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Archive for giugno 2010

Dossier Telecom, “Tronchetti Provera consapevole”

Il gup di Milano Mariolina Panasiti ha depositato le motivazioni dei patteggiamenti nell’ambito dell’inchiesta milanese sui dossier illegali.
Secondo il gup il fatto di aver costruito dei dossier illegali sarebbe stata una

gravissima intromissione nella vita privata delle persone mossa da logiche partigiane nella contrapposizione tra blocchi di potere economici e finanziari, logiche che tendono a beneficiare colui che in un dato momento storico è il proprietario di controllo dell’azienda.

e ancora

Quello che si è verificato è stata molto semplicemente la esecuzione capillare di operazioni di ‘spionaggio’ di possibili e futuri dipendenti; di concorrenti; di personaggi della finanza (…) di giornalisti particolarmente critici (…) di manager e di vari personaggi della vita pubblica, politica ed economica italiana ritenuti ‘ostili’ alle due aziende, ovvero in particolare al Presidente Tronchetti Provera.

Le operazioni di spionaggio sono state effettuate nei confronti

di assistenti, di uomini politici, di mogli, fidanzate, amici, amiche, figli degli amici, calciatori, allenatori di squadre di calcio, cognati, cognate, ex mariti; con assunzione capillare di informazioni su qualunque aspetto della vita delle persone fisiche o giuridiche spiate potesse essere rilevante – eventualmente anche in termini di pressione – per le due aziende Telecom e Pirelli e per il loro Presidente

Il gup poi contesta la ricostruzione dei due pm “che hanno fatto proprie le tesi delle due Società (Telecom e Pirelli, ndr)”

È mancata in atti proprio la prova, anzi si è positivamente formata prova contraria, che le manovre, per come contestate agli imputati Tavaroli, Iezzi, Ghioni, sul presupposto di una loro autonoma e autoreferenziale scelta di procedere all’acquisizione di informazioni, ovvero all’esecuzione di intrusioni informatiche all’unico fine di stornare risorse economiche dalle Società Telecom e Pirelli, non abbiano avuto la reale consistente indicata dal pm che in tal senso ha fatto proprie le tesi delle due Società

Quindi l’affondo su Tronchetti Provera e Buora

Le richiesta di acquisizione di informazioni e di intrusione informatica erano attività strettamente pertinenti a scelte aziendali, nelle due aziende pienamente condivise e conosciute, idonee a soddisfare e a corrispondere a specifici interessi delle due società e del gruppo dirigente che in quegli anni era rappresentato dalle medesime persone, nella specie Marco Tronchetti Provera e l’ad Carlo Buora


Che Ghioni avesse agito di sua iniziativa è palesemente inverosimile, che Tavaroli gestisse pratiche di quel genere nel suo interesse è parimenti altamente improbabile. La ricostruzione degli avvenimenti fornita dai pm e da Telecom e Pirelli è risultata nettamente smentita dall’incartamento processuale. Le due aziende sono pervenute ad una sostanziale accettazione delle contestazioni accedendo all’applicazione delle sanzioni pecuniarie

Telecom e Pirelli erano perfettamente consapevoli delle fatture emesse da società estere per un’attività che era formalmente devoluta all’esecuzione di ben individuati, immutevoli e ben conosciuti personaggi come Cipriani e Bernardini

I bilanci sono stati approvati regolarmente secondo i meccanismi gerarchici fino ad arrivare ai consigli di amministrazione. In questi sedevano il presidente Marco Tronchetti Porvera e l’amministratore delegato Carlo Buora. Bilanci approvati senza alcun rilievo di sorta

Nuove intercettazioni sui vertici FIGC in arrivo?

In una intervista Nicola Penta, il collaboratore di Moggi che si sta occupando di ascoltare le decine di migliaia di intercettazioni non trascritte dagli inquirenti, lascia intendere che starebbero per essere rivelate delle intercettazioni che vedono come protagonisti degli altissimi dirigenti della FIGC.

Non resta che aspettare.

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“Presidente, mi riconosci?”

&EGrave; il 14 marzo 2005, il Direttore Generale della Juventus Luciano Moggi chiama il Presidente dell’Inter Massimo Moratti.

Moggi: “Presidente, mi riconosci?”

Moratti: “Uee, come va?”

Moggi: “Mannaggia, non mi ci sentiamo più”

Moratti: “Eh, eh…cosa le ha detto Campedelli ieri sera?”

Moggi: “Ieri sera…era una cosa impossibile. Ho riguardato la televisione: l’assistente sta in linea col giocatore che tira, a dieci metri dalla porta…”

Moratti: “Non la beccherà mai”

Moggi: “Avrebbe sbagliato se fosse stato in linea con la porta…non può andare alla velocità del pallone…che poi il secondo passo ha dato la sensazione a tutti quanti che fosse fuori…”

Moratti: “L’ho vista dopo…da fuori non dava la sensazione, da dietro si capisce…ma cazzo, devi riprenderla”

Moggi: “Adesso ci vogliono i sensori dietro le porte”

Moratti: “Sì, che poi per evitare queste rotture di coglioni che tutti la mettono sul piano…vedi che ti devo fare i complimenti, ho visto giocare da Dio Del Piero ieri sera”

Moggi: “Ieri sera ha giocato bene”

Moratti: “Primo tempo…per uno che piace il calcio…avevi voglia di vedere come toccava il pallone per vedere quello che faceva, era proprio bravo”

Moggi: “La squadra era sulle gambe”

Moratti: “Il Milan le ha vinte tutte…ma cazzo anche quella di ieri!”

Moggi: “Il Milan deve essere protetto da qualche santo”

Moratti: “Incredibile”

Moggi: “Senta, ma noi non ci vediamo mai…una volta ci dobbiamo vedere”

Moratti: “Possiamo farlo benissimo..”

Moggi: “Anche in settimana, per farci una chiaccherata, un tempo ci portava fortuna”

Moratti: “Sì si eh eh”

Moggi: “La chiamo mercoledì in mattinata…giovedì o venerdì quando ha tempo”

Moratti: “Tenga conto che martedì ho una partita del cazzo”

Moggi: “Lo so…mercoledì mi dà un colpo di telefono”

Moratti: “Va bene, troviamo un posto e ci possiamo vedere”

Moggi: “In bocca al lupo per domani, arrivederci”

Moratti: “Grazie, arrivederci”

L’audio di questa telefonata è disponibile a questa pagina.

Dossier illegali, parla Tavaroli

Nel corso di una intervista al quotidiano La Repubblica l’ex capo della security di Telecom Italia Giuliano Tavaroli parla delle indagini svolte sulla Juventus

È proprio vero che stavate aiutando l’Inter di Moratti contro Luciano Moggi?
La pratica Ladroni, come la chiamavamo noi, riguarda le indagini sui rapporti tra la Juventus e gli arbitri. Volete sapere a quando risale? Al 2002… Succede che un arbitro bergamasco, ammiratore e amico di Giacinto Facchetti, anche lui bergamasco, un giorno scoppia e gli racconta i retroscena di quella che sarà Calciopoli. All’Inter vanno in fibrillazione, si spiegano alcune espulsioni, alcuni rigori assurdi e così Tronchetti consiglia a Moratti di chiamarmi“.

Siete andati dalla magistratura?
Era quello che volevo, ma la situazione è complessa e do a Moratti l’unico suggerimento possibile, e cioè portare Facchetti, come fonte confidenziale, dai carabinieri. Può parlare, resterà anonimo, l’indagine comincerà“.

All’Inter che dicono?
Tentennano, preferiscono non esporre Facchetti, forse hanno paura, io non posso intervenire più di tanto. Moratti mi dice che ha capito come stanno le cose e ne soffre, è preoccupatissimo, ma non vuole distruggere il calcio italiano. Allora che cosa possiamo fare? Si prepara un documento, che finisce sui tavoli dei sostituti procuratori Francesco Greco e Ilda Boccassini. E l’arbitro, convocato, va in procura, ma non è così facile come sembra… Fa scena muta. L’inchiesta Calciopoli non parte quindi da Milano, com’era possibile, ma partirà qualche anno dopo, a Napoli“.