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“Se hai un dubbio pensa a chi è più dietro”

27 settembre 2011 Lascia un commento

Nuova intercettazione portata alla luce dai consulenti di Luciano Moggi. La telefonata è tra l’allora designatore arbitrale Bergamo e l’arbitro Rodomonti, ed avviene appena poche ore prima della partita Inter-Juventus. Il designatore dice all’arbitro che nel dubbio “pensa a chi è più dietro piuttosto che chi è davanti

Bergamo – Stai preparando bene la partita?

Rodomonti – Sì, sì, sì…

Bergamo – Hai visto qualcosa oggi mentre ti riposavi?

Rodomonti – No, ho visto quasi niente…

Bergamo – Però, mi raccomando… Hai faticato tanto per arrivare lì… Per ritornarci, e quindi io mi aspetti, credimi, che tu non sbagli niente.

Rodomonti – Mi fa immensamente piacere quello che hai detto, perché è la verità.

Bergamo – Oltretutto, c’è una differenza di 15 punti tra le due squadre, capito? Quindi anche psicologicamente preparatici bene.

Rodomonti – Va’ bene, tranquillo…

Bergamo – Le fatiche che hai durato non le devi mettere in discussione, fa la tua partita, non ce n’è per nessuno, e, se ti dico proprio la mia, in questo momento, se hai un dubbio, pensa a chi è più dietro piuttosto che chi è davanti, dammi retta!

Rodomonti – Va bene, parola d’onore, va bene, sta tranquillo.

Bergamo – È una cosa che rimane tra me e te… Arrivare lassù lo sai quanto sia faticoso, e ritornare giù sarebbe per te proprio stupido. Fa la persona intelligente!

Rodomonti – Perfetto, ho capito tutto!

Bergamo – La cosa rimane tra me e te, come mi auguro.

Rodomonti – Vai tranquillo… No, no, tranquillo, io non parlo mai con gli altri di me.

Bergamo – Io ci conto, perché è soltanto una scelta per te, credimi, devi pensare a te stesso in questo momento.

Moggi: altri erano peggio della Juve

In una intervista alla trasmissione “Mattino Cinque” Luciano Moggi fa il punto sul processo in corso a Napoli.

Alla domanda se vi sono altri responsabili a livello di dirigenti anche in Federcalcio Moggi ha risposto

“È un punto interrogativo sul quale devono riflettere in parecchi. Perché queste cose non c’erano nel processo, non so se sono state messe da una parte volutamente. Comunque qualcuno ne dovrà rispondere dovrà chiarire queste cose perché sicuramente è un qualcosa che ha portato alla luce in maniera decisamente negativa la Juventus, mentre ci sono altri che facevano peggio della Juventus”.

Sul ruolo di Tavaroli in questa vicenda

“Esiste un interrogatorio di Tavaroli in cui lui dice al pm ‘mi ha chiamato Moratti in ufficio alla Saras, c’era Facchetti e mi hanno detto che Facchetti era un referente mio per queste determinate cose, abbiamo chiamato Cipriani ed è andata avanti la cosa. Quindi è tutto un insieme che ha fatto sì che la Juventus fosse la strega di un qualcosa, mentre facendo così qualcuno ha pensato si tolgono loro e noi facciamo quello che vogliamo. E in effetti tutto quello che è successo da quel momento ad oggi sta a testimoniarlo”

Per quanto riguarda John Elkann (a cui aveva inviato una lettera aperta qualche giorno fa)

“Io a Elkann ho detto quello che pensavo: che non ci ha difeso, ci ha messo all’indice di fronte a tutti non difendendoci”
“Sapevo già che non ci poteva difendere e non ci doveva difendere, perché nel 2004 aveva parlato con Blanc, in Africa, per dire che si sostituiva sia me sia Giraudo. Quindi nel 2004 sapeva già quello che doveva fare. L’ha fatto, beato lui. I risultati non gli danno ragione. In pratica i tifosi, e fanno male in certi casi a esagerare, certamente erano abituati a una squadra vincente. Adesso non c’è più quella squadra. E’ una squadra tutta da ricostruire grazie a John Elkann”

Sull’inter
“Quelli che hanno vinto quello scudetto sono in quelle intercettazioni. Era lo scudetto degli onesti? Mi trovino le intercettazioni di quando io ho parlato con gli arbitri. Venivano loro negli spogliatoi…”

“Volevano far fuori una società che dava fastidio a tutti con i propri dirigenti. Poi si è mischiata la morte dell’avvocato Agnelli e del dottor Agnelli (Umberto, ndr). Ergo, se non succedeva questa cosa qua…”

“Non c’è alcun colpevole, perché non sono reati quelli di interessarsi della propria società per fare in modo, senza denaro, anche perché noi non ne avevamo…”

“Per Milan-Juve associazione a delinquere sghangherata”

Nel corso del controinterrogatorio del colonnello Auricchio operato dall’avv. Trofino si è parlato anche del sorteggio arbitrale per la partita Milan-Juventus (arbitrata poi da Collina e vinta 1-0 dalla Juventus).

Auricchio: La griglia erano Collina, Paparesta e Trefoloni.

Trofino: Mi conferma che nessuno di questi era un amico della Juve?.

Auricchio: Di sicuro Collina ma anche Trefoloni e Paparesta …. anche se poi Paparesta aveva chiamato andando a Canossa da Moggi dopo la partita di Reggio però non posso dire che sia amico della Juve. Trefoloni era figlioccio di Bergamo anche se sulla Juve non era venuto fuori nulla.

Trofino: Come associazione a delinquere mi sembra davvero sgangherata, più che altro perchè fa mettere nel sorteggio decisivo nemmeno un arbitro di quelli considerati ‘amici della Juve’.

Cobolli Gigli: “Ora ridate lo scudetto alla Juventus”

Si risente Cobolli Gigli. L’ex presidente della Juventus uscita da Farsopoli in una intervista fa sentire la sua voce anche sulle ultime novità da Farsopoli. E pare non aver cambiato idea sulla “linea difensiva”, chiamiamola così, tenuta dalla società di cui era presidente durante Farsopoli, neanche di fronte alle evidenze di questi giorni. Tant’è che alla domanda “Eppure l’avvocato Zaccone in aula ha dichiarato che la serie B con penalizzazione era una pena congrua” risponde “Bisogna contestualizzare quelle affermazioni. Fatte perché Palazzi aveva chiesto la retrocessione ad un serie inferiore alla B. Si parlava di C2“.
Ma Palazzi chiese la condanna, alcune pesanti, anche delle altre società e degli altri dirigenti. Però gli avvocati di quelle società, e di quei dirigenti, non si sono mai nemmeno sognati di chiedere qualcosa di diverso dall’assoluzione.

Presidente, si è fatto un’idea sulle nuove intercettazioni?

«Certamente. Ho letto ed ascoltato gli audio. Sono sicuro che se i giudici le avessero avute a disposizione nel 2006, sicuramente avrebbero modificato le loro decisioni. Aspetto con curiosità cosa deciderà la Figc».

Perché con curiosità?

«Perché queste telefonate rappresentano un fatto nuovo. Che non si può tralasciare. In passato qualcuno aveva assolutamente escluso di aver avuto conversazioni telefoniche con gli ex designatori».

Questo cambia lo scenario?

«Nessuno può restituire alla Juventus quello che abbiamo passato. Il danno economico e psicologico è stato devastante. Siamo stati costretti a smantellare una delle squadre più forti d’Europa».

Eppure l’avvocato Zaccone in aula ha dichiarato che la serie B con penalizzazione era una pena congrua?

«Bisogna contestualizzare quelle affermazioni. Fatte perché Palazzi aveva chiesto la retrocessione ad un serie inferiore alla B. Si parlava di C2».

Nota delle differenze rispetto al 2006?

«Sono sotto gli occhi di tutti. Contro la Juventus c’era un’ossessione mediatica. Prima della semifinale mondiale contro la Germania il Presidente del Consiglio aveva parlato di fatti delittuosi nel calcio».

Un’esagerazione?

«Direi proprio di sì».

La teoria dello scudetto degli onesti cade?

«Se tutti parlavano con tutti. O tutti colpevoli o nessun colpevole».

Riassegnare lo scudetto all’Inter è stato un errore?

«Ci avrei pensato due volte prima di fare una cosa del genere. Quei campionati la Juventus li ha vinti meritatamente sul campo. Anche Capello non perde occasione per ricordarlo. Restituirli ai legittimi proprietari sarebbe un atto doveroso nei confronti dei tifosi bianconeri».

A proposito di scudetto, crede che queste intercettazioni possano pesare sul cammino dell’Inter?

«Una certa pressione c’è. E’ innegabile. Confido nella classe arbitrale e nelle istituzioni».

Moggi scrive a John Elkann: “Ti sei comportato come l’Innominato”

In seguito alla lettera inviata da John Elkann al Corriere della Sera in replica ad un articolo dell’editorialista del Corriere Mario Sconcerti in cui parlava di Juventus “parte attiva” nei processi di calciopoli

La Juve è stata cioè parte molto attiva nel formulare e accettare la propria condanna.

Luciano Moggi ha scritto una lettera aperta indirizzata a John Elkann e pubblicata sul quotidiano Libero.

Ecco il testo della lettera.

Carissimo Elkann, trovo francamente sorprendente leggere dalle colonne del Corriere della Sera del suo risentimento nei confronti di chi ha tacciato la Juventus, da lei condotta a senso unico durante Calciopoli, di essere stata parte attiva nel formulare ed accettare la propria condanna.
Vede Elkann, quando si è dalla parte della verità e quando si ha la responsabilità di una onesta storia centenaria e della dignità di quindici milioni di tifosi che nella Juventus si sono immedesimati e delle sue vittorie hanno gioito insieme alle proprie famiglie, allora si ha l’obbligo morale di affrontare le ingiustizie e le falsità, con coraggio e sacrificio, come la storia personale e professionale di chi Le scrive testimonia. Le ricordo che prima ancora dell’inizio del processo sportivo, Lei, probabilmente non troppo sorpreso per quanto stava accadendo e già proiettato verso il glorioso futuro sportivo che attualmente rallegra i tifosi bianconeri, considerando i recenti successi nazionali ed internazionali che la nuova dirigenza ha saputo collezionare, aveva già deciso di abbandonare me e Giraudo al nostro destino, rinunciando a difendersi ed anzi, cosa ancor più grave, dando mandato al suo difensore di accettare supinamente qualsiasi decisione.
Tuttavia i suoi istinti suicidi non si erano ancora placati se è vero, com’è vero, che all’indomani della presentazione del ricorso al Tar, nel settembre del 2006, per l’annullamento delle sentenze sportive e per la sospensione dell’inizio del campionato in attesa di un processo più giusto ed equo, Lei decideva che quel ricorso andasse ritirato e che le decisioni della Federazione non andassero contestate ma servilmente accettate, con pubblici ringraziamenti di Blatter a Montezemolo!
Durante il secondo filone di indagine, quello cioè delle presunte Sim estere denominato Calciopoli 2, la Juventus, in quell’occasione assistita da Franzo Grande Stevens, piuttosto che difendersi, come ho efficacemente fatto io, ha preferito patteggiare e pagare 300 mila euro! Nemmeno una mente fervida ed imprevedibile come quella di Alfred Hitchcock avrebbe mai immaginato che la vittima di una macchinazione potesse diventare con un colpo di teatro a sua volta colpevole… E invece lei c’è riuscito, al processo di Torino.
In quella comica (se non fosse tragica…) vicenda, la Juventus da Lei condotta, non si è solo limitata a non difendere sé stessa ed i dirigenti che l’hanno onestamente servita per 13 anni di successi e vittorie “a costo zero” – come direbbero i suoi esperti di marketing nella fase di lancio di una nuova vettura – ma addirittura ha accusato me e Giraudo e Bettega (perché no?) di comportamenti illeciti in ambito economico-gestionale, poi puntualmente smentita da un attento esame da parte del giudice. Si ricordi che quell’assoluzione vale per Lei come una condanna.
Leggo che in un comunicato ufficiale la Società Juventus «confida che le istituzioni e gli organi di giustizia sapranno assicurare parità di trattamento per tutti, come d’altronde la società e i suoi difensori richiesero nel corso del processo sportivo del 2006» (!!!). Lei Elkann, con questo suo inaspettato e tardivo ravvedimento, mi ricorda l’Innominato dei Promessi Sposi, che dopo una notte di travaglio morale ed esistenziale decide di convertirsi e di dare una svolta positiva alla sua vita. Certo verrebbe da chiedersi dove sia stato e cosa abbia fatto e letto in questi lunghi quattro anni, per accorgersi solo adesso che la Juventus, quella sana e vincente della triade, è stata vilipesa e mortificata ingiustamente, oltreché accusata da prove parziali e contraddittorie.
Mi domando, inoltre, che cosa voglia intendere quando parla di «parità di trattamento che la difesa della Società avrebbe chiesto durante il processo sportivo». Non certamente l’aver proposto ed ottenuto la retrocessione, la revoca di scudetti vinti onestamente sul campo, la svendita di una rosa di giocatori di livello mondiale ed il rafforzamento dell’Inter a costi promozionali!
A pensar male si fa peccato, ma spesso si individua la verità e chissà se dietro questo suo ravvedimento non ci sia il tentativo di sviare l’attenzione dai disastri sportivi che la Sua illuminata gestione ha saputo regalare ai tifosi. Vuoi vedere che quel diavolo di Moggi sta tornando di nuovo utile a Lei e alla Juve dopo anni di battaglie giudiziarie e sofferenze solitarie?

“E’ stata una condanna etica”

Intervistato da Tuttosport subito dopo la sentenza al processo GEA che aassolveva Moggi dall’accusa di associazione a delinquere Piero Sandulli, il presidente della Corte Federale che si occupò dei processi sportivi del 2006 spiega il perché furono comminate quelle sanzioni (Juve retrocessa e privata di due scudetti, altre società sanzionate e dirigenti squalificati):

Punim­mo la violazione di norme interne, nel 2006. In fondo anche noi, nella nostra sentenza evidenziammo soprattutto cattive abitudi­ni, mica illeciti classici. Si doveva far capire che quello che c’era nelle intercettazioni non si fa. E’ stata una condanna etica.

Sandulli dice alcune cose importanti. Innanzitutto conferma che nei processi sportivi del 2006 non sono stati trovati illeciti sportivi classici. Ma sono state evidenziate “cattive abitudini”. Si è trattato quindi, usando le stesse parole di Sandulli di una “condanna etica”.
Nonostante la mancanza di illeciti, e quindi la regolarità del campionato (confermata sempre da Sandulli in una precedente intervista), furono comminate condanne durissime nei confronti di società e tesserati.
La Juventus fu retrocessa, le furono tolti due scudetti (uno dei quali consegnato all’inter, che pure era arrivata terza a più di 10 punti di distacco dalla prima nel campionato definito regolare da Sandulli), altre società come Milan, Fiorentina, Lazio, Reggina e Arezzo furono sanzionate con punti di penalità e molti tesserati furono sanzionati con squalifiche molto lunghe.
Tutto questo, ripetiamolo, in totale assenza di illeciti sportivi. Ma solo per sanzionare delle “cattive abitudini”.

Veniamo quindi ai giorni nostri.
Dopo che il pubblico ministero Giuseppe Narducci ne aveva smentito l’esistenza davanti al GUP sono state “scovate” decine di intercettazioni telefoniche (e altre ancora pare ne saranno trovate) che vedono coinvolti diversi dirigenti di diverse società.
Queste erano le intercettazioni disposte dalla stessa procura di Napoli negli anni dal 2004 al 2005 che però, per motivi ad oggi inspiegabili, non furono mai rese pubbliche.
Nelle “nuove” intercettazioni finora rese pubbliche sono coinvolti, tra gli altri, i dirigenti dell’Inter Facchetti e Moratti.

Ora, seguendo il principio adottato nei processi sportivi del 2006 e rivelato dal presidente della Corte Federale Sandulli: sanzionare le “cattive abitudini”, comminare una “condanna etica”, “far capire che quello che c’era nelle intercettazioni non si fa” si dovrebbero sanzionare quei dirigenti e quelle società che sono protagonisti delle “nuove” intercettazioni rese pubbliche in questi giorni.
Analogamente sul fronte della giustizia ordinaria se il pm ritiene, ad esempio, che discutere con il designatore arbitrale della griglia arbitrale da parte di un dirigente di una società è reato dovrebbe quantomeno indagare anche gli altri dirigenti che lo hanno fatto.

Quindi, ammesso e non concesso che nelle “nuove” telefonate finore rese pubbliche non vi siano illeciti sportivi classici (e per qualcuna di queste telefonate il dubbio che si tratti di illecito sportivo è molto forte) i protagonisti di queste telefonate dovrebbero egualmente essere processati e condannati dalla giustizia sportiva come fu fatto nei processi sportivi del 2006.
Quando non furono sanzionati illeciti sportivi classici, ma “cattive abitudini”.
Come quella per un dirigente di societò di parlare con un designatore arbitrale o discutere (quando non suggerire) con un designatore della griglia arbitrale, o di telefonare ad un arbitro in attività.

Questo dovrebbe succedere.
Succederà?
Con grande probabilità non succederà nulla a livello di giustizia sportiva e nulla a livello di giustizia ordinaria. Ma non perché non ve ne è il motivo.
Questo però non toglie che queste intercettazioni ci sono. O meglio, ci sono adesso, prima non c’erano. E ancora non si è capito perché.
E nelle “nuove” intercettazioni vi sono quelle “cattive abitudini” (e forse, in alcune telefonate, anche molto di più che “cattive abitudini”) che hanno portato a pesanti condanne nei processi sportivi del 2006.
Le intercettazioni ci sono. Sono mancate, per motivi che non conosciamo, le indagini su queste intercettazioni. Sia da parte della giustizia sportiva che da parte della giustizia ordinaria.
E sono mancati i processi. E le condanne. E c’è chi ha vinto dei titoli grazie ai processi subìti da altri e ai processi che non ci sono stati a proprio carico. Titoli che senza processi magari non avrebbe vinto.
Ma qualche leggenda di onestà è già caduta, qualche “santo” ha perso la sua aureola e si è svelato per quello che era realmente.

“Mettono De Santis che ha già fatto la Juve domenica e non può … mettono Rosetti che è di torino …”

7 aprile 2010 1 commento

Dopo che è caduta la prima telefonata Mazzei ricontatta Facchetti. Mazzei informa Facchetti che essendoci il sorteggio non si può mandare un arbitro specifico, che non viene nominato, per la partita. Ma che devono “studiare una griglia dove le possibilità sono più alte per lui“.
Facchetti indica una sua griglia che porterebbe sicuramente al sorteggio di quell’arbitro per la partita contro la Juve “mettono … mettono .. mettono De Santis che ha già fatto la Juve domenica e non può … mettono Rosetti che è di torino …“. Con questa griglia infatti De Santis non potrebbe essere sorteggiato in quanto ha arbitrato la Juventus la giornata precedente e Rosetti non potrebbe essere sorteggiato in quanto abita a Torino, e quindi il sorteggiato sarebbe sicuramente l’arbitro specifico.
Mazzei replica dicendo che una simile griglia non è possibile farla perché non si può forzare con le preclusioni, il regolamento impedisce di farlo. Mazzei conclude dicendo che ne parlerà con il designatore arbitrale Paolo Bergamo.
Quindi nella parte finale della telefonata Facchetti e Mazzei si mettono d’accordo su alcune cose (tessere? biglietti?) da lasciare per una persona al cancello 5 (dello stadio San Siro?).

Facchetti: pronto?
Mazzei: si, scusami
Facchetti: eh lo so .. in macchina è così
Mazzei: il problema è quello, l’unica cosa ora si … devono studiare una griglia dove le possibilità sono più alte per lui
Facchetti: Ma si .. mettono … mettono .. mettono De Santis che ha già fatto la Juve domenica e non può … mettono Rosetti che è di Torino …
Mazzei: ma devono lasciare un campo aperto di almeno un 50% per quello che è scritto nel regolamento mi sembra..
Facchetti: come?
Mazzei: devono lasciare un campo di probabilità almeno di un 50% da quello che ho capito per il regolamento
Facchetti: ah
Mazzei: eh capito? perché non possono forzare … con le preclusioni, almeno un 50% di possibilità mi sembra eh, che è scritto sul regolamento .. dopo ne parlo con Bergamo
Facchetti: va bene … va bene … senti allora per conte eugenio gli lascio …
Mazzei: conte eugenio si due
Facchetti: al 5 va bene?
Mazzei: al cancello 5?
Facchetti: si, poi se …
Mazzei: deve chiedere di qualcuno?
Facchetti: d’accordo … per domenica quando arrivano là glielo dici … eh
Mazzei: al cancello 5 trovano un appunto a nome di conte eugenio

L’audio della telefonata (a partire dal minuto 1:20). L’audio della telefonata è disponibile anche a questa pagina.

“Non mi sono ancora ripreso dall’altra domenica…”

17 maggio 2005, Dopo che la Juventus ha vinto a Milano la gara-scudetto contro il Milan (gol di Trezeguet su assist in rovesciata di Del Piero) il designatore arbitrale Bergamo chiama l’amministratore delegato (e presidente di Lega) Adriano Galliani.
Galliani dice a Bergamo di averlo cercato molte volte il giorno precedente e di non averlo trovato, Bergamo risponde dicendo che non si è ancora ripreso dalla domenica precedente (sconfitta del Milan, vittoria della Juve).

Bergamo: Pronto?

Galliani: Sono Galliani, buongiorno.

Bergamo: Buongiorno dottore come va?

Galliani: L’ho cercata molte volte ieri sera ma era sempre occupato.

Bergamo: Non mi sono ancora ripreso dall’altra domenica (8 maggio 2005 Milan-Juventus 0-1, gol di Trezeguet). E questo purtroppo è stato un trauma che in famiglia ha lasciato il segno. Pensavamo tutto….

Galliani: Anche noi, anche noi.

Bergamo: Pensavamo tutto fuori che quello, se andava male, male, male potevamo pareggiare ma insomma.

Galliani: E pareggiando avremmo vinto anche a Lecce (finì 2 a 2) perché non avremmo mollato, perché se avessimo pareggiato con la Juve rimanevamo in testa alla classifica e a Lecce vincevamo di sicuro perché la partita era abbordabile.

Bergamo: Ma può darsi che Ancelotti si sia fidato troppo dei suoi uomini non ha considerato che Seedorf e Pirlo non stavano troppo bene.

Galliani: Da oggi parte l’operazione Istanbul… domenica brutto.

Bergamo: Ecco, Lecce. Quando un presidente di una società (Semeraro ndr) si permette di dare una responsabilità ad un arbitro per le intemperanze dei tifosi e le reazioni dei giocatori.

Galliani: Ma poi urla e grida negli spogliatoio, nell’intervallo una vergogna (nell’intervallo padre e figlio vengono aggrediti con insulti ndr).

Bergamo: Sì, Trefoloni me ne ha parlato ma poi la Domenica Sportiva dove si è detto di tutto e di più.

Oriali, la condanna? devo tutto a Franco Baldini

23 marzo 2010 3 commenti

Gabriele Oriali, dirigente dell’inter torna a parlare della sua condanna in relazione al falso passaporto di Recoba in una intervista al quotidiano La Stampa.
Oriali patteggiò una condanna a sei mesi di reclusione per i reati di concorso in falso e ricettazione in relazione al falso passaporto dell’allora giocatore dell’Inter Alvaro Recoba e per la patente, sempre intestata a Recoba, che risultò essere falsa ed essere stata rubata negli uffici della Motorizzazione civile di Latina.

Nell’intervista Oriali tira in ballo l’ex dirigente della a.s. Roma Franco Baldini che, a dire di Oriali, gli avrebbe detto che le carte erano in regola salvo poi lasciarlo solo

Passaportopoli, dossier Recoba: in che misura la condanna a sei mesi di reclusione e il relativo patteggiamento l’hanno segnata?

«È una grave macchia, lo so, ma ha presente il signore che compare sempre al fianco di Fabio Capello? Sì, Franco Baldini. Ecco, devo tutto a lui. Mi disse che c’era questa possibilità eccetera eccetera, e che le carte erano in regola. Salvo poi lasciarmi nella cacca».

Oriali conclude poi l’intervista rivelando di essere Juventino-fin-da-bambino

Per chi tifava, da ragazzo?

«Per la Juventus».

Anche la roma fu al centro di indagini, e processi, sia sportivi che penali per presunti passaporti falsi di alcuni suoi giocatori.
È il famoso scandalo chiamato “passaportopoli“.

I processi sportivi si chiusero con pene molto miti, l’Inter fu condannata a pagare una multa di 2 miliardi di lire, la roma una multa di 1.5 miliardi di lire, il Milan una multa di 1 miliardo di lire. Inoltre furono squalificati i giocatori. Tra questi Alvaro Recoba, dell’Inter, squalificato per 1 anno. Fábio Júnior, Gustavo Bartelt, giocatori della Roma, anch’essi squalificati per 1 anno, e Dida (Milan) squalificato per 1 anno.

Squalificati anche i dirigenti. Un anno di squalifica a Gabriele Oriali, dirigente dell’Inter, 9 mesi di squalifica a Franco Baldini, dirigente della Roma.

A gennaio 2010 delle altre rivelazioni avevano coinvolto l’ex dirigente romanista Franco Baldini. Queste riguardavano “Calciopoli”.
In particolare si trattava di una intercettazione telefonica Tra l’allora vicepresidente della FIGC Innocenzo Mazzini e Franco Baldini.
Questa intercettazione non era stata inserita dall’accusa (Procura di Napoli e Carabinieri di Roma) negli atti del processo in corso a Napoli.
Nell’intercettazione, risalente al 2005, Baldini chiede a Innocenzo Mazzini di segnalare a Luciano Moggi Renzo Castagnini, suo amico, affinché fosse assunto dall’Arezzo Calcio, e gli indica la “ricompensa” per questo favore

“Forse se ti comporti bene, quando farò il ribaltone e tanto lo farò perché io vivo per quello, fare il ribaltone e buttare tutti di sotto dalla poltrona, io ti salverò. Forse”

e ancora

“Io mi sono sempre guardato bene dal fare il tuo nome. Ho parlato di Carraro, Galliani, Giraudo. Non t’ho mai nominato.”

Un anno circa dopo questa telefonata in cui Baldini rivelava di voler fare “il ribaltone” scoppia Farsopoli.

Nel corso di una udienza del processo GEA Luciano Moggi ha parlato, in una dichiarazione spontanea, ha parlato di Franco Baldini e di Attilio Auricchio, il maggiore dei Carabinieri di Roma che ha svolto le indagini per conto della Procura di Napoli, e ancora prima le indagini sulle false fidejussioni presentare dalla Roma per iscriversi al campionato (in quelle indagini la Roma fu considerata “parte lesa”)

“Il maggiore Attilio Auricchio dei carabinieri e Franco Baldini (ex ds della Roma) si dovrebbero vergognare. Dalle testimonianze di questi due la vicenda appare come una cosa macchina e predisposta. Non prove ma chiacchere”.

“Quando da me veniva qualcuno, come l’ex ds del Siena Nelson Ricci e mi diceva che Baldini gli aveva chiesto di testimoniare, a Roma, contro di noi, non gli davo peso. Ho considerato quelle delle chiacchere, cose a cui non dare peso”.

e ancora

“Il maggiore Auricchio e Baldini si conoscevano benissimo”

“Per più di un mese i due si sono visti, facevano riunioni segrete, Auricchio gli disse di fare una denuncia contro di me”

“La vicenda appare come una cosa macchinata e predisposta”

Giraudo condannato a 3 anni

15 dicembre 2009 Lascia un commento

L’ex amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo è stato condannato ieri a 3 anni di reclusione dal gup di napoli De Gregorio. Giraudo è stato condannato per associazione a delinquere finalizzata alla frode in competizione sportiva (è stata però esclusa l’aggravante di essere stato uno dei promotori della presunta associazione) e per tre singoli episodi di frode.
Il primo riguarda le presunte “ammonizioni preventive”, in particolare l’espulsione di un calciatore dell’Udinese (Jankulovski) nella partita Udinese-Brescia del 2004 con conseguente squalifica per la partita successiva che vedeva impegnata l’Udinese contro la Juventus.
Il secondo riguarda il sorteggio della terna arbitrale per Juve-Lazio del 5 dicembre 2004 che secondo il gup sarebbe stato pilotato.
Il terzo riguarda anch’esso un sorteggio, che il gup ha ritenuto pilotato, per la partita Juventus-udinese 2-1 del 13 febbraio 2005.

Giraudo è stato assolto per tre presunte frodi sportive ipotizzate dall’accusa: Lecce-Juventus del 14 novembre 2004, Roma-Juventus del 3 marzo 2005 e Siena-Milan del 17 aprile 2005.

Sono stati condannati anche gli ex arbitri Paolo Dondarini per due episodi di frode sportiva, Juventus-Lazio del 2004 e Chievo-Fiorentina 1-2 dell’8 maggio 2005, e Tiziano Pieri, condannato per associazione per delinquere e due episodi di presunta frode, in relazione a Juventus-Chievo 3-0 del 31 ottobre 2004 e Bologna-Juve 0-1 del 12 dicembre 2004.

Condannato anche l’ex presidente dell’Aia, Associazione italiana arbitri, Tullio Lanese, per associazione a delinquere.

Assolti invece gli altri 7 imputati, arbitri (ancora in attività) e guardalinee.

Nell’attesa di leggere le motivazioni della sentenza, che dovrebbero essere depositate entro 90 giorni, appaiono evidenti alcune stranezze.

Le presunte “ammonizioni mirate” erano già state escluse perfino dalla giustizia sportiva, che certo non si era distinta per clemenza verso gli imputati. Nello specifico il calciatore espulso nella partita Udinese-Brescia e poi squalificato per la successiva partita contro la Juventus era stato espulso in conseguenza di una rissa e dopo la segnalazione dell’assistente all’arbitro Dattilo.

Per quanto riguarda i sorteggi che il gup ha ritenuto essere stati pilotati la sentenza del gup De Gregorio è in netto e palese contrasto con una sentenza della Corte d’Appello del Tribunale di Roma che, nel settembre del 2007 (quindi dopo i processi sportivi), ha condannato il giornalista Gianfranco Teotino (querelato dagli allora designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto) per diffamazione.
Teotino sosteneva che il sorteggio arbitrale non fosse regolare, il Tribunale invece ha dato ragione sia in primo grado, sia in appello ai due ex designatori arbitrali riconoscendo che “Il sorteggio arbitrale non era truccato“.
Oltre a questo è da ricordare come al sorteggio arbitrale partecipava sempre un giornalista dell’USSI che estraeva le palline da un’urna. Un giornalista diverso per ogni sorteggio. È quindi impossibile che il sorteggio fosse truccato senza che i giornalisti che di volta in volta partecipavano si prestassero a truccarlo.
La procura di Napoli non ha mai nemmeno indagato un solo giornalista di quelli che partecipavano al sorteggio arbitrale.

Moltissimi dubbi vi sono inoltre sul coinvolgimento dei due arbitri Dondarini e Pieri. Non risulta agli atti alcuna prova, intercettazione, confessione, ecc. che faccia ritenere un accordo tra i suddetti arbitri e Giraudo (o altri) per aggiustare le partite che vengono contestate.
Men che meno risulta agli atti un qualche pagamento, in qualsiasi forma, verso questi due arbitri.

Non si capisce quindi da cosa il gup ha tratto la convinzione che i due arbitri abbiano aggiustato le partite su richiesta di Giraudo o di altri.

A dissipare, o ad aumentare, questi ed altri dubbi dovrebbero provvedere le motivazioni.

Nell’attesa delle motivazioni notiamo stamattina un fatto molto curioso.
Sul quotidiano La Stampa di torino (e sul suo sito web), controllato dalla Fiat (il cui vicepresidente è John Elkann, che nell’estate del 2006 sostituì Giraudo e Moggi con la nuova dirigenza costituita da cobolli gigli e blanc), compare questa intervista al gup De Gregorio.
Intervista presumibilmente rilasciata nel pomeriggio di ieri, difficilmente (speriamo) è stata rilasciata nella mattinata visto che era in programma una udienza e l’emissione della sentenza.
Nell’intervista, rilasciata ancora prima di iniziare a scrivere le motivazioni della sentenza, il gup De Gregorio, prima di ricordare di essere un tifoso del napoli, spiega la sentenza appena emessa

“È emerso che c’era una parte dei protagonisti nel mondo sportivo legati da reciproci interessi. Da qui, l’associazione per alterare le partite a cominciare dalle designazioni. Persone che agivano anche nel cosiddetto settore della politica sportiva o degli organi federali”

interviene sul processo in corso, con rito ordinario, contro Luciano Moggi e gli altri

Cosa si sente di dire a chi legge la sentenza come un forte segnale per quello che accadrà alla fine del procedimento con rito ordinario che vede 24 imputati?

«Dico che questa sentenza riguarda una parte di qualcosa di più grande….».

e sostiene che la Juventus doveva essere retrocessa in serie B

“La Juve è finita in serie B, penso dovesse andare così”