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Posts Tagged ‘Arbitri’

“Se hai un dubbio pensa a chi è più dietro”

27 settembre 2011 Lascia un commento

Nuova intercettazione portata alla luce dai consulenti di Luciano Moggi. La telefonata è tra l’allora designatore arbitrale Bergamo e l’arbitro Rodomonti, ed avviene appena poche ore prima della partita Inter-Juventus. Il designatore dice all’arbitro che nel dubbio “pensa a chi è più dietro piuttosto che chi è davanti

Bergamo – Stai preparando bene la partita?

Rodomonti – Sì, sì, sì…

Bergamo – Hai visto qualcosa oggi mentre ti riposavi?

Rodomonti – No, ho visto quasi niente…

Bergamo – Però, mi raccomando… Hai faticato tanto per arrivare lì… Per ritornarci, e quindi io mi aspetti, credimi, che tu non sbagli niente.

Rodomonti – Mi fa immensamente piacere quello che hai detto, perché è la verità.

Bergamo – Oltretutto, c’è una differenza di 15 punti tra le due squadre, capito? Quindi anche psicologicamente preparatici bene.

Rodomonti – Va’ bene, tranquillo…

Bergamo – Le fatiche che hai durato non le devi mettere in discussione, fa la tua partita, non ce n’è per nessuno, e, se ti dico proprio la mia, in questo momento, se hai un dubbio, pensa a chi è più dietro piuttosto che chi è davanti, dammi retta!

Rodomonti – Va bene, parola d’onore, va bene, sta tranquillo.

Bergamo – È una cosa che rimane tra me e te… Arrivare lassù lo sai quanto sia faticoso, e ritornare giù sarebbe per te proprio stupido. Fa la persona intelligente!

Rodomonti – Perfetto, ho capito tutto!

Bergamo – La cosa rimane tra me e te, come mi auguro.

Rodomonti – Vai tranquillo… No, no, tranquillo, io non parlo mai con gli altri di me.

Bergamo – Io ci conto, perché è soltanto una scelta per te, credimi, devi pensare a te stesso in questo momento.

“L’arbitro fu pagato”

“La Roma diede a un intermediario 100 milioni destinati all’arbitro Vautrot è vero ed è un fatto vergognoso: però voglio ricordare che lo scandalo lo fece uscire Dino Viola per smascherare il colpevole e la Cupola del calcio”

Sono le parole di Riccardo Viola, figlio dell’allora presidente della Roma Dino. Il riferimento è al ritorno della semifinale di Coppa dei Campioni (allora si chiamava così) Roma-Dundee. All’andato il Dundee si era imposto per 2-0. Al ritorno, arbitro Vautrot, la roma vincerà per 3-0 e accederà in finale dove incontrerà il Liverpool. Finale che si giocherà proprio a Roma e che la Roma perderà poi ai calci di rigore.

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“È il peggiore errore dell’anno, qui ci crocifiggono tutti”

Dopo la partita Lazio-Fiorentina del 22 maggio 2005 in cui si verificò un grave errore arbitrale il designatore Bergamo chiama l’arbitro della partita Rosetti

Bergamo: “Roby…”.

Rosetti: “Uè…”.

Bergamo: “Ma che casino ragazzi! È incredibile…guarda. Ma dio santo ragazzi…ma vai a parlare con Giannichedda? Uno ti fa un fallo e te vai a parlare con quell’altro…eri talmente imbambolato che io non ti riconoscevo nemmeno…credimi. C’è questo episodio, te fai qualche passo e poi vai a parlare con Giannichedda? Io non lo so ragazzi a volte…boh”.

Rosetti: “Che ti devo dire…”.

Bergamo: “Non lo so dimmelo te… se non me lo dici te”.

Rosetti: “Eh…non l’ho visto…non l’ho visto”.

Bergamo: “Dio santo… mai hai tutti che ti protestano e un dubbio ti potrà venire…no?”.

Rosetti: “Eh si… infatti mi viene il dubbio e guardo subito Pisacreta (uno dei due guardalinee), questo faccio…”.

Bergamo: “E lui non l’ha vista, Pisacreta…evidentemente”.

Rosetti: “E poi arriva Giannichedda e mi fa lui (Zauri, n.d.r.) ‘l’ha presa con la testa’…”.

Bergamo: “Giannichedda, ma che ci combina Giannnichedda, Roby? Il fallo non l’ha mica fatto lui. Te lì eri nel pallone… non lo so… eravamo al ventesimo…boh…non eri vivace…e poi dico vai a parlare con Zauri! Aggredisci lui…aggredisci lui vedi se riesci a tirare fuori qualche cosa da lui. Ma che cazzo ci combina Giannichedda, scusami io non lo so: questo è il peggiore errore dell’anno…”.

Rosetti: “È clamoroso?”.

Bergamo: “È clamoroso, questo è il peggiore errore dell’anno che ti devo dire: quello è rigore e anche espulsione. Questo (Zauri, n.d.r.) va col braccio aperto e lo tira fuori è incredibile…”.

Rosetti: “Ufff…ma vaffanculo va…”.

Bergamo: “Ma poi non hai avuto una reazione… uno va, fa, si muove…te fai dei passi molli, vai verso Zauri che si allontana poi viene Giannichedda dice che ha colpito di testa ed è finita li… aldilà del non vedere… che eri anche in buona posizione evidentemente era una situazione difficile, ma non hai avuto quella reazione che dovevi avere. Minimo vai ad aggredire quello che dice che ha colpito di testa o no? Minimo ci vai a parlare, vedi come reagisce, se è imbarazzato se ti dà un aiuto, un conforto… e invece parli con quello che non ci combinava niente non lo so veramente. Qui ci crocifiggono tutti uno insieme all’altro è inspiegabile. Sai te vai lì, Giannichedda dice che è quello che ha fatto il fallo, dice ‘testà ma tu…vabbè: l’arbitro non ha visto e il giocatore è un imbroglione… ma scusa… uno fa il fallo e te vai a parlare con quell’altro…”.

Rosetti: “Cosa ti devo dire…”.

Bergamo: “E che mi devi dire… è un casino, è un casino. Il primo tempo poi, come al solito, Papadopulo (l’allenatore della Lazio, ndr) sembrava il padrone del vapore… e allora è inutile parlare delle cose se poi andate in campo e le cose non le fate. Dimmi quante volte si è parlato di Papadopulo e Papadopulo ha continuato a stare tutto il primo tempo lì, al limite dell’area tecnica a contatto con i giocatori. Banti va beh’… è Luca Banti (il quarto uomo di Lazio-Fiorentina, ndr), ma te sei Roberto Rosetti. ma se noi dobbiamo far diventare gli allenatori eroi, vabbè fate voi… tanto che cazzo me ne frega ci andate voi in campo la domenica. Ma, Dio santo, ci sono allenatori che sono già nell’occhio del ciclone…arrivano in campo quelli come te che non riescono a dirgli: ‘Guardi, stia per lo meno al bordo…’ non dico buttalo fuori ma perchè deve stare al limite dell’area tecnica a contatto con i giocatori io non capisco. Luca è un coglione e ha fatto una partita ma te ne hai fatte cento… va be è un gran frittata, va bè… va bè ci sentiamo ciao”.

Rosetti: “Ciao, ciao”.

“Facchetti all’inizio della partita è venuto nello spogliatoio ….”

Dopo la partita Cagliari-Inter (1-1) di Coppa Italia del 12 maggio 2005 l’arbitro Bertini, che ha arbitrato quella partita, chiama il designatore arbitrale Paolo Bergamo.
Bertini riferisce a Bergamo di come prima della partita il presidente dell’Inter Giacinto Facchetti sia andato nello spogliatoio dell’arbitro “Tra l’altro c’è stato Facchetti che all’inizio della partita è venuto dentro lo spogliatoio a salutare con quel fare sempre… ‘Sa, questa è la tredicesima partita, per ora siamo in perfetta parità, quattro perse, quattro vinte e quattro pareggiate, e per l’Inter non è che sia un grande score’ ha detto. Quindi l’abbiamo preparata in questo modo la partita“, “E non è stato piacevole, non è stato piacevole” continua Bertini. Bergamo dice a Bertini che con Facchetti parlerà lui. “Ma io ho l’impressione…Non so neanche l’interlocuzione più giusta quale possa essere… Questo veramente… a volte è imbarazzante… Una premessa del genere… ci siamo… ci siamo guardati tutti, prima della partita” replica Bertini.

Anche questa intercettazione, come moltissime altre non è stata presa in considerazione dagli inquirenti, i carabinieri di roma e i pm di napoli.

Bergamo: Pronto?

Bertini: Sei a letto Paolo, eh?

Bergamo: No… Allora?

Bertini: Comè andata? Che mi dici?

Bergamo: Ma io ho visto l’ultima mezz’ora perché mi avevano avvertito di questo… di questo fallo di mano che no… non era mica espulsione…oh…

Bertini: Quella non è espulsione…

Bergamo: No, non è mica una chiara occasione da goal.

Bertini: Poi si può fare una disquisizione di carattere tecnico su tutto, ma non si ha la… forse una mancata percezione di dove fosse come posizione, ma non può essere ritenuta un’occasione…

Bergamo: No… un’occasione di.. assolutamente.

Bertini: E’ stato quello che… l’unica cosa…

Bergamo: Protestavano un po’ quelli dell’Inter… sono un po’ insofferenti quando…

Bertini: Eh me ne son accorto. E’stata una remata dal primo minuto poi, dal primo minuto, non capisco, non capisco perché. Tra l’altro c’è stato Facchetti che all’inizio della partita è venuto dentro lo spogliatoio a salutare con quel fare sempre… ‘Sa, questa è la tredicesima partita, per ora siamo in perfetta parità, quattro perse, quattro vinte e quattro pareggiate, e per l’Inter non è che sia un grande score’ ha detto. Quindi l’abbiamo preparata in questo modo la partita.

Bergamo: Mmhh

Bertini: E non è stato piacevole, non è stato piacevole.

Bergamo: Bisogna che ci parli, sì… più tranquillo in campo. Ci avevo già parlato, gli avevo già detto, ma questo non capisce un cazzo…

Bertini: Ma io ho l’impressione…Non so neanche l’interlocuzione più giusta quale possa essere… Questo veramente… a volte è imbarazzante… Una premessa del genere… ci siamo… ci siamo guardati tutti, prima della partita.

Bergamo: Ascoltami, quando avrai buttato giù con me, chiama Gigi, che s’è accorto che m’hai già chiamato..

Bertini: Sì, sì, certo… e quindi… niente, insomma… questa situazione… te l’ho detto, appunto.

Bergamo: Grazie. Comunque la partita… un clima…

Bertini: Al di là di questo la partita è andata bene…

Bergamo: Per quella parte che si diceva ti ci penso io…

Bertini: Sì, perchè poi tra l’altro non ha neanche senso, non mi sembra di aver fatto… Anzi.. anzi! Va buo’…

Bergamo: Buonanotte, ci sentiamo.

Bertini: Ci sentiamo domani.

Bergamo: Ciao, grazie.

Bertini: Ciao, grazie.

“Lei non arbitrerà più a San Siro”

Su repubblica viene pubblicata la recensione del libro dell’ex arbitro Michelotti, vengono pubblicati alcune parti del libro. In una ci si riferisce al debutto dell’arbitro Michelotti. A San Siro c’è Inter-Verona

E arriva anche il giorno del debutto a San Siro, il 28 dicembre 1969. In campo l’Inter di Mazzola, Corso, Boninsegna, Facchetti e Burgnich. Avversario il Verona che alza un muro e non fa passare l’Inter. La tensione sale, Michelotti fa giocare e Corso: “Lei non arbitrerà più a San Siro”. E Mariolino si becca 5 giornate.

Categorie:Inter, Società Tag:,

L’inter batte il barcellona

L’inter batte il barcellona per 3-1 nell’andata delle semifinali di Champions League. A portarsi in vantaggio per primo è stato il Barcellona con Pedro al 19′. L’inter pareggiava con Sneijder al 30′, passava in vantaggio con Maicon al 48′ e si portava sul 3-1 finale al 61′ con un goal di Milito in evidente posizione di fuorigioco

I catalani lamentano anche la mancata concessione di un calcio di rigore a loro favore.

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“Oh meno male che non ho scritto di Totti”

È il 24 novembre del 2004 i due designatori Bergamo e Pairetto si sentono telefonicamente. I due parlano della partita Roma-Palermo 1-1 e del comportamento del quarto uomo Ayroldi.
Bergamo informa Pairetto che Ayroldi in quella partita si è comportato male. Il giocatore della Roma Totti al termine della partita ha insultato l’arbitro Trefoloni. Ayroldi ha sentito gli insulti, che invece erano sfuggiti a Trefoloni. Ayroldi però non ha scritto nulla nel suo referto.
E nel successivo allenamento con gli arbitri Ayroldi si è lasciato sfuggire il fatto che aveva sentito gli insulti di Totti ma non li aveva scritti nel referto “oh meno male che non ho scritto di Totti… te lo immagini…. giocavano con la Juve, metti caso che lo squalificavano e perdevano davano la colpa che non c’era Totti“.
I due designatori non sembrano però arrabbiati con Ayroldi perché non ha segnalato nel suo referto gli insulti di Totti all’arbitro, ma piuttosto perché ha raccontato questo episodio ad estranei e non si è consultato prima con l’arbitro e poi con i designatori.
Bergamo riferisce di aver parlato con Matteo (Trefoloni) dicendogli che al prossimo raduno arbitrale avrebbero parlato di questo episodio “perché anche se lui una volta si prende un’iniziativa di questo tipo la devi concordare con noi, non con se stesso, e nemmeno può parlarne con te in allenamento e in presenza di arbitri“. “Ma parlarne in presenza di altri, capito?“, continua Bergamo.
Pairetto risponde “è da sciocchi“. Bergamo replica “E poi nello spogliatoio mentre c’è l’osservatore, e allora vuol dire che proprio hai la testa di un uccellino, perché se no non ti ritroveresti, te ti succede una cosa così prendi l’arbitro in disparte e dici guarda è successo questo questo e quello, cosa faccio lo scrivo o no?“.

La settimana successiva si sarebbe disputata la partita Juventus-Roma. Ayroldi non segnalò gli insulti del capitano della Roma all’arbitro nel suo referto e Totti ha potuto giocare quella partita.

Pairetto: «Poi c’è anche Ayroldi che deve uscire».

Bergamo: «Ma Ayroldi…».

Pairetto: «È andato in B, Paolo».

Bergamo: «Però Ayroldi si è comportato male eh?».

Pairetto: «Sì?».

Bergamo: «Ho saputo in Roma, Roma, Roma, Roma… (Roma-Palermo 1-1, ndr) era il quarto. È successo questo, che alla fine della partita Totti l’ha mandato a cagare e lui avrebbe dovuto scrivere che l’ha mandato… Ma di brutto… No che ha mandato lui, che ha mandato a cagare».

Pairetto: «L’arbitro».

Bergamo: «Trefoloni, Trefoloni. E nello spogliat… Mi senti?».

Pairetto: «Sì, sì».

Bergamo: «E nello spogliatoio ha detto lui che se doveva scrivere… cioè che doveva scrivere questa cosa, allora, insomma ha fatto un discorso non chiaro. Ed è stato ascoltato non da Matteo. Quando sono arrivati il giovedì all’allenamento questo cretino di Ayroldi, in allenamento, parlando con un altro arbitro e Matteo, parlando con Matteo ma con gli altri che sentivano, ha detto “oh, meno male eh, che non ho scritto di Totti perché poi ripensandoci, te lo immagini, giocavano con la Juventus e metti caso lo squalificavano e perdevano poi davano la colpa che non c’era Totti”. Matteo gli ha detto: “ma che cazzo dici? Io guarda che di questa storia la sai te, non la so io…” E cosa… Dice no, sì, ma perché lui aveva detto che l’ha mandato a cagare. Gli ho detto guarda… praticamente, lui, giustamente Matteo non ne ha voluto parlare perché mi ha detto dice “guarda una cosa così, detta oltretutto mentre ci sono gli altri, eh dice è una bruciatura per lui, per me, dice, ma credimi che io questa cosa non, assolutamente non avevo sentito niente”. Gli ho detto: “guarda, noi non ne vogliamo parlare pubblicamente perché se no andiamo a continuare a far casino, però con Ayroldi ci parleremo io e Gigi al prossimo raduno perché la dobbiamo chiarire con lui perché anche se lui una volta si prende un’iniziativa di questo tipo la devi concordare con noi, non con se stesso, e nemmeno può parlarne con te in allenamento e in presenza di arbitri“. Ma, dice, fate voi, dice, io volevo informati della cosa perché è andata esattamente così. A me mi sembra un, un piuttosto gravuccia, perché le cose sai fin tanto che si sanno le decidiamo e le affrontiamo, ma che lui, di sua iniziativa, che poi magari io considero che è un ingenuo, che è un ragazzo…»

Pairetto: «È proprio un coglioncello».

Bergamo: «Ecco. È un coglioncione, no un coglioncello».

Pairetto: «Perché lui non è un…».

Bergamo: «Non è un malizioso».

Pairetto: «No, non è un malizioso, infatti è per quello che io dico è proprio un coglione, ma Dio (…)».

Bergamo: «Ma parlarne in presenza di altri, capito?».

Pairetto: «È proprio da sciocchi».

Bergamo: «E poi nello spogliatoio mentre c’è l’osservatore, e allora vuol dire che proprio hai la testa di un uccellino, perché se no non ti ritroveresti, te ti succede una cosa così prendi l’arbitro in disparte e dici guarda è successo questo questo e quello, cosa faccio lo scrivo o no?».

Pairetto: «Appunto. E per lo meno pensare a chi gioca la settimana dopo o meno, se no».

Bergamo: «Ma perché magari lui gli è venuto in mente dopo».

Pairetto: «Magari gli è venuto in mente dopo, sì, sì, non ci ha nemmeno pensato subito, certo».

Bergamo: «Guarda, io son convinto, ci metterei la mano sul fuoco».

Pairetto: «Anch’io, anch’io».

Bergamo: «Che lui non ci ha nemmeno pensato che la partita dopo era quella di Juventus o no, ma ci scommetterei le palle. Ma è questo il discorso, ma ora lui non è più un arbitro che può essere ingenuo così perché se no veramente, hai capito, insomma ci crea problemi e non ce li risolve, ora se questa cosa la vogliamo far passare la facciamo passare…».

Pairetto: «No, però bisogna dirglielo, potremo fare… No, sai perché mi dispiace? Perché è sempre stato sfigato le ultime due volte è uscito tutte e due le volte in B che era inserito in quella di A, ti ricordi?».

Bergamo: «Sì, sì. Ah, ma figurati, te poi lo sai che mai una volta che abbiamo trovato un disaccordo su Ayroldi».

Pairetto: «No no no. Se decidiamo di non metterlo, zero, eh? Proprio zero. Non è un problema».

Bergamo: «Ma io ti ripeto non voglio penalizzarlo, però bisogna parlarci».

Pairetto: «No, no. Dirglielo io son d’accordo con te, dirglielo sì, perché mi  dispiaceva perché sfigato le ultime due volte però ripeto, se decidiamo di metterlo in B, fargli saltare non è… non è un problema, anzi. Certo non litighiamo su Ayroldi».

Bergamo: No, no anche perché… Ma figurati tanto poi non ce ne abbiamo da… Ecco andiamo avanti scusa così. Ah, aspetta, poi ce ne avevo un’altra da raccontarti. Di Mazzoleni. (…).

Pairetto: Dattilo lo possiamo togliere, eh Paolo? Anche perché bisognerà poi riproporlo in A la prossima.

Bergamo: Eh, sai però… Dunque Dattilo ha fatto B, B, poi il turno di A e B fermo, coppa Italia.

Pairetto: Ci mettiamo Romeo al posto di Dattilo?

Bergamo: Romeo quante ne ha fatte? Vediamo un po’.

Pairetto: Romeo ne ha fatte 7.

Bergamo: Sette, Romeo è uno di quelli che poi un giorno o l’altro dobbiamo prendere il toro per le corna.

Pairetto: Sì, sì.

Bergamo: Questo o lo mandi a casa o lo mandi in A, eh?

Pairetto: Io sarei più per la prima ipotesi, mandarlo a casa. Onestamente.

Bergamo: E non dà tanta affidabilità.

Pairetto: No, Romeo in A mi fa cagare veramente, ti giuro.

Bergamo: Sì.

Pairetto: Mi fa cagare sotto proprio dalla paura.

Bergamo: Dattilo è un arbitro da recuperare, però questo è da non perdere…

“Digli al mister di stare tranquillo”

15 aprile 2010 1 commento

È il 20 febbraio 2005, il presidente dell’Inter Facchetti chiama il designatore Bergamo. I due discutono dell’arbitro, Racalbuto, che arbitrerà la prossima partita dell’inter. Bergamo chiede a Facchetti di dire all’allenatore Mancini di stare tranquillo, e in ogni caso lui ha già parlato sia con l’arbitro che con gli assistenti. Facchetti dice a Bergamo che ha litigato con Racalbuto. Ma Bergamo lo tranqullizza, dicendogli che ha già parlato con Racalbuto e ci parlerà di nuovo: “Ci ho già parlato e ci riparlo nel pomeriggio. Lo so mi ricordo tutto, so dei precedenti, di quando sei andato negli spogliatoi. Ma ci parlo io, vedrai che lo trovi rasserenato“.

Facchetti: Buongiorno Paolo.

Bergamo: Buongiorno non ci siamo più sentiti, è andata bene a Palermo!!! (…).

Facchetti: Adesso viene Racalbuto…

Bergamo: Digli al mister di stare tranquillo, perché lui ha un carattere, guarda, che se io potessi me lo toglierei di torno, però lo lasciano tranquillo, fa la sua partita, credimi. Io ci ho già parlato, con gli assistenti.

Facchetti: Perché con Racalbuto ho litigato io, con Racalbuto…

Bergamo: Ci ho già parlato e ci riparlo nel pomeriggio. Lo so mi ricordo tutto, so dei precedenti, di quando sei andato negli spogliatoi. Ma ci parlo io, vedrai che lo trovi rasserenato.

Facchetti: Va bè.

Bergamo: In bocca al lupo Giacinto.

“Ma quand’è che ci vediamo?”

È il 14 aprile del 2005 il ds del Palermo Rino Foschi chiama al telefono l’arbitro De Santis.

Foschi: “Disturbo?”

De Santis: “No no ho finito adesso allenamento”.

Foschi: “L’altro giorno ho parlato con V…io avevo una cosa mia personale, no una cosa che voglio solo capisci…? Gli ho detto se incontro Massimo per salutarlo…ma quand’è che ci vediamo? Dio bo… si può sapere quando ci vediamo…“.

De Santis: “E Daje e tu mo ‘o dici…ma pensa te”.

Foschi: “È tutto facile per me…per te è difficile, per me è difficile”.

De Santis:E daje mo ci organizziamo“.

“Per Milan-Juve associazione a delinquere sghangherata”

Nel corso del controinterrogatorio del colonnello Auricchio operato dall’avv. Trofino si è parlato anche del sorteggio arbitrale per la partita Milan-Juventus (arbitrata poi da Collina e vinta 1-0 dalla Juventus).

Auricchio: La griglia erano Collina, Paparesta e Trefoloni.

Trofino: Mi conferma che nessuno di questi era un amico della Juve?.

Auricchio: Di sicuro Collina ma anche Trefoloni e Paparesta …. anche se poi Paparesta aveva chiamato andando a Canossa da Moggi dopo la partita di Reggio però non posso dire che sia amico della Juve. Trefoloni era figlioccio di Bergamo anche se sulla Juve non era venuto fuori nulla.

Trofino: Come associazione a delinquere mi sembra davvero sgangherata, più che altro perchè fa mettere nel sorteggio decisivo nemmeno un arbitro di quelli considerati ‘amici della Juve’.