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Archive for the ‘Moggi’ Category

Associazione a delinquere finalizzata alla comunicazione

Sintetizzando:

1) I sorteggi erano regolari
2) L’esito del campionato è stato regolare

Moggi condannato perché, forse, intratteneva comunicazioni telefoniche.

“Se hai un dubbio pensa a chi è più dietro”

27 settembre 2011 Lascia un commento

Nuova intercettazione portata alla luce dai consulenti di Luciano Moggi. La telefonata è tra l’allora designatore arbitrale Bergamo e l’arbitro Rodomonti, ed avviene appena poche ore prima della partita Inter-Juventus. Il designatore dice all’arbitro che nel dubbio “pensa a chi è più dietro piuttosto che chi è davanti

Bergamo – Stai preparando bene la partita?

Rodomonti – Sì, sì, sì…

Bergamo – Hai visto qualcosa oggi mentre ti riposavi?

Rodomonti – No, ho visto quasi niente…

Bergamo – Però, mi raccomando… Hai faticato tanto per arrivare lì… Per ritornarci, e quindi io mi aspetti, credimi, che tu non sbagli niente.

Rodomonti – Mi fa immensamente piacere quello che hai detto, perché è la verità.

Bergamo – Oltretutto, c’è una differenza di 15 punti tra le due squadre, capito? Quindi anche psicologicamente preparatici bene.

Rodomonti – Va’ bene, tranquillo…

Bergamo – Le fatiche che hai durato non le devi mettere in discussione, fa la tua partita, non ce n’è per nessuno, e, se ti dico proprio la mia, in questo momento, se hai un dubbio, pensa a chi è più dietro piuttosto che chi è davanti, dammi retta!

Rodomonti – Va bene, parola d’onore, va bene, sta tranquillo.

Bergamo – È una cosa che rimane tra me e te… Arrivare lassù lo sai quanto sia faticoso, e ritornare giù sarebbe per te proprio stupido. Fa la persona intelligente!

Rodomonti – Perfetto, ho capito tutto!

Bergamo – La cosa rimane tra me e te, come mi auguro.

Rodomonti – Vai tranquillo… No, no, tranquillo, io non parlo mai con gli altri di me.

Bergamo – Io ci conto, perché è soltanto una scelta per te, credimi, devi pensare a te stesso in questo momento.

“Moggi non era il primo a sapere i nomi degli assistenti”

A margine dell’udienza in corso al processi di Napoli il consulente Nicola Penta interviene sulla vicenda dei nomi degli assistenti degli arbitri che secondo l’accusa Moggi avrebbe saputo prima degli altri.

In realtà abbiamo prodotto e incrociato con documenti già esistenti intercettazioni ed sms nei quali si evince chiaramente e spesso che Moggi arrivava addirittura terzo. C’è una volta in cui l’allora presidente dell’Inter chiama il videdesignatore Mazzei il giovedì alle 17.50 e ottiene i nomi che saranno resi pubblici il giorno dopo. Poi Meani incassa due sms dal segretario della Can Martino intorno alle 11.15 del venerdì. E Moggi, ormai terzo, si becca un capo di imputazione penale e sportiva perchè ottiene i nomi alle 11.53 del venerdì

Moggi: “Se la Figc non riapre il Processo Sportivo li denuncio”

In una intervista a Repubblica l’ex dg della Juventus Luciano Moggi parla degli ultimi sviluppi di Farsopoli. Dopo aver detto che le nuove telefonate uscite in questi giorni non erano dello stesso tenore delle sue telefonate, nel senso che lui certe cose non le ha mai dette e non le ha mai fatte “Io dico una cosa: confrontiamo le mie telefonate con quelle degli altri. Io certe cose non le ho mai dette, non ho chiamate con gli arbitri. Guardi che dicevano altri e vedrà cosa ho fatto io e cosa hanno fatto questi signori…” afferma che intenderà denunciare la FIGC se questa non dovesse riaprire il processo sportivo “se non si muovono li denuncio per omissione d´atti d’ufficio. Devono riaprire il processo sportivo, altro che storie“. E sul fatto che la FIGC potesse avere le intercettazioni uscite in questi giorni dice “Può darsi che le avessero. Ora di sicuro“.

Ma perché oggi Luciano Moggi è più agguerrito che mai?

«Sa per chi lo faccio? Lo faccio per gli arbitri…».

Scusi, Moggi: ma se lei era il capo della Cupola, gli arbitri erano tutti a sua disposizione e adesso scatena questo nuovo putiferio di intercettazioni per loro…

«Sì, perché gli arbitri non hanno colpa, e qualcuno ci ha rimesso pure la salute».

Mentre le colpe ormai si sa di chi sono…

«Macché cupola e cupola. Dicevano che Paolo Bergamo era nostro sodale, ma quando mai? Lasciamo stare: guardi che sta succedendo in questi giorni, quanta gente che parlava…».

Le intercettazioni nuove riguardano l’Inter con Facchetti e Moratti, mentre quelle di Galliani, Meani, Collina, Cellino sono roba vecchia.

«Io dico una cosa: confrontiamo le mie telefonate con quelle degli altri. Io certe cose non le ho mai dette, non ho chiamate con gli arbitri. Guardi che dicevano altri e vedrà cosa ho fatto io e cosa hanno fatto questi signori… La Juve è stata fregata, e ha pagato. Ora tocca ad altri… Questa la verità che sta venendo fuori, mi fa piacere che qualcuno cominci a farsi un’altra idea di tutti questi anni».

Ma c´è chi sostiene che anche queste nuove intercettazioni saranno ininfluenti per il processo di Calciopoli.

«Non lo so. Lo vedremo martedì».

È vero che in aula ne svelerete altre, fra cui una dove Facchetti diceva a Bergamo di lasciar perdere col sorteggio arbitrale?

«Non so. Quelle che sono uscite adesso bastano e avanzano».

E se non verranno accolte dai giudici?

«Che facciamo, andiamo a casa? Vedremo in aula».

In Federcalcio secondo lei le avevano queste intercettazioni che riguardano l’Inter?

«Può darsi che le avessero. Ora di sicuro. E se non si muovono li denuncio per omissione d’atti d’ufficio. Devono riaprire il processo sportivo, altro che storie».

Che pensa che succederà martedì a Napoli?

«Cose divertenti. Il bello, mi creda, viene solo adesso. Io ho aspettato tanti anni ma sapevo che certe cose c´erano, e che prima o poi sarebbero venute a galla. Arrivederci a martedì».

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Moggi scrive a John Elkann: “Ti sei comportato come l’Innominato”

In seguito alla lettera inviata da John Elkann al Corriere della Sera in replica ad un articolo dell’editorialista del Corriere Mario Sconcerti in cui parlava di Juventus “parte attiva” nei processi di calciopoli

La Juve è stata cioè parte molto attiva nel formulare e accettare la propria condanna.

Luciano Moggi ha scritto una lettera aperta indirizzata a John Elkann e pubblicata sul quotidiano Libero.

Ecco il testo della lettera.

Carissimo Elkann, trovo francamente sorprendente leggere dalle colonne del Corriere della Sera del suo risentimento nei confronti di chi ha tacciato la Juventus, da lei condotta a senso unico durante Calciopoli, di essere stata parte attiva nel formulare ed accettare la propria condanna.
Vede Elkann, quando si è dalla parte della verità e quando si ha la responsabilità di una onesta storia centenaria e della dignità di quindici milioni di tifosi che nella Juventus si sono immedesimati e delle sue vittorie hanno gioito insieme alle proprie famiglie, allora si ha l’obbligo morale di affrontare le ingiustizie e le falsità, con coraggio e sacrificio, come la storia personale e professionale di chi Le scrive testimonia. Le ricordo che prima ancora dell’inizio del processo sportivo, Lei, probabilmente non troppo sorpreso per quanto stava accadendo e già proiettato verso il glorioso futuro sportivo che attualmente rallegra i tifosi bianconeri, considerando i recenti successi nazionali ed internazionali che la nuova dirigenza ha saputo collezionare, aveva già deciso di abbandonare me e Giraudo al nostro destino, rinunciando a difendersi ed anzi, cosa ancor più grave, dando mandato al suo difensore di accettare supinamente qualsiasi decisione.
Tuttavia i suoi istinti suicidi non si erano ancora placati se è vero, com’è vero, che all’indomani della presentazione del ricorso al Tar, nel settembre del 2006, per l’annullamento delle sentenze sportive e per la sospensione dell’inizio del campionato in attesa di un processo più giusto ed equo, Lei decideva che quel ricorso andasse ritirato e che le decisioni della Federazione non andassero contestate ma servilmente accettate, con pubblici ringraziamenti di Blatter a Montezemolo!
Durante il secondo filone di indagine, quello cioè delle presunte Sim estere denominato Calciopoli 2, la Juventus, in quell’occasione assistita da Franzo Grande Stevens, piuttosto che difendersi, come ho efficacemente fatto io, ha preferito patteggiare e pagare 300 mila euro! Nemmeno una mente fervida ed imprevedibile come quella di Alfred Hitchcock avrebbe mai immaginato che la vittima di una macchinazione potesse diventare con un colpo di teatro a sua volta colpevole… E invece lei c’è riuscito, al processo di Torino.
In quella comica (se non fosse tragica…) vicenda, la Juventus da Lei condotta, non si è solo limitata a non difendere sé stessa ed i dirigenti che l’hanno onestamente servita per 13 anni di successi e vittorie “a costo zero” – come direbbero i suoi esperti di marketing nella fase di lancio di una nuova vettura – ma addirittura ha accusato me e Giraudo e Bettega (perché no?) di comportamenti illeciti in ambito economico-gestionale, poi puntualmente smentita da un attento esame da parte del giudice. Si ricordi che quell’assoluzione vale per Lei come una condanna.
Leggo che in un comunicato ufficiale la Società Juventus «confida che le istituzioni e gli organi di giustizia sapranno assicurare parità di trattamento per tutti, come d’altronde la società e i suoi difensori richiesero nel corso del processo sportivo del 2006» (!!!). Lei Elkann, con questo suo inaspettato e tardivo ravvedimento, mi ricorda l’Innominato dei Promessi Sposi, che dopo una notte di travaglio morale ed esistenziale decide di convertirsi e di dare una svolta positiva alla sua vita. Certo verrebbe da chiedersi dove sia stato e cosa abbia fatto e letto in questi lunghi quattro anni, per accorgersi solo adesso che la Juventus, quella sana e vincente della triade, è stata vilipesa e mortificata ingiustamente, oltreché accusata da prove parziali e contraddittorie.
Mi domando, inoltre, che cosa voglia intendere quando parla di «parità di trattamento che la difesa della Società avrebbe chiesto durante il processo sportivo». Non certamente l’aver proposto ed ottenuto la retrocessione, la revoca di scudetti vinti onestamente sul campo, la svendita di una rosa di giocatori di livello mondiale ed il rafforzamento dell’Inter a costi promozionali!
A pensar male si fa peccato, ma spesso si individua la verità e chissà se dietro questo suo ravvedimento non ci sia il tentativo di sviare l’attenzione dai disastri sportivi che la Sua illuminata gestione ha saputo regalare ai tifosi. Vuoi vedere che quel diavolo di Moggi sta tornando di nuovo utile a Lei e alla Juve dopo anni di battaglie giudiziarie e sofferenze solitarie?

Oriali, la condanna? devo tutto a Franco Baldini

23 marzo 2010 3 commenti

Gabriele Oriali, dirigente dell’inter torna a parlare della sua condanna in relazione al falso passaporto di Recoba in una intervista al quotidiano La Stampa.
Oriali patteggiò una condanna a sei mesi di reclusione per i reati di concorso in falso e ricettazione in relazione al falso passaporto dell’allora giocatore dell’Inter Alvaro Recoba e per la patente, sempre intestata a Recoba, che risultò essere falsa ed essere stata rubata negli uffici della Motorizzazione civile di Latina.

Nell’intervista Oriali tira in ballo l’ex dirigente della a.s. Roma Franco Baldini che, a dire di Oriali, gli avrebbe detto che le carte erano in regola salvo poi lasciarlo solo

Passaportopoli, dossier Recoba: in che misura la condanna a sei mesi di reclusione e il relativo patteggiamento l’hanno segnata?

«È una grave macchia, lo so, ma ha presente il signore che compare sempre al fianco di Fabio Capello? Sì, Franco Baldini. Ecco, devo tutto a lui. Mi disse che c’era questa possibilità eccetera eccetera, e che le carte erano in regola. Salvo poi lasciarmi nella cacca».

Oriali conclude poi l’intervista rivelando di essere Juventino-fin-da-bambino

Per chi tifava, da ragazzo?

«Per la Juventus».

Anche la roma fu al centro di indagini, e processi, sia sportivi che penali per presunti passaporti falsi di alcuni suoi giocatori.
È il famoso scandalo chiamato “passaportopoli“.

I processi sportivi si chiusero con pene molto miti, l’Inter fu condannata a pagare una multa di 2 miliardi di lire, la roma una multa di 1.5 miliardi di lire, il Milan una multa di 1 miliardo di lire. Inoltre furono squalificati i giocatori. Tra questi Alvaro Recoba, dell’Inter, squalificato per 1 anno. Fábio Júnior, Gustavo Bartelt, giocatori della Roma, anch’essi squalificati per 1 anno, e Dida (Milan) squalificato per 1 anno.

Squalificati anche i dirigenti. Un anno di squalifica a Gabriele Oriali, dirigente dell’Inter, 9 mesi di squalifica a Franco Baldini, dirigente della Roma.

A gennaio 2010 delle altre rivelazioni avevano coinvolto l’ex dirigente romanista Franco Baldini. Queste riguardavano “Calciopoli”.
In particolare si trattava di una intercettazione telefonica Tra l’allora vicepresidente della FIGC Innocenzo Mazzini e Franco Baldini.
Questa intercettazione non era stata inserita dall’accusa (Procura di Napoli e Carabinieri di Roma) negli atti del processo in corso a Napoli.
Nell’intercettazione, risalente al 2005, Baldini chiede a Innocenzo Mazzini di segnalare a Luciano Moggi Renzo Castagnini, suo amico, affinché fosse assunto dall’Arezzo Calcio, e gli indica la “ricompensa” per questo favore

“Forse se ti comporti bene, quando farò il ribaltone e tanto lo farò perché io vivo per quello, fare il ribaltone e buttare tutti di sotto dalla poltrona, io ti salverò. Forse”

e ancora

“Io mi sono sempre guardato bene dal fare il tuo nome. Ho parlato di Carraro, Galliani, Giraudo. Non t’ho mai nominato.”

Un anno circa dopo questa telefonata in cui Baldini rivelava di voler fare “il ribaltone” scoppia Farsopoli.

Nel corso di una udienza del processo GEA Luciano Moggi ha parlato, in una dichiarazione spontanea, ha parlato di Franco Baldini e di Attilio Auricchio, il maggiore dei Carabinieri di Roma che ha svolto le indagini per conto della Procura di Napoli, e ancora prima le indagini sulle false fidejussioni presentare dalla Roma per iscriversi al campionato (in quelle indagini la Roma fu considerata “parte lesa”)

“Il maggiore Attilio Auricchio dei carabinieri e Franco Baldini (ex ds della Roma) si dovrebbero vergognare. Dalle testimonianze di questi due la vicenda appare come una cosa macchina e predisposta. Non prove ma chiacchere”.

“Quando da me veniva qualcuno, come l’ex ds del Siena Nelson Ricci e mi diceva che Baldini gli aveva chiesto di testimoniare, a Roma, contro di noi, non gli davo peso. Ho considerato quelle delle chiacchere, cose a cui non dare peso”.

e ancora

“Il maggiore Auricchio e Baldini si conoscevano benissimo”

“Per più di un mese i due si sono visti, facevano riunioni segrete, Auricchio gli disse di fare una denuncia contro di me”

“La vicenda appare come una cosa macchinata e predisposta”

“Il fatto non sussiste”. Assolti Moggi, Giraudo e Bettega

24 novembre 2009 Lascia un commento

Assolti. Perché il fatto non sussiste.
La sentenza di assoluzione per l’accusa di falso in bilancio (accuse mosse dalla procura di torino) contro Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Roberto Bettega è stata emanata dal GUP di Torino Dante Cibinel.
Assolta anche la Juventus.
Nonostante la nuova società avesse chiesto il patteggiamento tramite il suo legale zaccone.
Da ricordare che la nuova società aveva chiesto il patteggiamento anche nel 2008 nella cosiddetta “Calciopoli 2”.
E anche nel processo sportivo del 2006 ci fu chi parlò di patteggiamento della Juve, quando in un dialogo tra l’avvocato difensore della Juve zaccone e il presidente della CAF ruperto zaccone definì la serie B una “pena congrua” per la Juve. Concetto ulteriormente ribadito in una successiva intervista di zaccone a La Stampa.
In quei casi però i giudici avevano accolto le richieste della nuova società. Oggi invece la Juve è stata assolta nonostante la richiesta di patteggiamento.

Moggi: “Juve favorita dall’arbitro”

18 settembre 2009 Lascia un commento

Intervenendo in una radio romana l’ex DG della Juve Luciano Moggi commenta la partita Lazio-Juve (0-2)

“Il gol annullato alla Lazio contro la Juve è stato un grave errore, se ci fossi stato ancora io mi avrebbero addossato le colpe della svista arbitrale. Non scordiamoci che alcune direzioni di gara di due anni fa hanno favorito platealmente l’Inter a discapito della Roma che a quest’ora avrebbe uno scudetto in più in bacheca”

Moggi si riferisce al goal della Lazio annullato dall’arbitro sul finire del primo tempo quando il risultato era ancora sullo 0-0.

Galliani eletto presidente di categoria per la Serie A

18 settembre 2009 Lascia un commento

Maurizio Beretta è stato eletto come nuovo presidente della Lega Calcio, Rosella Sensi è stata eletta vicepresidente vicario.
Adriano Galliani è il presidente di categoria per la Serie A.
Si chiude così il commissariamento della Lega Calcio (con Giancarlo Abete, presidente della FIGC, come commissario).
E si chiude così anche un altro pezzo di Farsopoli. Adriano Galliani, condannato a 9 mesi di inibizione nel cosiddetto processo Calciopoli nel 2006 poi ridotti a circa 5 mesi, torna a ricoprire una carica in Lega (all’epoca del processo era presidente di Lega).
Sono veramente molto pochi i personaggi condannati nel cosiddetto processo Calciopoli, che si è svolto poco più di 3 anni fa, a non essere ancora tornati, anche a ricoprire incarichi di rilievo, nel mondo del Calcio.
Tra questi Luciano Moggi e Antonio Giraudo, accusati di aver formato una cupola che ogni giorno si assottiglia sempre più.

Vieri: “Voglio 21 milioni dall’Inter”

16 settembre 2009 Lascia un commento

È prevista per il prossimo 22 ottobre l’udienza al tribunale di Milano nella causa che l’ex giocatore dell’Inter (ma anche della Juve) Christian Vieri ha intentato contro la Telecom e l’Inter. Vieri ha già fatto sapere tramite il suo avvocato che ci sarà. Vieri chiede alla Telecom e all’Inter 21 milioni di euro di danni per una presunta attività spionistica ai suoi danni commissionata dall’Inter tramite l’ex responsabile della sicurezza Telecom, Giuliano Tavaroli.
Tra le testimonianze ammesse dal giudice quelle dell’ex presidente di Telecom, Marco Tronchetti Provera, del presidente dell’Inter Massimo Moratti, dell’amministratore delegato Rinaldo Ghielfi. Il giudice ha anche disposto l’acquisizione dei verbali degli interrogatori dello stesso Tavaroli e delle dichiarazioni, come persona informata sui fatti, di Tronchetti Provera nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano sui cosiddetti “dossier illegali”.
Secondo quanto riportato dalla stampa in un interrogatorio Giuliano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza di Telecom, avrebbe raccontato di aver ricevuto una telefonata della segreteria di Tronchetti Provera in cui gli sarebbe stato detto

«Guardi, la cercherà il dottor Moratti, ha bisogno di una mano, le chiederà una consulenza, tra virgolette».

Quindi l’incarico a Cipriani.

«Allora – raccontò Tavaroli, in quel momento in carcere – feci il transito dell’esigenza fra Inter e Cipriani che svolse la pratica e venne pagato autonomamente dall’ Inter…»

Da ricordare inoltre quanto dichiarato da una “impiegata Telecom al servizio prima di Adamo Bove e poi di Fabio Ghioni, a stretto contatto con Giuliano Tavaroli” (come riporta Repubblica) e riportato il 27 settembre del 2006 da Repubblica

“La documentazione che mi mostrate è relativa agli sviluppi sul traffico telefonico in entrata e uscita su utenze intestate a Federazione Gioco Calcio, Enrico Cennicola, Football Management, Juventus f. c., Gea World”

“Mi fu richiesta da Adamo Bove l’11 febbraio 2003. Non so che uso ne abbia fatto e la dicitura “pratica Como” era un promemoria solo a lui noto”

La “famosa” Pratica Como.

“Cominciai a nutrire delle perplessità circa le richieste del dottor Bove su elaborazione dati, per utenze che poi risultavano in contatto con personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport o di enti, quali il Banco di Roma. A causa di tali perplessità ho cominciato a conservare copia od originali delle richieste e degli elaborati”

Tra questi documenti, quelli appunto contrassegnati “dai progressivi 112 al 119 con tutte le telefonate della Juventus di Luciano Moggi, la Gea ma anche del guardalinee Enrico Ceniccola, finito nell’inchiesta di Napoli per la partita Lecce-Juve 0-1. “Chiesi a Adamo – dice la donna – dove finivano quest’ultimi elaborati, ottenendo come risposta che di questo non dovevo preoccuparmi”.

Da ricordare infine che Adamo Bove morì, in circostanze misteriose e mai del tutto chiarite, il 21 luglio 2006 precipitando da un cavalcavia della tangenziale di Napoli.
I familiari non hanno mai creduto all’ipotesi del suicidio.