsato – afferma – L’unico dubbio potevamo averlo su quella strana partita tra Lecce e Parma, una sfida che abbiamo visto e rivisto. Non si può dire però che è stato falsato il campionato.»