Archivio

Posts Tagged ‘Sensi’

“Lo sai che punto molto su di te”

È il 21 maggio 2005 il Vicepresidente della FIGC Innocenzo Mazzini chiama al telefono il DS della Roma Pradè. Mazzini si lamenta perché Pradè non gli risponde al telefono, Pradè replica “Ma chi è?“, “Sono Innocenzo Mazzini, sono il tuo Presidente” risponde Mazzini. “Mamma mia, ma come è possibile che non rispondo a te, ma scherzi? con quello che stai facendo per noi” replica Pradè.
I due cominciano a parlare della partita di campionato che si sarebbe svolta il giorno dopo, Atalanta-Roma. La partita è molto delicata ed importante per la Roma che sta lottando per non retrocedere in serie B.
Mazzini chiede a Pradè come vanno le cose, “Lo sai che punto molto su di te” è la risposta di Pradè, “Ma cazzo .. o che devo fare di più?” replica Mazzini.
Pradè manifesta l’intenzione a Mazzini, una volta passata la partita importantissima del giorno dopo, di incontrarlo insieme alla dottoressa Sensi (Rosella Sensi, figlia di Franco Sensi), “Certo. Si, tesoro mio” risponde Mazzini.
Pradè rivela a Mazzini di essere molto preoccupato per la importante partita del giorno dopo “E io sono molto preoccupato per domani eh“, preoccupazione condivisa dal Vicepresidente della FIGC “Si, anche io sono tanto preoccupato“, che sembra avere molto a cuore la sorte della Roma.
Mazzini dice che comunque un giocatore molto bravo dell’Atalanta è stato squalificato, Pradè replica dicendo che anche un altro giocatore dell’Atalanta, Natali, non giocherà.
Mancando questi due sono due pedine importanti eh“, fa notare Mazzini.
A bergamo probabilmente non ci sarà un bell’ambientino, “meno male che tu sei tutelato molto” dice Mazzini. “Perché c’è un grande arbitro“, prosegue.
Quanto grande?” chiede Pradè, “Grandissimo” risponde Mazzini.

Per la cronaca la Roma vincerà la partita per 1-0 e resterà in serie A.

L’audio di questa telefonata è disponibile a questa pagina.

Pradè: Si

Mazzini: Ma non rispondi più al telefono .. ti sei montato il capo anche te per una vittoria ora

Pradè: Ma chi è?

Mazzini: Sono Innocenzo Mazzini, sono il tuo Presidente

Pradè: Mamma mia, ma come è possibile che non rispondo a te, ma scherzi? con quello che stai facendo per noi. Non l’avevo sentito Innocenzo ce l’ho …

Mazzini: Ascoltami un po’ Come tu vai

Pradè: Che ce devi da … Lo sai che punto molto su di te

Mazzini: Ma cazzo .. o che devo fare di più?

Pradè: Niente. Devo passare domani e poi c’è un grande futuro

Mazzini: eh eh eh eh

Pradè: Anzi, se passata domani mi piacerebbe molto incontrarti e parlarti

Mazzini: Certo. Si, tesoro mio

Pradè: Anche la dottoressa Sensi, incontrarti

Mazzini: Si, si va bene. Però domani vabbé, grande eh

Pradè:E io sono molto preoccupato per domani eh

Mazzini: Si, anche io sono tanto preoccupato. Ma quegli emeriti cretini che tu hai in squadra hanno rivoglia, hanno entusiasmo o sono sempre sbracati?

Pradè: Sono sempre come .. la partita l’altro giorno l’abbiamo vinta perché quando c’è in campo francesco può succedere di tutto

Mazzini: Eh, ho capito, ho capito. Guarda che loro sono una squadra

Pradè: E lo so che loro sono una squadra

Mazzini: L’ho vista a Firenze l’han presa a pallate eh, come squadra, mi capisci?

Pradè: Grazie.. che me dai … me metti st’ansia addosso

Mazzini: No, perché ho visto che hanno il ragazzo bravo bravo sulla destra l’hanno squalificato mi sembra

Pradè: Hanno squalificato lui e non gioca nemmeno Natali

Mazzini: Bene, bene perché questo spilungone le ributta ..

Pradè: Motta

Mazzini: Capito?

Pradè: Eh è un buon giocatore

Mazzini: han chiesto Natali poi gli da la capocciata la ributtan su la palla eh

Pradè: si si

Mazzini: Mancando questi due sono due pedine importanti eh

Pradè: è vero, è vero

Mazzini: comunque troverai un ambientino … meno male che tu sei tutelato molto

Pradè: uhm

Mazzini: Perché c’è un grande arbitro

Pradè: eh

Mazzini: Poi sai…

Pradè: Quanto grande?

Mazzini: Grandissimo

Pradè: Vabbò

Mazzini: Per cui … mi raccomando a te determinazione, voglia, corsa, tutte cose che dovresti avere ma non lo so se tu ce l’hai

Pradè: Non ce l’ho

Mazzini: Però tienili insieme dai forza

Pradè: Vabbé, d’accordo, grazie

Mazzini: Ci sentiamo la prossima settimana a salvezza .. tocchiamoci le palle .. va bene?

Pradè: D’accordo. Un abbraccio

Mazzini: Ciao Amore

Narducci: “Non ci sono mai telefonate fra Bergamo o Pairetto con Moratti o Sensi”

3 aprile 2010 5 commenti

Dopo la rivelazione del contenuto di alcune telefonate intercettate nel 2004/2005 tra alcuni dirigenti dell’Inter (e di altre società) e l’allora designatore arbitrale Paolo Bergamo interviene, anche se non ufficialmente, la procura di Napoli.
Quelle intercettazioni erano state disposte proprio dai due pm napoletani Beatrice e Narducci, e nonostante fossero state effettuate di loro, inspiegabilmente, non si è mai trovato traccia ne’ nell’inchiesta penale ne’ nell’inchiesta sportiva.
Solo nelle ultime settimane sono state individuate e rivelate dagli avvocati di Luciano Moggi.
In seguito alla rivelazione di queste intercettazioni, di cui finora addirittura si era arrivati a negare perfino l’esistenza, interviene, anche se non ufficialmente, la procura di Napoli.

Fonti della procura riferiscono che

NAPOLI – Gli inquirenti della Procura di Napoli, che hanno istruito il processo su Calciopoli, intervengono dopo la pubblicazione di intercettazioni telefoniche tra l’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo e il presidente dell’Inter Massimo Moratti: “Il significato attribuito alle telefonate non trascritte , tra le 171mila intercettate nel corso dell’indagine di Calciopoli, rappresenta ‘un’opera di disinformazione allo stato puro” fanno sapere dalla Procura. “Il reato – dicono fonti interne – non e’ parlare al telefono, ma e’ reato quando si stipulano accordi illeciti. Le vittime non possono essere trasformate in autori del reato”.

Queste intercettazioni sono state, fin dall’inizio di farsopoli, oggetto di vivace polemica. L’ex designatore Paolo Bergamo ha infatti sempre sostenuto di aver sempre parlato al telefono con tutti i dirigenti, e anzi si meravigliava del fatto che le telefonate che faceva con gli altri dirigenti delle altre società, come ad esempio l’inter e la roma, non comparissero ne’ nell’inchiesta sportiva, ne’ in quella penale. Chiedendosi che fine avevano fatto quelle telefonate.

Ci sono le intercettazioni che parlano…

«Appunto. Il giallo o, se vuole, il mistero è proprio questo. Io parlavo con tutti i dirigenti e con tutte le società. Ripeto e sottolineo: tutte. Perciò mi chiedo: come mai agli atti ci sono soltanto le telefonate con qualcuno? Perché mancano tutte le altre?».

Quali?

«Con le figure istituzionali tutte. Con il vice presidente Abete, durante le Olimpiadi di Atene, abbiamo parlato per ore. Era assolutamente normale».

Chi era il telefonatore più insistente?

«Giacinto Facchetti. Parlarne mi addolora per l’amicizia che ci legava dagli anni sessanta e per la prematura scomparsa, ma la sua società, l’Inter, si lamentava più di tutte».

E di cosa?

«Facchetti era sempre scontento ed io lo capivo perché l’Inter faticava a vincere. Sospettava di tutto, molti arbitri non gli erano graditi, le griglie non gli piacevano, Juve e Milan gli facevano paura».

L’esistenza di quelle telefonate, tra Bergamo e i dirigenti delle altre società (tra cui Moratti e Facchetti), era stata addirittura negata: quelle telefonate non esistevano.
Il Pubblico Ministero Giuseppe Narducci, uno dei due titolari di quella inchiesta, nel corso della sua requisitoria davanti al gup di Napoli Eduardo De Gregorio smentì decisamente l’esistenza di telefonate tra Bergamo o Pairetto e Moratti o Sensi

Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo…”.

Per Narducci le tesi sull’esistenza di un sistema generalizzato in cui erano tutti a parlare con tutti erano ”balle smentite dai fatti”.

Non solo, ma Narducci si è spinto anche più in la, dicendo

I cellulari erano intercettati 24 ore su 24: le evidenze dei fatti dicono che non e’ vero che ogni dirigente telefonava a Bergamo, a Pairetto, a Mazzino o a Lanese: le persone che hanno stabilito un rapporto con questi si chiamano Moggi, Giraudo, Foti, Lotito, Andrea Della Valle e Diego Della Valle

Non è vero che ogni dirigente telefonata a Bergamo e Pairetto“, ”balle smentite dai fatti”, “…non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi…“. Questo è quanto affermava davati al gup il pm titolare dell’inchiesta Giuseppe Narducci.

E invece era vero, non erano balle. Bergamo non mentiva quando diceva che parlava con tutti, e quelle telefonate esistevano veramente. Ed erano state effettivamente intercettate quelle telefonate. Potevano essere ascoltate e trascritte dalla procura.
Solo che, inspiegabilmente, non comparivano ne’ nell’inchiesta penale, ne’ nell’inchiesta sportiva.
E solo una attenta analisi effettuata dai difensori di Luciano Moggi ha permesso di scoprire queste telefonate, telefonate di cui si era arrivati perfino a negare l’esistenza.

Che poi il fatto che dirigenti di altre società si sentissero con i designatori arbitrali in realtà era già stato reso noto.
Ma da un’altra inchiesta.
L’inchiesta della procura di Torino, che era partita prima di quella della procura di Napoli.
Nel corso di quella inchiesta erano stati messi sotto controllo i telefoni di alcuni dirigenti della Juventus e dell’allora designatore arbitrale Pairetto.

Tra le telefonate intercettate ve ne erano due tra l’allora designatore arbitrale Pairetto e l’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti.
Il contenuto di questa intercettazione fu pubblicato dal Corriere della Sera nel maggio del 2006, all’inizio di farsopoli.

Nella telefonata, del 15 settembre 2004, Pairetto riferisce a Facchetti che per la partita di Champions League Valencia-Inter era stato messo l’arbitro Meier

Pairetto: «e te lo dico subito perchè avevo fatto mettere Meier appunto perchè è un arbitro molto…»

Facchetti: «sì perchè a Valencia»

Pairetto: «affidabile, no no lì a Valencia è un ambientino…bello tosto, anche se ieri è stato un bel risultato, lui è stato bravo».

Facchetti: «sì sì buono abbiamo sofferto fino all’ultimo perchè un gol solo non si sa mai».

poi il discorso si sposta su alcune tessere che Pairetto deve ritirare, i due si mettono d’accordo su chi deve andare a ritirare le tessere.

Quindi, che altri dirigenti di altre società si sentivano telefonicamente con i designatori arbitrali era già stato dimostrato. Fin dal 2006.
Eppure nonostante la pubblicazione di questa intercettazione, nonostante le altre intercettazioni ottenute nell’inchiesta di Napoli ne’ la giustizia sportiva, ne’ la procura di Napoli, decisero di approfondire e di verificare la posizione di altri dirigenti e di altre società.

A questo punto forse dovremmo veramente cercare di capire chi è che ha fatto disinformazione. E magari capirne il perché.

Galliani eletto presidente di categoria per la Serie A

18 settembre 2009 Lascia un commento

Maurizio Beretta è stato eletto come nuovo presidente della Lega Calcio, Rosella Sensi è stata eletta vicepresidente vicario.
Adriano Galliani è il presidente di categoria per la Serie A.
Si chiude così il commissariamento della Lega Calcio (con Giancarlo Abete, presidente della FIGC, come commissario).
E si chiude così anche un altro pezzo di Farsopoli. Adriano Galliani, condannato a 9 mesi di inibizione nel cosiddetto processo Calciopoli nel 2006 poi ridotti a circa 5 mesi, torna a ricoprire una carica in Lega (all’epoca del processo era presidente di Lega).
Sono veramente molto pochi i personaggi condannati nel cosiddetto processo Calciopoli, che si è svolto poco più di 3 anni fa, a non essere ancora tornati, anche a ricoprire incarichi di rilievo, nel mondo del Calcio.
Tra questi Luciano Moggi e Antonio Giraudo, accusati di aver formato una cupola che ogni giorno si assottiglia sempre più.

Se la politica dà una mano alla roma

In una intervista al TG1 il capitano della roma totti dopo aver fatto sfoggio della sua consueta modestia

Il Pallone d’Oro? Se fossi andato in un’altra squadra ne avrei vinti a mani basse. Ma ho fatto una scelta di cuore che vale più del Pallone d’Oro.

si dichiara favorevole, anzi auspica speranzoso, un intervento della politica affinché dia una mano alla roma

Rosella a Palazzo Chigi? Se la politica ci dà una mano, ben venga; fa piacere a giocatori, tifosi e alla società. Speriamo non lo faccia solo a parole, ma con i fatti

Aiuto della politica che farebbe piacere a tutti, a tutti a trigoria ovviamente.
È molto probabile che la speranza di totti si traduca, ancora una volta, in realtà e che la politica accorra in soccorso della roma.
Se ciò accadesse, e noi crediamo che accadrà, non sarebbe certo la prima volta.
E possiamo anche immaginare il tipo di aiuto che la politica potrebbe dare alla roma.
Subito dopo l’aiuto ricevuto già vediamo er pupone che si lamenta degli aiuti ricevuti dalle squadre der norde, per dirla alla romana, e che impediscono alla maggica di vincere.
E anche questa ci sembra una scena già vista.

Categorie:Politica, Roma Tag:, , ,

Le Amnesie di Sandulli, la Condanna Etica e la Juve Simpatica

Continuano senza sosta le reazioni alla sentenza sul processo GEA.
È la volta di Piero Sandulli, presidente della Corte Federale della FIGC all’epoca delle sentenze sportive dell’estate 2006.
Intervistato da La Stampa sugli effetti che potrebbe avere una assoluzione di Moggi al processo di Napoli sulle sentenze sportive dell’estate 2006 Sandulli risponde

La Juventus fini in B a -17, la Fiorentina in A a -19, la Lazio in A a -11, il Milan in A a -8 e su molti presidenti e dirigenti di club si abbatterono pesanti pene. Se, da Napoli, il quadro dovesse uscire molto più ridimensionato, che conclusioni dovremmo tirare sullo scandalo mai visto nel nostro pallone?
«Nessuno se non quello di accettare con la massima serenità quelle che saranno le sentenze penali su tutta la vicenda. Ripeto: la giustizia sportiva ha tempi e norme di comportamento che in aule di tribunale non sportive possono anche non rappresentare un reato penale, ma ciò non toglie niente alle nostre sanzioni».

La Calciopoli così come è uscita dai gradi di giustizia sportiva non si tocca, dunque?
«Mi sembra ovvio. Le faccio un esempio concreto. Quando scoppiarono i casi scommesse degli anni Ottanta ci furono squadre, penso al Milan, che finirono in serie B. La giustizia ordinaria successivamente prese una strada diversa perché non emerse niente, ma i rossoneri furono retrocessi e in B andarono perché per chi vive nel mondo del calcio avevano fatto cose che non si possono fare».

Sandulli dice che esistono comportamenti che possono essere punibili per la giustizia sportiva e possono non essere punibili per la giustizia ordinaria.
Questo non è sempre vero.
Ad esempio all’illecito sportivo corrisponde il reato di frode sportiva in ambito penale.
È chiaro che se un tribunale ordinario riconosce che non c’è mai stata frode sportiva questo non può che significare che non c’è mai stato alcun illecito sportivo.

Sandulli, a conferma della sua tesi, dice che anche nel calcioscommesse degli anni 80 ci furono sentenze diverse tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria. Allora la giustizia sportiva condannò calciatori, dirigenti e società mentre la giustizia ordinaria assolse tutti.
Sandulli dimentica però di dire perché la giustizia ordinaria assolse tutti.
La giustizia ordinaria assolse tutti i condannati dalla giustizia sportiva perché non c’era una legge dello Stato che vietava quei comportamenti. Ecco il motivo della differenza di valutazione di allora tra la giustizia sportiva e la giustizia ordinaria.
Non c’era una legge, ma adesso quella legge c’è. Per la precisione c’è dal 1989.
Ed è la legge che ha introdotto la “frode sportiva”, la legge n° 401 del 1989.
Quindi adesso quei comportamenti di allora, qualora un tribunale ordinario ne ravvisasse la sussistenza, verrebbero puniti anche dalla giustizia ordinaria.
Quindi non è completamente esatto dire che la giustizia sportiva è diversa da quella ordinaria e che un comportamento sanzionato dalla giustizia sportiva non è sanzionato dalla giustizia ordinaria.

Se dal processo che si terrà a Napoli dovesse emergere che non ci fu mai frode sportiva, quella sentenza non potrebbe non avere effetti sulle sentenze sportive dell’estate 2006.
Di più, smentirebbe quelle sentenze.

Intervistato anche da Tuttosport spiega le sentenze sportive dell’estate 2006.

Punim­mo la violazione di norme interne, nel 2006. In fondo anche noi, nella nostra sentenza evidenziammo soprattutto cattive abitudi­ni, mica illeciti classici. Si doveva far capire che quello che c’era nelle intercettazioni non si fa. E’ stata una condanna etica. Il proces­so penale valuta altre cose.

Condannare una società alla retrocessione, revocare due scudetti, uno dei quali donato alla società terza classificata (a più di 10 punti di distanza), e produrre danni per centinaia di milioni di euro.
Tutto questo non per degli illeciti, ma per delle cattive abitudini?
Interessante poi sapere che quella è stata la prima, e certamente l’ultima, condanna etica nel mondo del calcio.
Non si hanno infatti notizie di condanne etiche per altri comportamenti come, tra gli altri, i passaporti falsi (addirittura le patenti di guida false), i bilanci falsi, le fidejussioni false, il regalare rolex ad arbitri, guardalinee e dirigenti federali, iscriversi al campionato grazie a bilanci falsi.
Per questi comportamenti non c’è mai stata alcuna condanna etica.
Peccato che Sandulli non ne abbia spiegato il motivo, e peccato che l’intervistatore non l’abbia chiesto.

Quei comportamenti stravolgevano il con­cetto decoubertiniano

Perché presentare false fidejussioni, iscriversi al campionato grazie a bilanci falsi, regalare rolex ad arbitri e guardalinee sono tutti comportamenti in linea con il con­cetto decoubertiniano?

Se a Napoli non arriva la condanna?
«Non so se è penalmente rilevante quel ti­po di frequentazione di Moggi, ma è violazione dell’articolo 1. E l’illecito associativo che non esisteva, era una falla nel sistema giuridico, è stato da noi introdotto. Ai tifosi ripeto che per me la giustizia penale e quel­la sportivo sono cose diverse»

Violazione dell’articolo 1? Le sentenze a carico della Juve e di Moggi sono state emesse per la presunta violazione dell’articolo 6 (illecito sportivo).
Tanto più che non è mai successo nella storia del calcio che a società e dirigenti siano state comminate pene così pesanti solo per delle violazioni dell’articolo 1.
Interessante quindi sapere da Sandulli che quelle cose andavano valutate come violazione dell’articolo 1 e non dell’articolo 6.
Altrettanto interessante sapere che la CAF prima e la Corte Federale poi hanno introdotto un “reato sportivo” che non esisteva prima: l’illecito associativo.
Una “legge sportiva” ad hoc, ad personam, per poter condannare Moggi e la Juventus.
Juventus che adesso è più simpatica

«Io, a distanza di due anni, rivedo la Ju­ve lottare per il vertice: sono il patrimonio culturale del calcio italiano e anche più sim­patici ora»

e di questo potranno essere contenti gli attuali proprietari e dirigenti della Juve che hanno sempre indicato la simpatia come uno dei principali, se non l’unico, obiettivo da raggiungere.

Quanto ai tifosi, credo che oggi pen­sino che non c’è quel qualcosa sotto di cui si chiacchierava, esacerbandosi, nei bar dai tempi dei centimetri di Turone

A questa pia illusione di Sandulli ha risposto qualche giorno fa la vedova dell’ex presidente della roma franco sensi che riferendosi al campionato 2007/2008, vinto dall’inter nell’anno del suo centenario, ha dichiarato

«La Roma meritava lo scudetto. Ma c’era un centenario da onorare e da rispettare, però. Così è stato»

Concetto confermato qualche giorno dopo dal capitano della roma totti

Ha ragione Maria Sensi. L’anno scorso i nerazzurri non meritavano lo scudetto. Meritavamo di vincere noi e che invece a causa di qualche “piccolo episodio” (lo scudetto, ndr) è andato all’Inter

Chiudiamo infine ricordando le parole proprio di Sandulli in una intervista di qualche tempo fa rilasciata a il romanista e ripresa dal Corriere della Sera in riferimento al campionato 2004/2005, quello oggetto di indagine.

«Non ci sono stati illeciti. Il campionato (2004/2005, ndr) era regolare»
«Il campionato 2004/2005 non è stato falsato – afferma – L’unico dubbio potevamo averlo su quella strana partita tra Lecce e Parma, una sfida che abbiamo visto e rivisto. Non si può dire però che è stato falsato il campionato.»

Un terreno, edificabile, ti allunga la vita

Secondo gli accordi con Unicredit Italpetroli, la holding della famiglia Sensi che controlla indirettamente (attraverso la Roma 2000 s.r.l.) la A.S.Roma, avrebbe dovuto pagare 130 milioni di euro, parte del debito di 374 milioni di euro, ad Unicredit entro il 31 dicembre del 2008.
Una cifra consistente.
Fortunatamente per i sensi il comune di roma, con walter veltroni sindaco, trasformò nell’aprile del 2006 dei loro terreni a Torrevecchia da agricoli ad edificabili, moltiplicandone, evidentemente, il valore.
Tant’è che adesso i sensi possono cedere questi terreni (attualmente periziati a 99 milioni di euro) per coprire parte dei debiti.
La situazione debitoria dei Sensi, e della A.S. Roma, parte comunque da lontano.
Già nel 2003, ad esempio, Repubblica scriveva di un indebitamento della Roma per 334 milioni di euro, pari a 3,7 volte il valore di Borsa della società o a 10 volte il patrimonio netto. Pochi giorni dopo il Corriere della Sera scriveva che la società di revisione Grant Thornton aveva negato la certificazione al bilancio al 30 giugno della A.S. Roma.
Bisogna però sottolineare che tutto questo non ha impedito alla A.S. Roma di essere regolarmente iscritta al campionato di serie A.
Una grossa mano ai conti della Roma è venuto anche grazie a Calciopoli. Infatti con la Juve in serie B e con il Milan penalizzato la Roma ha potuto usufruire per svariati anni della qualificazione in Champions League, che ha portato tanti soldi nelle casse giallorosse.
Da ricordare infatti che nella stagione 2005/2006 la Roma si era qualificata per la coppa UEFA e grazie alle penalizzazioni inflitte a Juve e Milan potè entrare in Champions League, e negli anni successivi usufruì delle debolezze di Juve e Milan, derivanti da Calciopoli, per qualificarsi in Champione League.

La sua è proprio una fissazione

15 dicembre 2008 Lascia un commento

Udienza preliminare oggi a Torino per i presunti falsi in bilancio della Juve.
Secondo l’accusa gli ex dirigenti della Juventus Bettega, Moggi e Giraudo avrebbero falsato il fatturato della Juventus soprattutto attraverso la ipervalutazione di alcuni giocatori.
Il pm, utilizzando il D. Lgs. 231/2001, ha coinvolto anche la Juventus nel procedimento.
A difendere la Juventus ancora una volta l’avv. zaccone. Che già era stato avvocato difensore della società torinese nel processo sportivo farsa dell’estate 2006.
La Juventus allora fu retrocessa in serie B, penalizzata di 30 punti poi via via ridotti nei successivi gradi di giudizio, e privata di due scudetti, uno dei quali concesso all’inter.
Nel corso di quel processo aveva destato parecchio scalpore il dialogo sulla “pena congrua” tra l’avv. zaccone e il presidente ruperto, e ci fu chi parlò di patteggiamento della Juve. Zaccone in una successiva intervista al quotidiano torinese La Stampa fu molto più esplicito dichiarando che con la Juve retrocessa in serie B “giustizia sarebbe fatta” e anche che “I tifosi possono dire e pensare ciò che vogliono, io rispondo solo ai miei clienti, che sono pienamente soddisfatti del mio lavoro”.
Adesso secondo le voci che giungono da torino la storia potrebbe ripetersi. L’avv. zaccone sarebbe intenzionato a chiedere un patteggiamento in questo procedimento in cui la Juventus rischierebbe al massimo una sanzione pecuniaria di 500 mila euro.
Durante l’estate del 2008 un ennesimo patteggiamento della Juve, per la cosiddetta “calciopoli 2”, che aveva pagato la somma di 300 mila euro alla FIGC.

Stupisce e non poco la voglia di patteggiamento di questa “nuova” Juve, che anziché difendersi preferisce autoflagellarsi.

Da ricordare inoltre come le inchieste sui bilanci abbiano coinvolto svariate società di serie A e non solo. Sono state coinvolte roma e lazio ed i rispettivi presidenti dell’epoca, per cui i pm avevano chiesto la condanna, condanna arrivata per la roma (pena pecuniaria di 60 mila euro per illeciti amministrativi legati alla compravendita di giovani calciatori), assoluzione per la lazio, per cragnotti e per sensi, quest’ultimo assolto per prescrizione riguardo ad una imputazione.
Da notare come il pubblico ministero di quel processo è quel luca palamara che è pubblico ministero anche nel processo GEA che è alle battute finali a Roma.
Sono state coinvolte anche inter e milan e i rispettivi dirigenti, l’inter accusata anche di iscrizione irregolare alla stagione 2005/2006 (quella dello scudetto della Juve concesso poi all’inter). Milan e inter poi assolti perché “il fatto non costituisce reato”.

Da ricordare infine che la Juventus è stata una delle pochissime società di calcio a non avere la necessità di utilizzare il cosidetto “decreto spalma-debiti”, decreto varato quando la situazione del calcio Italiano era parecchio difficile, e molti club erano indebitati, e che ha ricevuto molte critiche, anche dalla Unione Europea.
Decreto di cui la Juve, lo si ricorda ancora, non ha mai usufruito.